“More Heroes – Riflettori sul Punk: Fear

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“More Heroes” è una rubrica dedicata alla scoperta dei più grandi nomi che hanno fatto la storia del punk, molti dei quali non conosciuti adeguatamente come meriterebbero. Oggi i riflettori sono puntati sui Fear.

Una band anomala

I Fear sono una band punk rock nata a Los Angeles nel 1977. Sebbene attivi a tutt’oggi, i fatti più importanti e conosciuti della loro storia si focalizzano nei primi cinque anni di attività. Furono totalmente estranei alla loro scena d’appartenenza e non amavano essere catalogati come gruppo hardcore. Vengono inoltre ricordati per il loro atteggiamente violento e per le liriche grezze, razziste, sboccate e volgari dei testi, il cui scopo era quello di provocare tutto e tutti. Vanno pertanto considerati come delle vere e proprie mosche bianche arrivate al punk rock totalmente per caso o per convenienza.

Il bassista originario Derf Scratch dichiarò in seguito che detestava il punk rock e che entrò nella band perché aveva capito che “tutto quello che mi faceva schifo nella musica, prima o poi, aveva successo” (cit). Oltre a lui i Fear erano formati da Lee Ving alla voce, Philo Cramer alla chitarra e Spit Stix alla batteria.

1978-1982

Nei quattro anni prima della pubblicazione dell’album d’esordio la band riesce a farsi un nome grazie a show caotici e violenti. Nel 1981 su invito dell’attore John Belushi, grande fan del gruppo, partecipano alla puntata di Halloween del Saturday Night Live che si conclude in un disastro con la distruzione delle attrezzature da parte di alcuni punk e skin presenti tra il pubblico durante l’esibizione dei Fear. Tra essi vi erano membri dei Meatmen, dei Cro-Mags e dei Minor Threat. Nello stesso anno partecipano al celebre documentario “The Decline Of Western Civilization” di Penelope Spheris, incentrato sul mondo del punk e dell’hardcore. E finalmente, l’anno seguente approdano all’esordio discografico con “The Record”.

La copertina di “The Record”

Considerato una pietra miliare sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, vede presenti i due inni “I Don’t Care About You” (ripreso anche dai Guns’n’Roses) e “I Love Livin’ In The City”, quest’ultima in una nuova versione rispetto a quella su singolo del 1978 e incisa con una formazione differente.

Dopo il 1982

Nonostante ciò i rapporti tra i membri del gruppo si sfaldano in fretta e già la pubblicazione del singolo “Fuck Christmas” vede l’abbandono di Scratch. E’ l’inizio di una instabilità d’organico che attraverserà gran parte della loro carriera. Tra i tanti musicisti che hanno fatto parte della line-up dei Fear spicca il nome di Flea, celebre bassista dei Red Hot Chili Peppers. Dal 1985 al 2000 pubblicano soltanto tre album in studio, tutti caratterizzati dalla parola “beer” nei titoli e dall’impatto minore rispetto a “The Record”. Quest’ultimo è stato pubblicato nel 2012 in una nuova versione completamente risuonata.

Fin dalla metà degli anni ’90 della formazione originale il solo Ving era rimasto a portare avanti la band. Nel 2018 si ricongiunge a Cramer e Stix in un tour celebrativo per il loro 40° anniversario. Tour che non ha visto la presenza di Scratch in quanto scomparso nel 2010.

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