“More Heroes” – Riflettori sul Punk: Crass

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Crass

“More Heroes” è una rubrica dedicata alla scoperta dei più grandi nomi che hanno fatto la storia del punk, molti dei quali non conosciuti adeguatamente come meriterebbero. Oggi i riflettori sono puntati sui Crass.

Gli inventori dell’anarco-punk

I Crass furono una band proveniente dalla contea di Essex, in Inghilterra. Ma prima di tutto furono un collettivo anarchico che videro nella musica il modo migliore per affermare le proprie idee. Fondato nel 1977, i membri del gruppo abitavano tutti insieme in una comune a Epping, nella periferia est di Londra, sposando molte cause legate a questioni sociali quali vegetarianesimo, femminismo, diritti degli animali, pacifismo, ecc. Ispirati in origine da gruppi punk quali Sex Pistols o Clash, in seguito criticarono fortemente i loro atteggiamenti ritenuti fasulli e vuoti. Celebri, in questo senso, sono i versi iniziali del brano “White Punks On Hope” che recitano: “Ci hanno detto che siamo spazzatura/ ma il nome è Crass, non Clash”. Per tali motivi vengono considerati i fautori del movimento anarco-punk.

La band e la “Crass Records”

La band era formata da sette elementi: i cantanti Steve Ignorant, Joy De Vivre e Eve Libertine, i chitarristi N.A. Palmer e Phil Free, il bassista Pete Wright e il batterista ultratrentenne Penny Rimbaud. A loro si aggiungono l’artista Gee Vaucher e il tecnico del suono John Loder. Il loro punk, mai legato alla scena ufficiale dell’epoca, era un vero e proprio proclama politico affidato a brevi basi musicali povere e dalla tecnica misera. Ma il loro messaggio era divulgato anche da altri tipi di mezzi quali collages, filmati e graffiti. Lontani dalle logiche del mercato e dai mezzi tradizionali di diffusione della musica, fondarono l’etichetta “Crass Records” con cui produssero nomi importanti dell’anarco-punk quali i Poison Girls e Flux Of Pink Indians.

Il celebre logo della band

1984

La discografia della band è composta da sei dischi in studio, gli ultimi dei quali caratterizzati da un sound più sperimentale e d’avanguardia e da testi ancora più elaborati. Da segnalare sono “Penis Envy” (1981) affidato completamente alle voci delle cantanti De Vivre e Libertine e tutto incentrato sul tema del femminismo e “Yes Sir, i Will” (1983) con una singola traccia di più di 43 minuti sul tema della guerra nelle Falkland e contro il governo dell’allora primo ministro Margaret Thatcher.

In diversi proclami, la band aveva da sempre accennato al proposito di sciogliersi definitivamente entro l’anno 1984 e così accadde. Due anni più tardi venne pubblicato l’album “Ten Notes on a summer’s day”, contenente due pezzi per pianoforte e voce. Di tutti i componenti notevole è la carriera proseguita da Rimbaud, da sempre impegnato come attivista, musicista e scrittore.

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