Mondi
Mondi. Serata che avrebbe fatto esaltare (in senso buono) Madame Bovary, quella a La Scala di Milano per l’inaugurazione di MiTo settembremusica 2019. La kermesse dal titolo Geografie unisce Milano e Torino sotto il comun denominatore della Musica dei Popoli fino al 19 settembre. Il 3 settembre, in tantissimi erano presenti, prima ad un cocktail ricco e affollato, e poi al prestigioso concerto Mondi in uno dei più importanti teatri mondiali.
Presentazioni che si è avvalsa di due grandi star della musica classica internazionale: Zubin Metha e la sua Israel Philharmonic Orchestra, che dirigerà fino a ottobre per poi ritirarsi dalle scene; e la pianista Martha Argerich. Serata quindi dedicata alla grande musica che ha aperto le danze di una kermesse che si fa forte di 120 concerti, all’insegna dell’inclusione. Nulla di settario, Milano, a La Scala, da gran signora, si è riunita per omaggiare un evento che grazie alla musica vuole semplicemente far conoscere e unire Mondi attraverso le diverse Geografie.
Da Beethoven a Berlioz fino a Strauss
Mondi: Beethoven
Il programma presentato è stato un incalzare di emozioni. La prima parte, che ha visto sul palco Metha che ha diretto la sua Israel Philharmonic Orchestra, e i virtuosismi di Argerich al piano è stata dedicata a Beethoven con il Concerto per pianoforte e orchestra in sì bemolle maggiore n°2 op. 19.
I musicisti hanno iniziato con un Allegro con Brio, proseguendo con l’Adagio e infine con un Rondò Molto Allegro. C’è da dire che la sinfonia, che ha meritato un applauso lunghissimo, è risultata particolarmente equilibrata. Nessuna prevaricazione o primadonna, né da parte di Metha, né di Argerich, ma solo tantissima professionalità e amore per la musica. Di fatto è quello che ci si aspetta da due grandi interpreti della musica classica degli ultimi 50 anni. Per Metha e Argerich presentare insieme e provare in pochi giorni una sinfonia complessa, per poi raggiungere livelli altissimi di qualità della presentazione, è di fatto un lavoro semplice nella sua complessità.
Concerto incalzante visto che dopo i virtuosismi composti dal giovane Beethoven, ancora influenzato dalla musica neoclassica, non siamo ancora nel romanticismo più ricercato, si è passati invece a uno spaccato di grande passionalità con la seconda parte dedicata a Berlioz.
Mondi: Berlioz
Con Berlioz si è entrati nel romanticismo più appassionato, con la Symphonie fantastique dove Metha ha diretto con assoluta naturalezza una sinfonia composta dal musicista in un momento molto particolare della sua vita. La leggenda narra infatti che la composizione fu dedicata all’amore travolgente del musicista per un’attrice, nato dopo averla vista recitare come Ofelia in Amleto e Giulietta in Romeo e Giulietta. Shakespeare fa sempre innamorare, non c’è che dire! Ne viene fuori un momento di “disperazione romantica”, con tanto di campane a morte che suonano lugubri verso la fine della sinfonia. Campane per sottolineare forse, come scriveva Emily Bronte in Cime Tempestose, per fare un parallelismo che mi ha fatto tornare indietro di anni: “Io gli ho dato il mio cuore, e lui lo ha preso e lo ha stretto crudelmente fino a ucciderlo“. Amore e morte legati nella versione del romanticismo da un filo rosso indissolubile.
La Fantastica, che è poi un difficile lavoro di ricerca del suono più adatto per esprimere un sentimento amoroso, conforta rispetto alla vacuità e al narcisismo del nostro tempo che di romantico ha molti selfie postati nei social di incontri. I tempi cambiano e forse in peggio.
Il concerto non è finito qui, come da programma. Metha ci ha infine regalato un momento di emozione con un brano di un re dei tardo-romantici: Strauss. Il pubblico è tornato a casa contento e appagato. Come recita una famosa canzone pop italiana: “Una musica può fare…” tante cose e soprattutto scaldare ancora il cuore.
Per informazioni su MiTo e prenotazioni: http://www.mitosettembremusica.it/it
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