Mikaela Davis: “Delivery” l’album di debutto – Recensione

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Non importa come uno pianifichi, non si può mai prevedere il percorso che la vita prenderà. Questo è il caso per l’arpista e cantautrice Mikaela Davis, che aveva in programma di unirsi ad una banda dopo anni e anni di studio ed invece si è resa conto che da sola e con con il supporto della comunità musicale di Rochester, New York, l’artista ha lavorato per creare Delivery , il suo album di debutto dove all’interno c’è un mix di generi musicali caratterizzati dalla sua arpa che la fa da ppadrona.

Ciò che distingue Mikaela è la sua capacità di creare una simbiosi inaspettata. La sua relazione con il produttore John Congleton  fa sì che la sua musica assuma il suono giusto, dal “croccante” funk al forte pop. Prendiamo ad esempio il brano che apre e dà il titolo al disco “Delivery” , canzone fresca e carnevalesca, oppure il dolce testo di “In My Groove”, dove l’artista abbraccia un’amore che ha lasciato alle spalle. Nell’album c’è anche presente la collaborazione insieme al trio degli The Staves nel brano “Pure Divine Love“dove aiutano l’artista a trovare un equilibrio, con armonie delicate che intrecciano la profondità della psiche.

Mikaela suona nello spazio tra il duro ed il morbido, l’arpa è sempre presente in tutte le tracce e si amalgama bene alla chitarra elettrica ed alle percussioni. Si sente anche un pò di tensione nel brano “A Letter That I’ll Never Send“. Nel brano “Other Lover” richiama il pop di St.Vincent e racconta la storia di una relazione complicata. Ma è “Little Bird” che risplende nel suo delicato svenimento di voci e percussioni, mentre l’arpa crea una melodia intricata.

In conclusione, l’opera prima di Mikaela Davis è un album di successo a tutti livelli, sia in termini artistici che nei suoni, siamo sicuri che l’artista farà parecchia strada all’interno del panorama musicale. Voto 3/5

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