Matt Damon: “Quando rifiutai di far parte del cast di Avatar”

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Matt Damon:
Matt Damon

Matt Damon ha un curriculum hollywoodiano incredibile ma dopo quasi un’ora e mezzo di incontro con il pubblico oggi a Cannes, con aneddoti e confessioni sembra di aver ascoltato una persona “normale” l’amico della porta accanto tanto è l’umiltà che contraddistinque Matt Damon, sempre disponibile sopratutto con i suoi fan.

Cosa ha detto Matt Damon a Cannes?

“Non mi sento arrivato, questo è un mestiere, più lo fai e più impari”, dice di non aver perso la passione che avevo agli inizi, quando sulla riga in cui volevi indicare la professione cui aspiravo avevo scritto ‘voglio fare l’attore’, è sempre stato questo, sempre determinato. E del lavoro mi piace tutto”.

Good Will Hunting – Genio Ribelle

Parlando della sceneggiatura di Good Will Hunting – Genio Ribelle, scritta con l’amico del cuore Ben Affleck e interpretata da loro con Robin Williams, ha detto: “Io e Ben vivevamo insieme nello stesso appartamento microscopico, ci alternavamo a dormire sul divano, erano i nostri primi indimenticabili passi. Quando vincemmo l’Oscar finimmo sulla copertina di Variety e con il giornale in mano andammo in giro per avere in affitto una casa più grande indicando ‘siamo noi questi qua’, arrivarono soldi, fama, casa grande e nuovi progetti”.

Matt Damon e il suo rifiuto ad “Avatar”

“Stavo partecipando alla post produzione del nuovo capitolo di The Bourne (Ultimatum, il ritorno dello sciacallo), volevo seguire bene tutto quando mi chiamò James Cameron che stava montando Avatar, ‘vuoi far parte del film? Ti potrei dare il 10% degli incassi’. Dissi no, ora ditemi: voi conoscete un altro attore che ha mai potuto rifiutare così tanti soldi? Spero mi chiami ancora!” e via con le risate della sala.

L’emozione in sala

Parlando dell’emozione dopo la proiezione di Stillwater ha detto: “Mi sono emozionato, è stato anche lo choc della sala, non ci siamo più abituati ma anche perchè dopo tanti anni in queste occasioni pubbliche mi sembra di vivere la vita di un altro, così sotto i riflettori”.

La sua versatilità come attore

“Ci sono trasformazioni fisiche fondamentali , ogni volta studiate, approfondite e poi però c’è l’intimo, il dover pescare tra le tue emozioni ed essere capace di comunicarle riuscendo ad essere più reale e autentico possibile. L’essere diventato padre mi ha permesso di migliorare ancora, riuscendo a toccare le corde della fragilità”.

Farà il regista?

“Tutti mi spingono a farlo, io ci sono andato vicino, come nel 2016 per Manchester by the sea che ho prodotto, era il film di Kenneth Lonergan ed è stato giusto così”.

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