Mary Shelley – Un amore immortale: il grido assordante della libertà negata.

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”La sconfitta, la morte, il tradimento: tutto questo è presente in questa storia”,una breve e sintetica frase per descrivere un film d’amore e morte.

Uscito nel 2017, ”Mary Shelley-Storia di un amore immortale” riempie i cinema italiani solo il 29 Agosto 2018. La regista saudita Haifaa al-Mansour sorprende, portando sul grande schermo una storia di amore, dolore e sofferenza. La giovanissima Elle Fanning interpreta straordinariamente Mary Wollstonecraft Godwin ,successivamente Shelley,rappresentato la vita di una donna con un destino crudele. Vengono rappresentati i momenti e gli elementi cruciali della vita di Mary:il rapporto col padre, William Godwin , filosofo e politico che gestisce una biblioteca a Londra; la complementarietà con la madre defunta,filosofa le cui idee preludono al pensiero femminista,e da cui l’autrice eredità senza dubbio la tenacia; la scoperta del galvanismo e la fervida sorpresa nello scoprire la possibilità di resurrezione dei morti ;il suo primo e unico amore, quello per il poeta lirico Shelley, e le sofferenze che scaturiscono da esso; il suo soggiorno a Ginevra, insieme al marito, alla sorella, all’autore Polidori e all’ambivalente e volubile lord Byron che contribuisce a far maturare a Mary un pensiero cinico e desolante sulla condizione femminile; e infine la parte più avvincente e meravigliosa: la creazione del capolavoro ‘’Frankestein o moderno Prometeo’’.

Notevole è la capacità con cui vengono rappresentati elementi odierni ma senza tempo e radicati, quali la forza e la tenacia di una giovanissima donna in una società prettamente maschilista che pretende il suo pensiero schiavo, e  la lotta per liberarsi da tale oppressione. E’ senza dubbio attuale anche la presenza di  un amore amaro e distruttivo che , seppur forte, indomito e immortale, può portare in paradiso ma inevitabilmente e lentamente agli inferi. Dulcis in fundo, il film asserisce una realtà assoluta, alla base del capolavoro gotico e intramontabile: il dolore che conduce ad un inevitabile cambiamento.Nella sua forma più pura e devastante, la sofferenza dell’autrice inglese si libera violenta, tenace, inestinguibile, si reincarna e , soprattutto, rinasce in un mostro malforme che sconosce il bene: è così che la bella e aggraziata Mary si trasforma nella creatura di Frankestein, rinata ma logorata, disincantata e sofferente ,frutto di una vita sadica e crudele.

La scena finale ci regala un sorriso muto,ma consapevole di un’epilogo trionfante: il ciclo morte e rinascita, si interrompe,donando ad un’autrice rivoluzionaria,intrepida e coraggiosa ,una vittoria che è,senza alcun dubbio,immortale.

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