Marilyn Monroe, icona del cinema americano

La Diva senza tempo

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Marilyn Monroe

Tra la notte del 4 e del 5 agosto 1962, l’opinione pubblica americana e mondiale apprendeva con sgomento la notizia del suicidio dell’attrice 36enne Marilyn Monroe. La diva hollywoodiana è ricordata per l’ingenuo e provocante fascino da pin-up e per l’intelligenza arguta con cui sapeva caratterizzare seducentemente ogni sua recitazione. Marilyn ebbe una carriera cinematografica assai sfolgorante e fortunata, tanto da venir ben presto consacrata a una celebrità senza tempo. L’attrice, infatti, è oggi universalmente riconosciuta come personalità tra le più simboliche e indimenticabili del cinema americano e volto iconico dell’intera cultura pop.

Becoming Marilyn: la nascita di una stella

Norma Jeane Mortenson Baker Monroe, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Marilyn Monroe, nacque il giorno 1 giugno 1926 da Gladys Pearl Monroe e da un padre la cui identità resta ancora celata nel mistero. A causa dei disturbi mentali da cui era affetta la madre, spesso sottoposta a ricoveri in ospedali psichiatrici, l’infanzia e la giovinezza della piccola Monroe fu assai travagliata. Di frequente, infatti, la bambina dovette affrontare affidamenti presso famiglie sconosciute e orfanotrofi. Suo tutore legale, però, fu Grace McKee, migliore amica di Gadys e archivista di pellicole alla Columbia Pictures. Proprio grazie a lei, fin da giovanissima la Monroe ebbe modo di appassionarsi al mondo del cinema.

Il disagio psicologico che la difficile situazione di precarietà familiare andò via via ad alimentare nella giovane Monroe sfociò nel desiderio di creare un proprio nido domestico, fonte di conforto, sicurezza e stabilità. A tale anelito è imputabile, infatti, la sua scelta di contrarre matrimonio nel 1942, a soli 16 anni, con il 21enne James Dougherty. Il legame tra i due giovani, sancito prematuramente e in modo avventato, si sciolse comprensibilmente dopo solo 4 anni.

Nel mentre, Marilyn Monroe ebbe modo di posare per il famoso fotografo di bellezze femminili e nudi artistici André De Dienes. Egli, cosa più importante, inviò gli scatti della giovane e promettente modella a Emmeline Snively. Questa, infatti, era la direttrice della Blue Book Modeling Agency, la più famosa agenzia pubblicitaria di Hollywood. I contatti con Snively e con la sua agenzia furono estremamente preziosi per Monroe, in particolar modo per la sua formazione professionale e per la costruzione della sua immagine. Basti pensare che è proprio sotto suo consiglio che la giovane decise di tingersi i capelli di biondo platino, donando alla propria capigliatura quella spregiudicata eleganza che la rende inconfondibile.

Marilyn Monroe, star del cinema

Proprio nel 1946, anno del divorzio dal primo marito, Norma Monroe riuscì a firmare un contratto con la Fox: la giovane modella era pronta per fare il proprio debutto sul grande schermo, ma mancava ancora un particolare essenziale. In quell’anno, infatti, Norma prese l’importante decisione di firmarsi Marilyn Monroe, nome con cui è meglio conosciuta al grande pubblico. Armata di una seducente chioma dorata e di un nome d’arte fiammante, la giovane aspirante attrice era ormai davvero pronta a lanciarsi nell’universo cinematografico.

Gli esordi

Gli inizi furono promettenti, ma non eccelsi: il debutto avvenne nel 1947 con The Shocking Miss Pilgrim, per il quel ricevette esclusivamente un ruolo vocale. Fecero seguito brevi comparse in film di trascurabile importanza, a cui seguì un contratto con la Columbia Pictures. Il primo ruolo significativo della novella attrice fu nel musical Orchidea bionda, che vide Marilyn dar mostra delle proprie doti canore eseguendo due canzoni.

Se il debutto e le prime prove artistiche si rivelarono complessivamente opache e ancora acerbe – soprattutto confrontandole con le interpretazioni che la consacreranno all’olimpo del cinema – il successo attendeva Marilyn Monroe proprio dietro l’angolo. In Una notte sui tetti, infatti, venne chiamata ad affiancare i fratelli Marx, rivestendo i panni di un personaggio secondario che compare in scena per poco meno di un minuto. Grazie a questa parte, però, l’attrice venne messa in contatto con John Huston, suo regista nel poliziesco noire Giungla d’asfalto e poi con Joseph L. Mankiewicz, per il quel recitò nella pellicola drammatica Eva contro Eva, film acclamato dalla critica e candidato a 14 premi Oscar.

Il successo

A La confessione della signora Doyle di Fritz Lang e a La tua bocca brucia di Roy Ward Baker, suo primo film da protagonista, fece seguito la prova artistica più importante dell’attrice. Nel 1953, infatti, dalla cinepresa del regista Henry Hathaway uscì Niagara. Il film lanciò definitivamente la carriera di Marilyn Monroe, donandole fama e plauso unanime per il suo ruolo di femme fatale. Da questo punto della sua carriera, gli ingaggi attoriali iniziarono a fioccare per Marilyn, permettendole di entrare a peno titolo nel mito del cinema.

Indimenticabili sono i ruoli che impersonò da qui in poi. Nelle commedie sentimentali Gli uomini preferiscono le bionde di Howard Hawks e Come sposare un milionario di Jean Negulesco (entrambi del 1953) Marilyn regalò delle performance recitative capaci di bucare lo schermo. Egualmente convincente e artisticamente magnetica si dimostrò l’attrice, un anno dopo, anche in La magnifica preda, western diretto da Otto Preminger. Ancora, nel 1955 Marilyn girò quella che è probabilmente la scena più sexy della sua carriera. Tutti hanno ben chiara nella propria mente l’immagine di lei con indosso un vestito bianco sollevato dal vento nella metropolitana. Ebbene, l’immagine è tratta da una scena della commedia del 1955 Quando la moglie è in vacanza, girata da Billy Wilder.

Il declino

Ancora molte sono le pellicole che hanno contribuito alla celebrità di Marilyn Monroe. Nel 1956, con Fermata d’autobus di Joshua Logan, l’attrice ottenne una nomination al Golden Globe, mentre con A qualcuno piace caldo (1959) lo vinse. La sua carriera subì però una brusca battuta d’arresto proprio in questo periodo di grande riconoscimento artistico.

A causare l’interruzione della sua carriera furono le forti crisi depressive contro cui Marilyn lottava sempre più strenuamente e che la costringevano a una pesante dipendenza da farmaci. L’attrice, che aveva inanellato nel tempo un successo dopo l’altro, riuscì a portare a termine la propria parte ne Gli Sposati del 1961, ma venne espulsa dal set di Something Gotta Give a causa delle sue condizioni di salute instabili. La difficile condizione in cui versava la vita della diva continuò a peggiorare progressivamente, fino al suo drammatico epilogo. Questo avvenne il 5 agosto del 1962, quando Marilyn decise di togliersi la vita facendo overdose di barbiturici.

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