Maniac: Emma Stone e Jonah Hill come non li avete mai visti

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MANIAC è stata una miniserie televisiva statunitense realizzata nel 2018 e rilasciata da Netflix due mesi e mezzo fa in tutti i territori in cui il servizio è disponibile. Concepita come una serie unica, si considera conclusa e non sono previste quindi al momento ulteriori stagioni, anche se visto il buon successo ottenuto Netflix potrebbe pure decidere di cambiare idea, cosa comunque difficile da ipotizzare al momento. La serie è composta da 10 episodi dalla durata variabile, si va infatti dai 25 minuti della puntata più breve, ai 40 abbondanti della quasi totalità degli altri episodi.

Ideazione e genere

Il serial è stato creato (assieme a Patrick Somerville) e diretto dall’acclamato Cary Fukunaga, già padre dell’osannata prima stagione di True Detective; il lavoro di regia e sceneggiatura è quindi di qualità garantita. Riguardo al genere, si tratta sostanzialmente di un’opera fantascientifica con decisive virate drammatiche e qualche venatura comica e surreale, che rendono il prodotto decisamente innovativo e fresco. La miniserie è l’adattamento americano dell’omonima serie televisiva norvegese del 2014 Maniac.

Di cosa parla

La serie è ambientata in un periodo storico non ben precisato, da quel che si può vedere sembra una via di mezzo tra gli anni 80 ed un futuro lontano. I protagonisti sono due estranei, Annie ed Owen, depressa lei e schizofrenico lui, disadattati a vivere nella società, i quali prendono parte ad una misteriosa sperimentazione farmaceutica che promette, senza complicazioni od effetti collaterali, di guarire le loro malattie in modo permanente. Ovviamente le cose non andranno come previsto inizialmente, ma i due, attraverso una misteriosa connessione che li unisce, riusciranno lo stesso in qualche modo ad ottenere la loro personale vittoria alla fine della storia.

Recensione e critica

Maniac si è rivelato un bizzarro esperimento di science-fiction che svaria tra numerosi generi differenti, dal fantasy al noir, mantenendo pur sempre un affascinante tono onirico. Tra i maggiori punti di forza dello show, oltre alla regia ed alla fotografia molto accurate del maestro Fukunaga, troviamo senza dubbio le interpretazioni dei due attori protagonisti, le due star hollywoodiane Emma Stone e Jonah Hill, i quali instaurano un’ottima intesa sul set e per la critica risultano fenomenali nella loro prova attoriale; meno acclamato e più criticato è stato invece Justin Theroux, troppo caricaturale è stato giudicato il suo personaggio, costantemente sopra le righe, gestito male in fase di scrittura ed affossato da una recitazione grottesca oltre il limite. Altro punto di forza è stata l’innovazione apportata dalla serie, sicuramente si è dimostrato un prodotto originale, che solo Netflix poteva avere il coraggio di produrre. Punto debole della serie invece, che non l’ha resa ciò che sarebbe potuta essere, è stata la narrazione: non una grande scelta la larga variabilità della durata degli episodi (soprattutto quelli più corti erano proprio quelli che meritavano spiegazioni della trama più lunghe) così come anche le storie secondarie, sì interessanti e talvolta avvincenti, ma che spesso toglievano troppo spazio alla storia principale. La serie in generale è stata apprezzata, ha convinto ma non fino in fondo, aveva un potenziale enorme ma non è riuscita a sfruttarlo appieno, classificandosi comunque come uno dei prodotti più intriganti di questo 2018.

Cast

Per quanto riguarda il cast, oltre agli ottimi già menzionati protagonisti Emma Stone (Annie) e Jonah Hill (Owen), vi sono: Justin Theroux (Mantleray, il bizzarro conduttore dell’esperimento), Sonoya Mizuno (la sua collaboratrice Azumi), Sally Field (la madre del dottore, per lei gran prova recitativa), Gabriel Byrne (il padre di Owen), Billy Magnussen (il fratello di Owen) e Julia Garner (la sorella di Annie).

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