Lucy Spraggan Choices | La Recensione

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Lucy Spraggan, copertina di Choices
Lucy Spraggan, copertina di Choices

Dopo una dura quarantena in piena pandemia, Lucy Spraggan rilascia il suo quarto album, Choices. Meno acustico e più indie, con tocchi di trip-hop, è per la ex vincitrice di X-Factor un grande passo avanti

Cosa racconta Lucy Spraggan in Choices?

Lucy Spraggan, cantante inglese reduce da X-Factor UK, ha avuto una grossa annata nei mesi antecedenti al suo ultimo album Choices. Grossa nel male – a partire dalla rottura con la moglie Georgina Gordon, con la quale era sposata da tre anni, e un difficile lockdown trascorso prevalentemente da sola. Ma anche nel bene, con un lungo processo di self-care fisico e mentale che ha culminato nella realizzazione di un nuovo album, e con esso dell’evoluzione della sua musica nel passo definitivo oltre il talent show e verso la completa maturità artistica. 

Sembra quasi un’altra persona, a risentire i suoi vecchi lavori e fare il paragone. Ma come tutti gli album che sono stati preparati durante la quarantena da Coronavirus, c’è in ogni aspetto che anche Lucy Spraggan ha trasmesso in Choices: una cura e una finezza che lo rendono immediatamente memorabile. Il pop acustico del debutto della Spraggan è ormai un ricordo del passato. I suoi problemi e i suoi pensieri sono raccontati in un sound molto meno delicato, con tinte di dark e trip-hop. Una scelta che inoltre ben si adatta alla sua voce profonda e stabile, una delle sue qualità più amate. 

L’inquietudine di una star

Già all’apertura si capisce che la Spraggan si è dedicata per bene al suo ultimo lavoro. Flowers costruisce la sua melodia in base al celeberrimo Per Elisa di Ludwig Van Beethoven e non fa nemmeno un velato tentativo di nasconderlo. Ma la scelta della familiare linea melodica e di un sound ricco e posato fa della traccia uno dei momenti più salienti del lavoro. Lucy Spraggan ha caricato Choices di un senso di frustrazione trasmesso non con rabbia, ma con calma accettazione e controllo nello spazio a disposizione. Dentro e fuori dalla musica, come rivela nelle interviste che lo accompagnano. 

“C’è zero supporto dal governo [nda: quello britannico] verso le arti… non c’è niente. Non ho ricevuto abbuoni né supporti, è come se fossimo stati lasciati soli”, dichiara a un’intervista a The Irish News. “È divertente, perché è un’industria da miliardi di sterline. Non è solo i nostri spettacoli. Abbiamo assistenti di scena, autobus, impieghiamo e offriamo così tanto per l’economia, e siamo stati messi da parte”. Lucy Spraggan fa dunque di Choices il manifesto di una confusione e una perplessità che tutti, in clima di pandemia, possono condividere. E l’album che ne risulta testimoni sicuramente quello di cui è capace. 

Qui per seguire Lucy Spraggan su Instagram

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