“L’Infinito” di Vecchioni vince il Premio “La Ginestra”: l’amore per la vita

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Nella giornata di ieri – mercoledì 11 settembre – si è svolta nella Villa delle Ginestre di Torre del Greco (NA), la tredicesima edizione di uno dei premi leopardiani più attesi in Italia e in Europa, “La Ginestra”, un evento condotto dalla giornalista Donatella Trotta e organizzato dal Rotary Club Torre del Greco Comuni Vesuviani, in collaborazione con la Fondazione Ville Vesuviane e l’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Roberto Vecchioni

Il premio è stato assegnato al cantautore italiano Roberto Vecchioni per il suo ultimo album, “L’Infinito”, pubblicato il 9 novembre 2018 in occasione del duecentesimo anniversario della poesia leopardiana – tra le più amate nel mondo della letteratura – “L’infinito”: <<Un premio che mi ha sorpreso e che forse non meritavo nemmeno: c’erano sicuramente studiosi più all’altezza di me. È un riconoscimento accademico all’arte. Qualche anno fa ricevetti il Premio Montale, ora quello dedicato a Leopardi: insomma, mica due qualunque […]>>.

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L’album – distribuito senza streaming e download per scelta dell’autore – è stato tra il più venduto in Italia: <<La Giuria ha inteso celebrare questa volta un disco e un grande cantante-compositore, uno dei maggiori protagonisti della musica italiana di questi anni. Proprio nella ricorrenza del secondo centenario della composizione dell’Infinito, il testo forse più famoso di Leopardi, non poteva esserci una scelta più giusta e necessaria. La scelta del titolo ha un valore simbolico speciale. Segnala l’irradiazione della lirica leopardiana e delle situazioni che l’hanno resa memorabile nel tessuto dell’esperienza quotidiana e contemporanea. Vecchioni sviluppa con i mezzi del suo linguaggio di artista – parole e musica – temi cruciali di Leopardi e ne fa letteralmente canto>>.

Il vincitore del premio “La Ginestra” viene scelto dal Comitato Scientifico, presieduto da Gaetano Manfredi, ed è un premio che celebra la figura del grande poeta del romanticismo e i luoghi della Campania da lui amati e, molto spesso, citati nelle sue grandi opere. Nel corso della serata sono stati molti i protagonisti, tra cui il vincitore dell’edizione 2015, Gilberto Lonardi, il Sindaco di Torre del Greco, Giovanni Palomba, il giornalista e docente di musicologia, Michelangelo Iossa, e i presidenti delle associazioni che hanno organizzato l’evento. Il trio, formato da Pino Ciccarelli, sassofonista, Vincenzo Di Girolamo, chitarrista, e Massimo Capocotta fisarmonicista, ha allietato la serata con il progetto strumentale “Concerto Musicale Speranza”.

È un “Leopardi 2.0” quello di Vecchioni, ancor più vicino ai nostri tempi. Un Leopardi che sa ridere, nonostante sia rinchiuso nel suo pessimismo cosmico, più vicino all’amore per la vita, alla voglia di fuggire dal dolore per riuscire a sentire ancora di più l’infinito. Un Leopardi inquieto come noi, che conosce la bellezza della notte, pieno di sogni in tasca e, soprattutto, negli occhi: <<Mi sono detto: “Devi trovare la persona più lontana possibile dall’amore per la vita e fargliela amare”. E allora ho scelto Giacomo Leopardi. A Napoli lui è come in un’atmosfera di sogno, di canti di bambini, di mare. Vede la vita leggermente in un altro modo ed è come se chiedesse una tregua al dolore. Lo fa in due canti bellissimi: La Ginestra e Il tramonto della luna. Alla ginestra non gliene frega delle stelle o del mare. Le importa soltanto di mandare il suo profumo intorno: è quello che dovrebbero fare gli uomini. Era l’esempio che volevo, quello più grande>>.

“L’infinito” di Vecchioni, in un certo senso, rivendica la figura del poeta di Recanati, togliendo dalle sue poesie quel velo di tristezza, cercando di ridonargli invece la prospettiva della luce che attraversa ogni dolore. Del mattino che non tarda ad arrivare dopo la lunga notte e della voglia instancabile di trovare un senso in ogni cosa della vita, anche nei fiori, come nella famosa Ginestra che “le basta il suo profumo”.

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