Lil Nas X – 7 EP | recensione

Lil Nas X è un giovane rapper che ha osato l'inosabile: mescolare hip-hop e country. Ne è conseguito un enorme successo, e la pubblicazione di un EP di debutto.

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Talvolta capita che una collaborazione permetta a due artisti molto poco in vista nello scenario musicale di ottenere di colpo la hit più fortunata della loro carriera. Lo sanno bene Lil Nas X e Billy Ray Cyrus, che pur venendo da situazioni diversissime (un debuttante il primo, artista attivo da decenni ma noto più per essere il padre di Miley Cyrus che per altro il secondo) sono riusciti ad ottenere insieme un enorme successo planetario con il brano “Old Town Road”. Dopo svariate settimane passate alla 1 delle classifiche più importanti del mondo, il brano arriva al culmine del suo percorso attraverso la pubblicazione di un progetto più ampio di cui costituisce il primo assaggio: l’EP “7 EP”.

Con il primo singolo a fare da apripista e gli altri 6 a seguire a ruota, “7 EP” si presenta come un progetto davvero cortissimo: la traccia più lunga non arriva a 3 minuti, e la durata generale si assesta più o meno sui 18. Nonostante questa caratteristica non faccia presagire nulla di memorabile, addentrandosi nel progetto si ci ritrova davanti a brani per nulla male, che pur essendo totalmente permeati dallo stile che va di moda attualmente sembrano anche seguire una direzione artistica adatta all’artista, con suoni in grado di valorizzare un timbro abbastanza riconoscibile e che potrebbe in futuro costituire la chiave per mantenere l’interprete a galla nell’oceano dello showbiz.

Lo stile predominante nel progetto è un interessante miscuglio fra hip-hop e country, con riferimenti al pop: proprio ciò che già ha creato una formula vincente nel primo singolo, permettendogli di farsi apprezzare dal grande pubblico. Gli spiragli verso il pop sono praticamente pane quotidiano in qualsiasi album o EP che punti al mainstream, ma che ci siano anche solo sottilissime venature country in un lavoro principalmente hip-hop è una prerogativa rarissima, che getta quindi una luce di unicità sul progetto giocando sicuramente a suo favore. Tanto di cappello quindi per il coraggio: per un artista di colore al debutto, lavorare nel genere musicale più tipicamente bianco ha davvero dell’incredibile, e questa scelta artistica potrebbe dare il via ad una nuova ondata di progresso nella scena musicale mondiale.

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Lil Nas X ha dunque uno stile riconoscibile, che sa mescolare vari generi e produrre vari brani in grado di reggere per l’intera durata di un EP. Questo gli ha permesso di confezionare un primo EP godibile, fra l’altro ricorrendo ai servigi di due soli featured artisti (la rapper Cardi B in “Rodeo”, Billy Ray Cyrus nella versione remix di “Long Town Road”), tuttavia non sono sicuro di percepire il potenziale giusto per creare brani più lunghi o interi album riuscendo a farsi apprezzare ugualmente: ciò potrebbe portarlo presto a risultare troppo ripetitivo agli occhi del pubblico, il che lo renderebbe uno dei tanti one hit wonder che si sono susseguiti nella storia della musica.

Non è comunque detto che ciò che viene fuori da questo disco rappresenti davvero in toto Lil Nas X: l’artista potrebbe quindi avere caratteristiche non messe in luce ora che verranno sfruttate in futuro, continuando grazie ad esse a mantenere l’attenzione viva su di sé. Molto farà anche la gestione della sua carriera: per mantenersi in auge, l’interprete dovrà infatti saper sperimentare restando comunque coerente con lo stile ben definito che ha portato avanti finora. Per ora gli garantisco il beneficio del dubbio: questo progetto in sé e per sé va bene, dunque vedremo cosa sarà in grado di tirare fuori dal cilindro per i lavori successivi.

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