Let Yourself Be Loved, Joy Denalane | Recensione

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Copertina di Let Yourself Be Loved

Dalla Germania arriva Joy Denalane, la cantante soul per tutte le generazioni. Il suo secondo album in lingua inglese, Let Yourself Be Loved, è un innegabile splendore che raccoglie in sé tutto il bello del suo genere

Ecco Joy Denalane

Una cantante soul tedesca, giovane e bella ed energica, che combina senza impegno il soul classico e l’energia del grande pop. Con queste credenziali viene da chiedersi perché Joy Denalane sia così poco conosciuta, soprattutto in occasione del suo ritorno sulle scene. La stella di Berlino ha quarantasette anni, abbastanza per figurare tra i veterani, e ha collaborato con alcuni dei nomi più importanti del soul internazionale. Solo per il suo primo album in inglese, Born & Raised del 2006, ha acchiappato duetti con Lupe Fiasco, Raekwon e Governor – mentre altri dei suoi contatti illustri includono Tweet, Bilal e Anastacia. E il nostro 2020 la vede in occasione di un grande ritorno, quello alla lingua inglese. 

Poiché solamente due degli album della signora Denalane, il sunnominato Born & Raised e il recente Let Yourself Be Loved, sono stati registrati in inglese. Gli altri lavori, incluso il suo debutto, sono tutti cantati in tedesco. Potrebbe essere quella la ragione dietro al successo in sordina della cantante, non che non sembri contenta così. Ma c’è qualcosa di profondamente sbagliato nella cosa, che emerge facilmente ascoltando Let Yourself Be Loved e lasciandosi immergere nelle sue atmosfere. Si scoprirà che è un album splendido, di facile ascolto, e che il talento che c’è dietro è splendido allo stesso modo. 

Let Yourself Be Loved: La Recensione

A colpire di Let Yourself Be Loved è, prima di ogni altra cosa, la sua energia. La Denalane tiene il tempo alto e vivace, travolgendo l’ascoltatore con un soul scoppiettante e pieno di vita. Felice, si potrebbe dire: una vera e propria festa a tema soul che riporta direttamente agli anni d’oro del genere, con dietro al microfono una delle personalità artistiche più sottovalutate e splendide del nostro continente. E forse del mondo, perché esattamente di questo ha bisogno il genere soul. Descriverlo in poche parole risulterebbe difficile, perché nell’album c’è davvero di tutto. Come le mollette per capelli che adornano la bambina sulla copertina del disco, è una collezione di colori, scenari e umori che variano impercettibilmente da traccia a traccia.

Ma al centro c’è sempre lei, Joy Denalane, cangiante come le tracce che canta, ma sempre simile a sé stessa quanto a talento e potenza vocale. E sarà ancora una cantante locale, ma anche stavolta è riuscita ad acchiappare delle ottime collaborazioni internazionali. Notevole è il cameo di BJ The Chicago Kid in I Believe: la sua voce acuta e gioiosa si armonizza magnificamente con quella dell’artista principale, e aggiunge alla gioiosa traccia un’energia meritatissima.

Nemmeno la voce della Denalane è il classico timbro profondo che si assocerebbe al suo genere. È ariosa, delicata, giovanile e molto versatile, in piena armonia con le atmosfere che si propone di trasmettere. Rappresenta la chiave di volta di tutti i fattori che fanno funzionare Let Yourself Be Loved, a renderlo l’album gioioso che è, un album soul moderno in tutto e per tutto. C’è un altro incidente, infatti, che Joy Denalane riesce a scansare: un eccessivo attaccamento ai tropi vintage, che renderebbero l’album prevedibile e già sentito. La trappola nel quale era caduto a volte The Wild Card di Ledisi, che nonostante la sua innegabile qualità rimane uno dei lavori minori della signora per una ragione. Ma quella stessa trappola, Joy Denalane la schiva senza fatica. 

E senza nulla voler togliere alla bellissima voce di New Orleans, che come la Denalane non ha mai ottenuto il successo meritato, i punti positivi di Let Yourself Be Loved lo portano molto più in alto. Se non conoscete Joy Denalane non negate a voi stessi il piacere di scoprirla. Ha una canzone per ogni umore, per ogni pensiero e situazione, e sa interpretare tutte quante con la stessa maestria. Come il suo titolo, si sa far amare – e anche molto. 

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