Leiss: la melodia dell’Amore

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Cover di Leiss

Leiss è una giovane cantautrice di talento. Le sue canzoni sono fiabe che parlano d’Amore.

Perché “Leiss”?

“Ho scelto il nome Leiss perché è l’acronimo di ‘Letizia e i suoi sogni’ e mi piaceva l’idea di avere sempre accanto a me i miei sogni, a portata di mano. E anche perché io sono Letizia ma sono anche i miei sogni e volevo che questa cosa fosse chiara agli occhi degli altri, di modo che pensassero: questa è una ragazza con dei sogni”.

Quando nasce musicalmente Leiss?

“Da piccolina non ero molto legata alla musica. Non sono la classica ragazza che a 2 anni comincia a canticchiare le melodie delle canzoni. Mi ci sono avvicinata in modo più serio dopo un brutto periodo della mia adolescenza, che mi sono lasciata alle spalle compiuti 16 anni, e la musica era un modo per evadere da quel mondo che non mi piaceva. Era un modo per evadere e scappare in una realtà un po’ meno buia”.

“Sarta delle stelle” è il tuo ultimo singolo, che si discosta un po’ dai tuoi precedenti lavori.

“Questo brano è effettivamente un po’ diverso rispetto ai precedenti. È un po’ più particolare perché nasce in modo diverso, anche a livello di testo e musica, e ci sta che si sentano delle cose che non mi appartengono. Però sì, sono soddisfatta del risultato e alla fine, anche se diverso dai precedenti, questo brano mi appartiene”.

Come hai ottenuto questo sound?

“Per la base ricordo di aver dato al produttore, come riferimento, l’introduzione del brano Tsunami di Annalisa. Ricordo che era più su quel mood lì. In generale l’approccio è quello pop”.

Da “Incantesimi a “Sarta delle Stelle” hai dato vita a brani diversi tra loro. Lo fai perchè ti piace sperimentare o perchè sei alla ricerca di un tuo sound personale?

Incantesimi è nata in funzione del Premio Mia Martini, al quale ho partecipato. In quell’occasione ci hanno chiesto di preparare un inedito e lì mi sono detta: ‘In questo brano voglio mettere il mio mondo. Chi non mi conosce, voglio che mi conosca attraverso questa canzone’. Ho quindi cercato di descrivere le cose in cui credevo e in cui credo ancora adesso e ho parlato d’Amore, perché per me è essenziale parlare d’Amore. E anche a livello di arrangiamento e produzione ho voluto dare spazio alla parte più dolce di me. Sarta delle stelle è invece una brano a sé. Musicalmente parlando mi trovo più vicina a Incantesimi”.

Il tema delle favole ricorre nei tuoi brani: in “Incantesimi” citi la Alice di Carroll, in “Sarta delle stelle” la leggenda del Minotauro e nel videoclip ti vediamo nei panni di una moderna Bella Addormentata.

“Il tema delle fiabe si intreccia al tema dell’Amore. Mi piace paragonare la realtà alla favola e viceversa. In Incantesimi ho parlato della storia d’amore dei miei genitori, e lì la favola c’era ed era a lieto fine. In Sarta delle stelle parlo di un amore a senso unico, e qui c’è l’altra faccia della favola, che non ha un lieto fine. Mi sento un po’ come una principessa creativa che vuol raccontare le sue storie. Spesso, quando sono felice, mi ritrovo lì a scrivere lettere – perché più che canzoni io scrivo lettere – che contengono storie. E sono le favole che, secondo me, aiutano le persone a pensare: ‘Okay, è finita male ma c’è una speranza’”.

Le fiabe veicolano certi valori e si concludono con una morale: la tua musica anche?

“Sì, io cerco di trasmettere quello che sono, i miei valori… cerco di trasportarli. Spero arrivino. E spero di continuare a farlo anche con i miei prossimi lavori, un poco alla volta, incastrando un pezzo nell’altro, così da dire: ‘Io credo in questo e in quest’altro’. In Incantesimi c’è parecchio, ma anche in Sarta delle stelle”.

Visto il tuo amore per le fiabe, mi viene da chiederti se ne hai mai scritte, di fiabe.

“Ho ’sta fissa per le lettere. Scrivo lettere che non per forza hanno un destinatario. Scrivo lettere al mio cuore, per terapia”.

In “Sarta delle stelle” troviamo due leggende: quella del “filo rosso” e quella del Minotauro. Le hai messe insieme perché in entrambe compare un filo?

“Il motivo che le collega è esattamente quello: il filo. E le ho scelte per il contrasto che producono. Una, quella di Teseo e Arianna, parla di un amore che purtroppo finisce male: lui alla fine la lascia lì, nel labirinto, e verrà punito dagli dèi. La leggenda del “filo rosso” ha invece un lieto fine, lascia quella cosa che ti dà da pensare: ‘Okay, nel mondo c’è qualcuno che tiene l’altra estremità del mio filo e questa cosa mi dà speranza’”.

Con “Incantesimi” hai partecipato al Premio Mia Martini: che esperienza è stata?

“Avevo visto che giornali e social pubblicizzavano il premio, che poi è anche abbastanza conosciuto. Anche spronata dai miei genitori, che mi dicevano: ‘Perché non provi a metterti in gioco?’ mi sono convinta. Ho pensato che potesse essere un’esperienza di crescita personale, anche se io non amo la competizione ma mi piace crescere individualmente. Poi però sono stata felice di averlo fatto, perché mi ha lasciato dentro tante cose. Ho imparato la competizione si può vivere in modo diverso da come spesso ci fanno vedere, e cioè con il conflitto sempre presente. Si può viverla come condivisione e apprendere anche dagli altri. Io ho imparato tante cose dagli altri: come stare sul palco, come uscire dalla canzone e tante altre cose. Si è rivelata un’esperienza di crescita bellissima. Mi guardo indietro e mi dico che è stata la scelta giusta”.

Molti giovani cantautori, tuoi coetanei, provano la via del talent show. A te è mai passato per la testa?

“In realtà ci ho pensato, ma non mi sentivo pronta. Sto cercando di fare un percorso personale e individuale per arrivare pronta, ma è sicuramente nei miei progetti”

“Letizia e i suoi sogni”: quali sono i sogni che Letizia si augura di realizzare in futuro?

“Ho tanto progetti che legano la musica all’arte. Un sogno che non rivelo quasi mai, e che ho da sempre, è creare tipo dei concerti che siano per me e per gli altri scenari di arte e bellezza a 360°. Non solo musica, quindi, ma anche dipinti, danza e tanto altro. Una sovrapposizione di arti e… di moda, per esempio. Potrei collegare le mie canzoni ai vestiti che creo. Il vestito che c’è nel videoclip di Sarta delle stelle è una mia creazione. Mi piacerebbe quindi esprimermi con la musica come stella principale, attorno alla quale ruotino poi tanti progettini”.

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