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Il Monte-Carlo Film Festival e il Casinò di Sanremo: un gemellaggio nel segno del grande cinema

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Il Casinò di Sanremo rafforza il proprio legame con il Monte-Carlo Film Festival de la Comédie, ospitando nel Teatro dell’Opera una serata speciale che ha sancito un vero e proprio gemellaggio tra la città ligure e il Principato di Monaco, nel segno del cinema, del glamour e della grande commedia internazionale.

Protagonista della serata è stato Ezio Greggio, ideatore e anima storica del Festival monegasco, premiato con il Gran Trofeo “120 anni Casinò di Sanremo”. Insieme a lui, sul palco, sono saliti alcuni volti amatissimi dal pubblico: Franco Nero, Massimo Boldi, l’attrice spagnola Teresa Riott (nota per la serie Netflix Valeria) e la modella e attrice Madalina Ghenea, già co-conduttrice del Festival di Sanremo.

A fare gli onori di casa, l’assessore al turismo del Comune di Sanremo Alessandro Sindoni, il presidente e amministratore delegato del Casinò Giuseppe Di Meco, l’assessore regionale Luca Lombardi e i consiglieri del Casinò Sonia Balestra e Mauro Menozzi, che hanno consegnato i riconoscimenti agli ospiti davanti a un teatro gremito.


Sanremo alla serata di gala di Montecarlo

Il legame tra Sanremo e il Monte-Carlo Film Festival proseguirà sabato 15 novembre, quando una delegazione di cittadini sanremesi, insieme a rappresentanti dell’amministrazione comunale e del Casinò, raggiungerà il Principato di Monaco a bordo di un pullman organizzato ad hoc per partecipare alla serata di gala della 22ª edizione del Festival, in programma al Grimaldi Forum.

Si tratta della serata conclusiva, dedicata alle premiazioni, alla presenza di numerose personalità del cinema e della televisione internazionale, in una cornice in cui mondanità, cultura e valorizzazione della commedia si intrecciano.


Una giuria d’eccezione e ospiti internazionali

La Giuria della 22ª edizione del Monte-Carlo Film Festival è presieduta da Claudia Gerini e composta, tra gli altri, da Franco Nero, Teresa Riott e dall’attore, regista e produttore Daniel McVicar, conosciuto dal grande pubblico per il ruolo di Clark Garrison nella soap Beautiful e protagonista di numerose produzioni internazionali.

La serata di gala vedrà anche la presenza di ospiti a sorpresa che affiancheranno Ezio Greggio sul palco, in un evento di alto profilo patrocinato da S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco, a testimonianza del prestigio e del respiro internazionale raggiunti dal Festival.


Le parole delle istituzioni: “Un gemellaggio che può andare lontano”

L’assessore al turismo Alessandro Sindoni ha espresso grande soddisfazione per l’evento ospitato a Sanremo, sottolineando come la serata sia stata l’occasione per rinsaldare gli storici legami con il Principato di Monaco attraverso il cinema e la commedia, e come il gemellaggio rappresenti l’inizio di una collaborazione da coltivare nel tempo.

Sulla stessa linea il Consiglio di Amministrazione del Casinò di Sanremo: il presidente Giuseppe Di Meco e i consiglieri Sonia Balestra e Mauro Menozzi hanno parlato di una cerimonia intensa e partecipata, che ha suggellato un’alleanza capace di “andare lontano”, grazie alla forza di un format che unisce glamour, cultura e grande cinematografia italiana. Particolarmente emozionante la standing ovation dedicata a Franco Nero, segno del forte legame tra pubblico e grandi interpreti del nostro cinema.


Cinema, glamour e territori: una collaborazione strategica

La collaborazione tra il Casinò di Sanremo e il Monte-Carlo Film Festival de la Comédie va oltre la dimensione simbolica: rappresenta una sinergia strategica tra due realtà iconiche dell’area mediterranea, entrambe storicamente legate al mondo del cinema, dello spettacolo e dell’intrattenimento.

Per Sanremo, questo gemellaggio significa rafforzare il proprio ruolo di città dei festival e dell’arte, non solo musicali, ma anche cinematografici. Per il Monte-Carlo Film Festival, è l’occasione per consolidare il rapporto con il pubblico italiano e con un territorio che condivide la stessa vocazione turistica e culturale.

Insieme, Casinò di Sanremo e Monte-Carlo Film Festival costruiscono un racconto comune fatto di eventi, ospiti internazionali, promozione dei territori e valorizzazione del cinema comico e di qualità, confermando come la settima arte possa essere ponte privilegiato tra città, Paesi e pubblici diversi.

Zelig compie 40 anni: un libro racconta la “Repubblica” della comicità italiana

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Quarant’anni fa era un piccolo locale milanese di via Lecco, frequentato da attori, musicisti, comici in cerca di un palco libero e di un pubblico curioso. Oggi il suo nome è sinonimo stesso di comicità: Zelig. Per celebrare questo anniversario, arriva in libreria “ZELIG REPUBLIC – Storia del cabaret più famoso d’Italia”, il nuovo libro del cantautore, drammaturgo e chansonnier Giangilberto Monti, edito da Compagnia Editoriale Aliberti.

Un volume che ricostruisce, per la prima volta in maniera organica, la parabola dello storico locale milanese: dall’esordio come spazio di ricerca e sperimentazione, al boom televisivo, fino alle trasformazioni più recenti.

Dal club alla TV: storia di un “caso” italiano

Il libro, impreziosito dalla prefazione di Giobbe Covatta e dalle interviste curate dal giornalista Vito Vita, racconta Zelig come un vero e proprio “ecosistema”: un laboratorio creativo che ha rivoluzionato il modo di fare cabaret e stand-up in Italia, creando un linguaggio, un pubblico e un’intera generazione di artisti.

Attraverso documenti inediti, fotografie d’epoca, aneddoti e testimonianze dirette, Monti porta il lettore dietro le quinte di un fenomeno culturale che ha lasciato il segno. Sul palco del locale – e poi del programma televisivo – sono passati, tra gli altri:

  • Antonio Albanese
  • Paolo Rossi
  • Claudio Bisio e Silvio Orlando
  • Elio e le Storie Tese
  • Checco Zalone
  • Giobbe Covatta e Gene Gnocchi
  • la Gialappa’s Band e Gabriele Salvatores
  • Ficarra & Picone
  • Aldo, Giovanni & Giacomo

Una costellazione di nomi che, da Zelig, ha preso slancio verso cinema, teatro, televisione, disegnando la mappa della comicità italiana dagli anni ’80 a oggi.

“Zelig Republic”: dentro la macchina del cabaret

“ZELIG REPUBLIC” non è solo un libro di memoria, ma un vero viaggio tra palcoscenico e backstage: si entra nella storia del locale e, insieme, nelle dinamiche artistiche e societarie che lo hanno reso un caso unico.

Monti racconta:

  • come si selezionavano i comici,
  • come si costruivano le serate,
  • quali equilibri si muovevano fra sperimentazione, rischio e programmazione,
  • come il linguaggio del cabaret si è evoluto fino a diventare prodotto televisivo di punta.

Il volume è disponibile in tutte le librerie e negli store digitali e si rivolge tanto agli appassionati di comicità quanto a chi è curioso di capire cosa succede “dietro il sipario” di un luogo che ha segnato un’epoca.

Un tour tra parole, musica e ironia

Per accompagnare l’uscita del libro, Giangilberto Monti sarà protagonista di una serie di presentazioni-spettacolo, in cui il racconto editoriale si intreccia con musica, aneddoti e omaggi al teatro-cabaret.

Questi i prossimi appuntamenti:

  • 15 novembre – Teatro del Navile, Bologna – ore 21.00
    Monti sarà in scena insieme al cabarettista e musicista Stefano Nosei, al cantautore Paco d’Alcatraz e al cabarettista Bob Messini. Conduce la serata il cabarettista e scrittore Eros Drusiani.
  • 27 novembre – Circolo dei Lettori, Torino – ore 18.00
    Incontro nella Sala Gioco con il critico e attivista culturale Oliviero Ponte di Pino, con la partecipazione del comico e cantautore Marco Carena e del giornalista Vito Vita.
  • 28 novembre – Teatro Munari, Milano – ore 18.00
    All’interno della serata dedicata al cinquantesimo anniversario del Teatro del Buratto, Monti presenterà “Zelig Republic” in una breve performance che unisce racconti e brani musicali.

A Bologna l’evento è ospitato dal Teatro del Navile con ingresso riservato ai soci Arci (prenotazione online). A Torino, tutte le informazioni sono disponibili sul sito del Circolo dei Lettori, mentre la presentazione al Teatro Munari sarà parte di un evento su invito dedicato alla storia del Teatro del Buratto.

L’autore: Giangilberto Monti, tra canzone d’autore e storia del cabaret

Giangilberto Monti è una figura poliedrica della scena culturale italiana: chansonnier, scrittore, autore teatrale, produttore artistico e studioso della canzone francese e del cantautorato.

Allievo di Dario Fo sul palcoscenico, ha pubblicato per Garzanti dizionari sulla canzone d’autore e sulla comicità italiana, ha scritto testi per attori e comici, ha composto canzoni per altri interpreti e firmato una ventina di album dal 1978 a oggi.

Molti dei suoi progetti teatrali e musicali sono nati e cresciuti proprio a Milano, città di Zelig e città di cabaret per eccellenza, con cui Monti intrattiene da anni un dialogo creativo continuo.

Con “ZELIG REPUBLIC – Storia del cabaret più famoso d’Italia”, il suo sguardo si fa racconto collettivo: un modo per restituire memoria a un luogo che ha cambiato la comicità italiana e, insieme, per fotografare quarant’anni di trasformazioni culturali, artistiche e sociali viste da un palcoscenico che, da via Lecco in poi, non ha mai smesso di far ridere – e pensare.

Diane Kruger protagonista del thriller psicologico “LITTLE DISASTERS – L’ERRORE DI UNA MADRE”

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Arriva anche in Italia LITTLE DISASTERS – L’ERRORE DI UNA MADRE, thriller psicologico in sei episodi tratto dal romanzo bestseller di Sarah Vaughan (Anatomy of a Scandal).
La serie debutterà con tutti gli episodi giovedì 11 dicembre in esclusiva su Paramount+ in Italia, oltre che negli Stati Uniti, Canada, Germania, Svizzera, Austria e America Latina.

È stato diffuso il trailer ufficiale della serie, insieme al key art e alle prime immagini promozionali.


Una maternità sotto accusa

LITTLE DISASTERS – L’ERRORE DI UNA MADRE racconta l’amicizia decennale tra Jess (Diane Kruger), Liz (Jo Joyner), Charlotte (Shelley Conn) e Mel (Emily Taaffe): quattro donne che si sono conosciute durante la gravidanza, accomunate solo dalla data del parto, ma rimaste legate nel tempo da un rapporto profondo.

L’equilibrio si rompe quando Jess, madre apparentemente perfetta e casalinga modello, arriva al pronto soccorso con la figlia piccola, che presenta una ferita alla testa che la donna non riesce a spiegare in modo convincente.
Ad accoglierla in ospedale è proprio l’amica Liz, di turno come dottoressa, costretta a prendere una decisione lacerante: chiamare o no i servizi sociali?

Da quella telefonata – o dalla scelta di non farla – prende il via una catena di eventi che mette in crisi:

  • la loro amicizia,
  • la fiducia reciproca,
  • e l’immagine stessa della maternità come ruolo “perfetto” e inattaccabile.

Un cast corale per un dramma ad alta tensione

Accanto a Diane Kruger, al centro della storia nel ruolo di Jess, la serie può contare su un cast corale di grande livello:

  • Jo Joyner (The Wives, For Her Sins)
  • Shelley Conn (Gen V, Bridgerton)
  • Emily Taaffe (The Rising)
  • JJ Feild (Austenland, The Peripheral)
  • Ben Bailey Smith (Star Wars: Andor)
  • Patrick Baladi (Ted Lasso)
  • Stephen Campbell Moore (Masters of the Air)

Le loro interpretazioni sostengono un racconto che intreccia realismo quotidiano e tensione psicologica, mostrando il lato più fragile – e meno raccontato – della maternità contemporanea: paure, senso di colpa, pressione sociale, crolli emotivi.


Dalla pagina allo schermo: un adattamento ad alta intensità

Prodotta dal team BAFTA® winner di Roughcut Television (COMA, Big Boys) in collaborazione con Fremantle, la serie ha debuttato nel Regno Unito e in Irlanda ottenendo ottimi consensi di critica, proprio per la capacità di restare fedele al realismo del romanzo di Sarah Vaughan e, allo stesso tempo, di trasformarlo in un racconto televisivo dal ritmo serrato.

LITTLE DISASTERS – L’ERRORE DI UNA MADRE è diretta dalla candidata ai BAFTA Eva Sigurðardóttir (Good Night, Rainbow Party), che firma una regia capace di tenere insieme:

  • suspense,
  • profondità psicologica,
  • uno sguardo intimo sulle crisi interiori dei personaggi.

L’adattamento per lo schermo è firmato da Ruth Fowler e Amanda Duke.
Ash Atalla, Alex Smith e Marianna Abbotts sono produttori esecutivi per Roughcut Television, con Sarah Vaughan stessa coinvolta come produttrice esecutiva. Per Fremantle, la produzione esecutiva è di Judd, mentre Myf Hopkins è produttrice. Fremantle cura anche la distribuzione internazionale.


Un ritratto inquietante (e necessario) della maternità

Tra thriller psicologico e dramma relazionale, LITTLE DISASTERS – L’ERRORE DI UNA MADRE esplora il lato meno patinato della maternità: quello fatto di notti insonni, crolli, vergogna, aspettative impossibili da sostenere.

La serie interroga lo spettatore su domande difficili:

  • che cosa significa davvero essere una “brava madre”?
  • quanto conosciamo le persone che ci stanno accanto?
  • cosa succede quando un singolo errore mette in discussione un’intera vita?

Con Diane Kruger al centro di un racconto teso e doloroso, la serie promette di essere una delle proposte più intense del catalogo Paramount+ di fine 2025.

“Harry e Sally”: il nuovo singolo di Francesco Di Fiore, tra amore, nostalgia e pop contemporaneo

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Ora anche in radio

Dopo aver conquistato pubblico e giudici a X Factor con quattro “sì” unanimi e una versione intensa di Before You Go di Lewis Capaldi, il giovanissimo cantautore toscano Francesco Di Fiore (18 anni) torna con un nuovo brano che conferma il suo talento: “Harry e Sally”, già disponibile su tutte le piattaforme digitali per MTmusic e ora in rotazione radiofonica.

In meno di un mese il singolo ha superato 45.000 ascolti su Spotify, segnando un traguardo importante per un artista uscito alle Last Call ma rimasto nel cuore di molti spettatori.


Un amore che finisce, ma continua nelle canzoni

“Harry e Sally” è un racconto di fine di un amore visto da dentro, senza scorciatoie e senza melodrammi forzati. Francesco alterna malinconia e dolcezza, mettendo in fila piccoli gesti e abitudini condivise che, dopo una rottura, diventano improvvisamente vuoti.

La frase:

“E con chi ascolterò Battisti adesso,
con chi guarderò i vinili in centro…?”

è una fotografia perfetta di quel momento sospeso in cui ci si rende conto che non è solo la persona a mancare, ma tutto un modo di stare al mondo insieme a lei.

Musicalmente il brano è un pop contemporaneo e sincero, prodotto da Giovanni Cannarozzo, che fonde:

  • chitarre leggere,
  • piano,
  • inserti elettronici misurati,

lasciando spazio alla voce calda e riconoscibile di Francesco, vero fulcro emotivo del pezzo.


Da “Harry ti presento Sally” alla vita reale

Il titolo richiama la celebre commedia romantica americana “Harry ti presento Sally”, ma nel brano diventa metafora di un amore reale, imperfetto, quotidiano.

Volevo finisse come Harry e Sally”: il sogno di un lieto fine da film si scontra con la vita vera, e Francesco lo racconta con una sincerità disarmante, senza vittimismi, ma con tutta la nostalgia di un ragazzo che ha già imparato cosa significa perdere qualcuno importante.


Il videoclip: immagini che amplificano la dolce malinconia

Il singolo è accompagnato da un video ufficiale diretto da Oscar Serio, disponibile su YouTube:
🎬 https://youtu.be/0OBP4Gp5TL4?si=pppQ2dz5vKZGRHoQ

Le immagini amplificano la dolce malinconia del brano, lavorando sui non detti, sugli sguardi, sugli spazi vuoti che una storia d’amore lascia dietro di sé. È un racconto visivo che cammina accanto alla canzone senza sovrastarla, rafforzando la sensazione di verità che attraversa tutto il pezzo.


Chi è Francesco Di Fiore

Francesco canta da quando era bambino e negli anni ha collezionato numerosi concorsi musicali vinti, distinguendosi per:

  • una spiccata sensibilità interpretativa,
  • un timbro vocale personale, capace di trasformare ogni parola in emozione.

L’esperienza a X Factor lo ha fatto conoscere a un pubblico più ampio, mettendo in luce la sua capacità di stare sul palco con naturalezza nonostante la giovane età.

Oggi fa parte del roster MTmusic, seguito da un team di management formato da Mary Tondato, Roberto Ammannati e Fabio Ceccanti, da sempre attenti alla nuova scena musicale italiana e alla crescita a lungo termine dei giovani artisti.

Con “Harry e Sally”, Francesco Di Fiore inaugura una nuova fase artistica, in cui unisce:

  • scrittura d’autore,
  • autenticità,
  • sonorità pop attuali,

mostrando una maturità sorprendente per i suoi 18 anni.

“Silence”: il nuovo singolo dei Roommates che invita ad ascoltarsi davvero

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Da oggi, venerdì 14 novembre 2025, è disponibile su tutti gli store digitali “Silence”, il nuovo singolo dei Roommates, estratto dal disco “Outside” (Vrec Music Label / Audioglobe). Un’uscita simbolica, che arriva esattamente un anno dopo la pubblicazione dell’album (15 novembre 2024) e ne approfondisce il lato più intimo e riflessivo.

L’annuncio arriva mentre la band si prepara anche all’ultimo live del 2025, in programma:

📌 Giovedì 18 dicembre – Sanremo (IM) · Vice

Un’occasione per ascoltare “Silence” dal vivo e chiudere l’anno insieme alla band.


Da “To Count” a “Silence”: dall’esterno verso l’interno

Dopo l’irriverente critica sociale di “To Count”, i Roommates cambiano prospettiva e, con “Silence”, portano il discorso su un piano più interiore.

Se i singoli precedenti esploravano ciò che incontriamo “fuori” – persone, eventi, oggetti, situazioni che plasmano la nostra esistenza – questo nuovo brano fa il movimento opposto: richiama all’ascolto di sé stessi.

“Silence” è, a tutti gli effetti, un invito a:

  • fermarsi,
  • ridurre il rumore,
  • riconoscere i segnali che corpo e mente inviano,
  • usare queste percezioni come bussola per affrontare il mondo esterno.

Con una atmosfera sospesa e introspettiva, la canzone racconta che non si può davvero “uscire” da sé stessi se prima non si è pronti. La frenesia quotidiana, il bombardamento di stimoli, l’ansia di prestazione rischiano di allontanarci da ciò che siamo davvero.

La risposta, suggeriscono i Roommates, sta nel silenzio: dare tempo a sé stessi, accogliere i propri limiti, trasformarli in strumenti di crescita. Solo così diventa possibile, come recita il brano, “andare oltre la cascata. Senza paura.”


Lyric video, live video e una copertina “aumentata”

La release di “Silence” è accompagnata da un lyric video firmato da Stefano Mastronicola, disponibile su YouTube, che mette al centro parole e atmosfera, creando un ponte diretto tra testo e ascoltatore.

È previsto anche un live video dedicato al brano, pensato per catturare l’energia e la compattezza della band sul palco, elemento centrale dell’identità dei Roommates.

La copertina di “Silence” porta la firma di Luca Sannino ed è stata realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, aggiungendo un ulteriore livello di suggestione visiva: un’immagine che dialoga con i temi del brano, tra sospensione, profondità e ricerca interiore.


“Silence” dentro “Outside”: il terzo capitolo dei Roommates

Il singolo è parte di “Outside”, terzo lavoro in studio dei Roommates, uscito il 15 novembre 2024 in versione vinile + CD (con due bonus track) per Vrec Music Label / Audioglobe.

L’album vede una squadra di produzione di alto profilo:

  • Produzione artistica: Pietro Foresti
  • Mix: Vincenzo “Jack” Giacalone
  • Mastering: Rich Veltrop (USA), già al lavoro con System of a Down, Rage Against the Machine, A Perfect Circle

“Outside” è un disco che mette al centro il rapporto tra individuo e realtà esterna, tra spinta a uscire dal proprio guscio e bisogno di protezione. “Silence”, in questo contesto, rappresenta un momento di rottura consapevole: una pausa, un respiro, un ritorno all’essenziale prima di affrontare di nuovo il mondo.


Chi sono i Roommates

I Roommates sono una band italiana di rock alternativo attiva dal 2012, un progetto costruito su un forte legame umano oltre che musicale: veri e propri “compagni di stanza” che condividono un percorso intenso e coerente.

La formazione:

  • Davide Brezzo – chitarra e voce
  • Danilo Bergamo – chitarra e voce
  • Marco Oreggia – basso e voce
  • Alessio Spallarossa – batteria (già noto per il suo lavoro con i Sadist)

Il loro suono unisce impatto rock, attenzione alle melodie e una scrittura che alterna critica sociale, introspezione e immagini potenti.

“Song4Emilia”: il nuovo video dei Lokomorf, un racconto di smarrimento e rinascita

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“Song4Emilia” è il nuovo video dei Lokomorf, trio internazionale nato intorno alla visione artistica del bassista e autore toscano Rod Catani. Il brano è tratto dal recente album “36AM”, uscito per Level Up Dischi, e trova nel videoclip la sua naturale prosecuzione visiva: un racconto carico di pathos, mistero e umanità.

Se il disco esplora atmosfere notturne, intime e urbane, “Song4Emilia” condensa in pochi minuti il cuore emotivo del progetto, mettendo al centro una figura femminile sospesa tra smarrimento, ricerca di sé e desiderio di libertà.


Un video autoprodotto, nato da amicizia e passione

Nel pieno stile Lokomorf, il video di “Song4Emilia” è totalmente autoprodotto, realizzato con budget zero ma con un’enorme quantità di passione, entusiasmo e talento condiviso.

Alla regia c’è Aaron Lobb, professionista affermato nel campo del video-marketing, che ha colto in questo progetto l’occasione per sperimentare per la prima volta il linguaggio del videoclip musicale. Lavorando fianco a fianco con Catani alla sceneggiatura, ha contribuito a far emergere strati narrativi e simbolici della storia che neanche l’autore inizialmente aveva pienamente messo a fuoco.

La protagonista del video è Alejandra Serrano Cortès, vicina di casa di Rod e calciatrice semi-professionista, qui al suo esordio davanti alla macchina da presa. Pur non essendo attrice, è riuscita a dare al personaggio di Emilia una presenza autentica, intensa e riconoscibile, racchiudendo in sé fragilità, forza e una grazia istintiva.

Le riprese sono state realizzate in un solo pomeriggio e una notte, con una “crew” composta esclusivamente dai tre: regista, protagonista e Rod, impegnato in tutto ciò che serviva sul set – dai trasporti alla logistica, dalla gestione dei tempi al supporto tecnico. Tra trasferimenti in auto, piogge improvvise e passanti curiosi, il video è nato come una piccola impresa collettiva, vissuta come un’avventura intensa e gratificante.


Girato con mezzi semplici, ma con un’idea precisa

Per scelta etica e necessità pratica, il video è stato realizzato con strumenti accessibili a tutti: principalmente telefono cellulare, cinepresa e treppiede, con qualche supporto tecnico extra introdotto da Aaron per esigenze specifiche.

L’obiettivo non era nascondere i limiti, ma spremere al massimo le potenzialità dei mezzi disponibili, puntando su:

  • ingegno,
  • sensibilità estetica,
  • capacità di adattarsi alle condizioni reali (luce, meteo, spazi, tempi).

Cinema e musica, racconta Rod, si sono rivelati due linguaggi diversi ma ugualmente complessi: da una parte campi visivi, luce, movimento, dall’altra ritmo, tono e intensità sonora. La decisione più coerente è stata quindi lasciare ad Aaron pieno controllo sulla componente visuale, mentre Rod manteneva il ruolo di autore della canzone e “coscienza narrativa” del progetto.

Ne è nato un lavoro rapido, intenso e coinvolgente, costruito in un mese vissuto tra famiglie, lavoro, impegni quotidiani e la volontà di portare a termine un’idea condivisa.


Chi è Emilia: tra smarrimento e ricerca di sé

SONG4EMILIA è la storia verosimilmente tragica di una persona come tante che, a un certo punto, perde l’orientamento e si ritrova in un labirinto senza uscita”, racconta Rod Catani.

Emilia incarna la figura di una donna che si muove in un mondo spesso ostile, fatto di illusioni e trappole emotive, in cui la vulnerabilità viene sfruttata e la ricerca di sé è costantemente messa alla prova.

Ma il video può essere letto anche come:

  • una celebrazione dello sforzo di autorealizzazione,
  • il racconto di chi tenta di sfuggire alle norme imposte per rincorrere il proprio io autentico,
  • una riflessione sul potenziale inespresso che ciascuno porta dentro di sé e che richiede lavoro, coraggio e, non da ultimo, una certa dose di fortuna.

Emilia è sospesa tra impulso e fragilità, tra desiderio di fuga e necessità di resistere. La scelta di affidare il ruolo ad Alejandra – con la sua storia di atleta abituata alla disciplina, alla fatica, alla competizione – rende il personaggio ancora più credibile: nell’equilibrio tra forza fisica e delicatezza emotiva, tra eleganza e potenza, c’è la chiave visiva di tutto il video.


Lokomorf: un progetto internazionale nato dall’esperienza di Rod Catani

Alla base dei Lokomorf c’è il percorso di Rod Catani, bassista e autore italiano, classe ’71, cresciuto a Pistoia e formato sulle linee di McCartney e Waters, tra Springsteen, Beatles e Pink Floyd.

Dagli esordi negli anni ’80 con le prime band locali, passando per esperienze nel reggae con i RagaRiddim e nei LokomotivStakanof, Catani ha collezionato anni di scrittura, concerti e registrazioni.

Nel 2000 si trasferisce a Londra, dove suona con gli TheShook nel circuito underground (The Borderline, Barfly, MetroClub, WaterRats), affinando un suono di basso riconoscibile: groove pulsante, distorsione, fingerpicking robusto. Collabora anche con progetti di alto livello come Bethia Beadman, DrillQueen, The Velcros, fino al trasferimento a Valencia nel 2008.

È qui che, grazie a GarageBand e a un nuovo periodo di scrittura, nascono i semi di Lokomorf. L’album “36AM” prende forma insieme al chitarrista/produttore Luis Martinez Marco, al batterista Jose Marco (La Habitación Roja) e alla cantante Ana Vidal, registrato ai Little Canyon Studios e pubblicato in modo indipendente.

Nel 2025 il progetto si consolida: alla batteria si unisce il musicista russo Dmitri Nabilkov, Lokomorf firma con Level Up Dischi e, nell’ottobre dello stesso anno, entra in formazione il chitarrista Larry Mansdorf da New York, portando nuovi colori e contaminazioni all’identità della band.


“Song4Emilia”: una storia piccola, un tema universale

“Song4Emilia” è, allo stesso tempo, una piccola storia e un racconto universale. Racconta una persona, ma parla di molte persone: di chi si perde, di chi tenta lo stesso di trovare un’uscita, di chi non vuole rinunciare all’idea di diventare ciò che sente di poter essere.

Nel video, come nella canzone, il dolore e lo smarrimento non vengono negati, ma attraversati. È forse qui che si colloca la forza dei Lokomorf: nel raccontare la fragilità senza compiacersene, e nel cercare, anche dentro un labirinto, una direzione possibile.

Per chi vuole seguire la band e i prossimi sviluppi del progetto, i Lokomorf sono presenti su Instagram:
👉 https://www.instagram.com/lokomorf/Ragionamento

“Cosa vuol dire amore”: il nuovo singolo di Alessandro D’Iuorno tra introspezione e verità

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Una domanda che è più un viaggio che una risposta: con il nuovo singolo “Cosa vuol dire amore”, in uscita il 14 novembre 2025, il cantautore fiorentino Alessandro D’Iuorno torna sulla scena con un brano maturo, fragile e lucidissimo, che mette al centro l’unico tema che sembra non esaurirsi mai: l’amore, appunto.

Non lo so cosa vuol dire ‘amore’”: è da qui che parte la canzone, con una frase che non è solo un incipit, ma una dichiarazione di onestà. Nessuna certezza da manuale, nessuna risposta confezionata: D’Iuorno sceglie di dire “non lo so”, e proprio in questo spazio di dubbio costruisce un racconto potente.

Il singolo è stato registrato a Poggio La Pieve di Calenzano (Firenze) e nasce da un periodo di forte ricerca personale, che l’artista ha in parte trascorso anche a Malta, dove il brano ha preso forma definitiva.


Un viaggio nelle ombre (e nella loro luce)

Cosa vuol dire amore” è un brano che non idealizza il sentimento, ma lo guarda dritto in faccia, con tutte le sue contraddizioni. L’amore, qui, non è solo rifugio: è anche messa in discussione, paura, cambiamento.

La frase:

“Se c’è una cosa che ho capito è che si cambia,
se quell’ombra che è dentro di te esce quando viene il sole”

diventa la chiave di lettura dell’intero pezzo.
È l’idea che la trasformazione non avviene evitando le proprie ombre, ma lasciando che vengano alla luce. Solo così, sembra suggerire D’Iuorno, si può davvero rinascere.

Nel testo emergono:

  • la difficoltà di amare,
  • la paura di sentire troppo,
  • il desiderio quasi ostinato di rimanere autentici in un mondo che, spesso, premia la superficialità e la mediocrità.

Il risultato è un racconto adulto, senza sconti, ma profondamente umano.


Il videoclip: un uomo che si toglie le maschere

Il brano trova una sua naturale estensione nel videoclip ufficiale, realizzato da Viral Production di Luigi Benelli di Maro e Marco Marroni.

Girato nella suggestiva cornice di Poggio alla Pieve, il video gioca su contrasti e atmosfere:

  • momenti di introspezione e di apparente immobilità,
  • aperture di libertà, movimento, respiro,
  • una tensione continua tra peso e leggerezza.

Il protagonista è un uomo che, scena dopo scena, sembra spogliarsi simbolicamente delle proprie maschere, avvicinandosi a una versione più nuda e sincera di sé.
La regia lavora con uno sguardo quasi cinematografico: ogni gesto, ogni inquadratura, ogni sguardo aggiunge un tassello a una narrazione che parla anche quando le parole si fermano.

È una vera e propria fusione tra musica, fotografia e racconto, che conferma il sodalizio artistico tra D’Iuorno e il team di Viral Production, già riconosciuti per la capacità di restituire emozioni forti con immagini essenziali e mai ridondanti.


Una canzone come specchio

Cosa vuol dire amore” non è solo un singolo da ascoltare: è una sorta di specchio emotivo.

D’Iuorno non offre definizioni, ma domande. Non costruisce una favola romantica, ma un invito a guardarsi dentro, a:

  • fermarsi,
  • ascoltarsi,
  • riconoscere quella parte di sé che, come canta lui, “esce quando viene il sole”.

È una canzone per chi ha smesso di credere agli slogan sull’amore, ma non ha smesso di cercarne il senso.
Per chi sa di essere cambiato, ferito, scalfito, ma ha ancora voglia di tendere la mano a qualcosa – o qualcuno – che valga la pena.


Biografia – Chi è D’Iuorno

Alessandro D’Iuorno, in arte D’Iuorno, nasce e cresce a Firenze.

Il suo esordio discografico arriva nel 2012 con l’album “Ho capito abbastanza” (Controrecords / Newmodellabel, distribuzione Audioglobe), accolto positivamente dalla critica di settore. Proprio questo lavoro gli apre la strada all’incontro con Giorgio Canali, che lo vuole in apertura di alcuni suoi concerti durante il tour di presentazione.

Dal rapporto artistico e umano con Canali nasce il secondo disco, “Diversamente capace”, registrato tra lo studio Larione 10 di Firenze e la casa dello stesso Canali, che firma la produzione artistica e gli arrangiamenti. L’album esce il 12 maggio 2015 e viene accompagnato da un’attività live intensa, tra concerti e interviste radiofoniche, raccogliendo ottime recensioni.

A fine 2016, però, un improvviso stop per problemi personali interrompe la corsa del progetto. D’Iuorno non smette di scrivere, rielabora, si rimette in piedi, finché nel 2018 incontra il bassista e compositore Alessio Dell’Esto (Grosseto). Da questa collaborazione nasce “SS223”, raccolta di brani nuovi e passati, che segna una nuova fase del suo percorso.

Dopo la presentazione di “SS223” arriva la pandemia, che lo spinge ulteriormente alla sperimentazione. È in questo periodo che esce il singolo “1984”, nuova tappa di una ricerca sonora e narrativa personale.

Nel 2024 pubblica “Firenze ci crede”, un brano dedicato alla Firenze popolare in cui è cresciuto, fatta di tradizioni, persone e quartieri vissuti.

Nel frattempo inizia a lavorare a nuovo materiale e trascorre l’inverno a Malta, dove nasce il seme di “Cosa vuol dire amore”, che sceglie di pubblicare come ultimo singolo a sé stante prima del nuovo capitolo discografico previsto nel 2026: un album che raccoglierà il percorso di questi anni e le nuove direzioni artistiche intraprese.

“Confiteor – Come scoprii che non avrei fatto la rivoluzione” al Nuovo Cinema Aquila di Roma con Edoardo Pesce e Wilma Labate

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Lunedì 17 novembre, alle 21.00, il Nuovo Cinema Aquila di Roma (Via L’Aquila 66/74) ospita una proiezione speciale di
“Confiteor – Come scoprii che non avrei fatto la rivoluzione”, alla presenza di Edoardo Pesce e Wilma Labate, che introdurranno il film in sala incontrando il pubblico.

L’opera, diretta e interpretata da Bonifacio Angius, è uscita nelle sale italiane il 16 ottobre ed è distribuita da Obiettivo Cinema in collaborazione con Il Monello Film. Dopo il passaggio alle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia, dove ha conquistato il Premio Lizzani, il film sta girando le principali città italiane in un tour che intreccia distribuzione e incontri dal vivo.


Un cast corale per una commedia amara che si fa dramma

“Confiteor – Come scoprii che non avrei fatto la rivoluzione” si avvale di un cast corale che vede, accanto ad Angius, interpreti come Edoardo Pesce, Michele Manca, Massimiliano Nocco, oltre alla partecipazione amichevole di Geppi Cucciari.

Il film è prodotto da Bonifacio Angius per Il Monello Film, insieme ad Andrea Leone e Antonella Di Martino per Mosaicon Film, e ad Alessandro Leone e Marta Leone per la società polacca Agresywna Banda.

Si tratta del quarto lungometraggio di Angius dopo Perfidia, Ovunque proteggimi e I giganti: ancora una volta il regista si confronta con una materia narrativa complessa, firmando non solo la regia ma anche la sceneggiatura, la direzione della fotografia e la produzione.

Il film è realizzato con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione Sardegna Film Commission, di Los Siglos De Los Siglos e UCI.


Rabbia, tenerezza e violenza quotidiana: l’universo di “Confiteor”

Nelle parole del regista, “Confiteor” nasce da una serie di suggestioni, alcune profondamente personali e autobiografiche. Al centro, un intreccio di sentimenti contrastanti: rabbia, tenerezza, ironia, cinismo, fragilità, furore, e soprattutto quella violenza che attraversa la vita di tutti i giorni.

Non una violenza spettacolare, ma quella:

  • che si insinua nei gesti e nei silenzi,
  • che vive negli sguardi e nelle parole,
  • a volte inconsapevole e sotterranea,
  • altre volte lucida, subdola, premeditata.

Il film si configura come una commedia amara che scivola continuamente nel dramma per poi ritornare alla commedia, in un movimento costante che rispecchia l’oscillazione emotiva dei personaggi e, più in generale, della condizione umana.


La storia di Gianmaria: una famiglia, un crollo, un lutto sospeso

A guidare il racconto è la voce di Gianmaria, protagonista e narratore di una vicenda che parte da un’infanzia condivisa e quasi “tribale”:

fin da bambino, Gianmaria ha vissuto in un unico grande palazzo di famiglia, insieme a cugini, zii, nonni, tutti vicini di casa e di vita. Si faceva tutto insieme: persino la spesa nello stesso negozio.
C’era Zio Gianni, che abitava nel garage ed era “fidanzato con una Ferrari”; al primo piano Zia Anna e Zio Nicola; al secondo Zio Raffaele, quello giudicato “cattivo e tirchio”, con i suoi tre figli: Filippo, Luca e Silvietta. Proprio Silvietta faceva battere forte il cuore di Gianmaria.

L’equilibrio familiare si spezza quando il padre di Gianmaria finisce in ospedale per quasi un anno. Al suo ritorno, nulla è più come prima:
l’uomo non ricorda il nome del figlio, non conosce più la propria identità. La madre, stremata, arriva a confessare che forse sarebbe stato meglio se fosse morto, salvo poi sentirsi subito in colpa e scoppiare in lacrime.

Gianmaria, invece, non piange mai.
La madre è convinta che a nessuno importi più di quel padre ormai “svuotato”, dimenticato da tutti. Se fosse morto, dice, tutti avrebbero pianto; ma un vivo che non è più quello di prima, sembra non commuovere nessuno.

In questo paradosso doloroso si concentra uno dei nuclei tematici del film:
la difficoltà di confrontarsi con un lutto sospeso, con una figura che è presente ma, allo stesso tempo, percepita come assente; con un dolore che non trova forma e non trova linguaggio.


Un film che interroga la nostra idea di famiglia e rivoluzione

“Confiteor – Come scoprii che non avrei fatto la rivoluzione” usa il filtro della memoria e dell’ironia per mettere in discussione:

  • l’idea di famiglia come luogo sicuro,
  • il concetto di rivoluzione personale e collettiva,
  • il modo in cui la società gestisce la fragilità, la malattia, l’emarginazione.

Il percorso di Gianmaria diventa così un viaggio dentro le contraddizioni di un mondo che proclama grandi ideali, ma fatica a prendersi cura davvero delle persone più vicine. La rivoluzione mancata non è solo politica, ma intima, affettiva, esistenziale.


L’evento al Nuovo Cinema Aquila

La proiezione del 17 novembre al Nuovo Cinema Aquila rappresenta un’occasione preziosa per:

  • vedere il film sul grande schermo,
  • ascoltare dal vivo le riflessioni di Edoardo Pesce e Wilma Labate, presenti in sala,
  • partecipare a un momento di confronto collettivo su un’opera che unisce cinema d’autore, sguardo personale e dimensione sociale.

L’appuntamento è fissato per le 21.00, in Via L’Aquila 66/74, Roma.

Un’occasione da non perdere per chi ama il cinema che osa sporcarsi le mani con la realtà, senza rinunciare alla forza della narrazione e a una potente identità autoriale.

Stephen Sanchez pubblica il nuovo EP “Dress & Tie” insieme alla cantautrice francese Devi

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Esce oggi, venerdì 14 novembre 2025, “Dress & Tie”, il nuovo EP e side project firmato dal cantautore multiplatino Stephen Sanchez insieme alla cantautrice francese Devi, disponibile su tutte le piattaforme digitali.

Un progetto intimo e raffinato, che inaugura un nuovo capitolo artistico per Sanchez e anticipa l’arrivo di nuova musica solista nel 2026.


Tre canzoni d’amore per un progetto intimo e personale

Dress & Tie” raccoglie tre brani d’amore dal respiro delicato e profondamente personale, costruiti su una produzione essenziale che mette al centro le voci e le emozioni.

L’EP è prodotto da Stephen Sanchez insieme a Konrad Snyder e contiene:

  • “Me Without You”
  • “What Did I Do?”
  • “Always Been You”

Tre canzoni che, come tre capitoli della stessa storia, compongono un racconto sonoro coerente, fatto di fragilità, desiderio, mancanza e riconoscimento. Il suono è intimo, minimale, vicino alla tradizione delle vere ballad d’amore, lontano dagli effetti eccessivi e dalle sovrastrutture.


“Dress & Tie”: un atto d’amore in un mondo disilluso

Parlando del progetto, Stephen Sanchez ha raccontato lo spirito che ha dato vita a queste canzoni e alla collaborazione con Devi:

“Dress & Tie è nato dall’amore reciproco e dalla ricerca condivisa di vere canzoni d’amore in un mondo pieno di tentativi falliti. Questi brani sono stati scritti seguendo la passione e non la pressione, raccontando solo la nostra storia. Speriamo sinceramente che possiate ritrovare la magia di queste canzoni in un mondo che sembra aver dimenticato che l’amore è ancora questo: raggiungibile, bellissimo, meravigliosa magia.”

Un manifesto in poche righe: niente cinismo, solo autenticità. “Dress & Tie” sceglie di rimettere al centro l’idea di un amore reale, raggiungibile, fatto di vicinanza e vulnerabilità, in un tempo in cui spesso i sentimenti vengono filtrati, semplificati o resi superficiali.


Dopo “Angel Face” e il successo globale di “Until I Found You”

“Dress & Tie” è la prima pubblicazione di Stephen Sanchez dopo l’uscita del suo album di debutto “Angel Face” (2023), che ha segnato una tappa fondamentale nel suo percorso.

Nel disco è contenuto il singolo “Until I Found You”, certificato disco di platino in Italia, un brano che ha consolidato la sua crescita internazionale, facendolo conoscere a un pubblico sempre più ampio in tutto il mondo.

Dopo la release di “Angel Face”, l’artista ha portato la sua musica dal vivo con una serie di tour sold out tra:

  • Nord America
  • Regno Unito
  • Australia
  • Europa

e si è esibito anche in Italia, con un concerto il 22 febbraio 2024 ai Magazzini Generali di Milano, accolto con grande entusiasmo dai fan.


Verso il 2026: “Dress & Tie” come ponte verso nuova musica

Se da un lato “Dress & Tie” ha una sua identità autonoma come side project condiviso con Devi, dall’altro rappresenta anche un ponte verso il futuro discografico di Stephen Sanchez.

Il progetto, infatti, anticipa l’uscita di nuova musica nel 2026, segnando una continuità ideale con la dimensione romantica e vintage che ha già caratterizzato buona parte della sua produzione, ma con nuove sfumature e una ricerca ancora più personale.


Tracklist “Dress & Tie”

  1. Me Without You
  2. What Did I Do?
  3. Always Been You

Tre brani, un unico filo conduttore: la volontà di raccontare l’amore con onestà, delicatezza e una scrittura che punta al cuore più che alle mode del momento.

Emma e Giulia: online il nuovo singolo “nella tua t-shirt”

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Dopo il buon riscontro di “In chat sospesa”, arrivato fino al primo posto tra gli artisti emergenti nelle classifiche indipendenti web, le giovanissime Emma e Giulia tornano con un nuovo singolo: “nella tua t-shirt”, già disponibile su tutte le piattaforme digitali.

Il brano è pubblicato dall’etichetta Riserva Sonora e rappresenta un nuovo passo avanti nel percorso delle gemelle liguri, sempre più presenti nel panorama indie-pop italiano.


“nella tua t-shirt”: la leggerezza profonda del primo amore

È una canzone pop, delicata e sincera – raccontano Emma e Giulia – che parla delle prime emozioni di un amore adolescenziale. Quelle sensazioni fresche, quasi ingenue, che nascono anche da un solo incontro ma lasciano un segno profondo. ‘nella tua t-shirt’ cattura l’essenza di un sentimento universale, inaspettato e sorprendente.”

Il singolo racconta, con uno sguardo pulito e immediato, quel momento sospeso in cui tutto sembra possibile: un frammento di vita, un dettaglio – una t-shirt, uno sguardo, un ricordo – che diventa simbolo di qualcosa di più grande.

La melodia accattivante e il linguaggio diretto rendono il brano vicino al pubblico più giovane, ma anche a chi riconosce nella canzone la nostalgia dei primi battiti del cuore.


Un pop giovane, ma già consapevole

Con “nella tua t-shirt”, Emma e Giulia confermano la loro capacità di trasformare emozioni autentiche in musica, costruendo un immaginario semplice ma efficace, in cui è facile riconoscersi.

Il brano valorizza:

  • l’immediatezza delle parole,
  • la delicatezza del racconto,
  • una dimensione sonora che unisce pop contemporaneo e sensibilità cantautorale.

Un tassello in più in un percorso che, pur muovendosi ancora tra prime esperienze e nuove uscite, mostra già una forte coerenza stilistica.


Crediti del brano

  • Testi: Giulia Parodi, Luca Canfora
  • Musiche: Giulia Parodi
  • Arrangiamenti e Mastering: Simone Carbone

Il singolo è disponibile in streaming su tutte le piattaforme, tra cui Spotify.

Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/artist/1jWt9iDYdzTB420paD5cgq


Emma e Giulia: due gemelle, una sola voce artistica

Emma e Giulia Parodi, gemelle omozigoti nate nel 2010 a Genova, sono tra le più promettenti giovani voci dell’area indie-pop italiana.

Cresciute in una famiglia bilingue e divise tra Italia e Nuova Zelanda, parlano fluentemente italiano e inglese. La musica entra presto nella loro vita: iniziano a studiare canto individuale a sette anni, perfezionandosi tra Nuova Zelanda e Italia dal 2021, e salendo sul palco già in età giovanissima.

Nel 2023 raggiungono le semifinali di The Voice Kids su Rai 1, conquistando l’attenzione di pubblico e giuria per talento, armonie vocali e presenza scenica. Le loro performance generano un grande seguito anche online, superando i 5 milioni di visualizzazioni complessive tra YouTube, Instagram e TikTok.

Il 2024 le vede protagoniste in diversi concorsi:

  • Primo premio Next Generation al concorso RAPAX24 con il brano inedito “Promesse a metà”
  • Primo premio al Rumore BIM Festival nella categoria juniores
  • Finaliste europee al Tour Music Fest

Parallelamente, costruiscono un’esperienza live di alto profilo, con esibizioni in contesti prestigiosi e vari:

  • La Claque (Genova)
  • Cervia Gospel Soul (Milano Marittima)
  • Hotel Park Plaza (Pula, Croazia)
  • Beatles Museum Club (Brescia)
  • Premio Panzini 2025, Teatro Stradanuova (Genova)
  • Hard Rock Café New York
  • oltre a numerosi eventi privati e showcase.

Nel 2025 pubblicano il loro secondo inedito, “In chat sospesa”, che entra nella rotazione della radio nazionale Radio Lattemiele, segnando un importante passo nella loro crescita discografica.


Presenza digitale e community

Emma e Giulia curano con attenzione anche la loro presenza online, dialogando con una community in costante crescita tra contenuti musicali, backstage e momenti di vita quotidiana.