Il 2 giugno del 1989 usciva nelle sale cinematografiche uno dei capolavori indiscussi del cinema: “L’attimo Fuggente”, un film girato in appena due mesi. Una trama che ha segnato nel profondo ogni spettatore. Diretto dal regista Peter Weir, la trama racconta il modo “anticonformista” in cui il nuovo professore di materie umanistiche, John Keating – interpretato dallo straordinario Robin Williams – arriva nella severa “Accademia Welton” dove, attraverso il suo amore per la letteratura classica e il suo metodo di insegnamento, riesce a cambiare per sempre la vita degli studenti. L’amore e la passione per il suo lavoro, convince molto presto i ragazzi della bellezza della poesia che, presi dall’entusiasmo – contro il parere del preside Nolan, difensore della tradizione conservatrice dell’accademia – decidono di fondare la “Setta dei poeti estinti”, del quale lo stesso prof. Keating ne fece parte da giovane. Questa decisione però scatena una serie di situazioni che mettono a dura prova la cattedra del professore e il comportamento disciplinare dei ragazzi, in particolar modo dello studente Neil Perry. “L’attimo fuggente” ebbe un successo inaspettato negli Stati Uniti, incassando più 95 milioni di dollari. In Italia fu il secondo film per incassi della stagione 1989-1990.
Curiosità
Lo sceneggiatore Tom Schulman per il ruolo di John Keating, si ispirò al suo professore di letteratura inglese. Infatti il suo insegnante amava svolgere le sue lezioni in modo del tutto insolito: in cima ai banchi, fuori dalla finestra o con i piedi nei cestini; tutta via però, questo comportamento non lo portò mai a scontrarsi con l’amministrazione scolastica. Anche Robin Williams nell’interpretazione si ispirò al suo professore di storia che aveva l’abitudine, nella sua prima lezione, di gettare via il libro di testo preferendo lezioni improvvisate. Questo suo animo ribelle e anticonformista nei confronti dell’istituto in cui prestava il suo servizio, lo portò ad essere licenziato dopo 28 anni.
Carpe diem: cogli l’attimo!
I film sono strumento di comunicazione ed hanno le potenzialità per trasmettere valori, messaggi, speranze ad un pubblico molto vasto. “L’attimo fuggente” ne è l’esempio vero e proprio. Nello scorrere dei minuti della pellicola di Weir, ci si accorge di essere trascinati e trasportati non solo nella magia della poesia e della letteratura inglese, ma soprattutto dall’importanza di credere nella vita, tentando giorno dopo giorno di renderla straordinaria.
Ciò che spesso ci cambia è proprio l’incontro con persone straordinarie – nel senso proprio letterale “fuori dal normale” – che con audacia trasformano il loro mestiere in una “vocazione”, così forte da riuscire a contagiare tutte le persone. Facciamo tutti parte della “Setta dei poeti estinti” perché, come loro, siamo in una continua ricerca di bellezza, di autenticità della vita. Ed anche noi, come gli studenti del professor Keating, veniamo contraddetti da chi, invece, ci vorrebbe “non pensanti”, conformi ad una sola idea di società che, soprattutto ai giovani, chiede di adattarsi ad ogni compromesso.
Capitano, mio Capitano…
Ci vorrebbero tanti professor Keating che, come schegge impazzite di bellezza, abbiano il coraggio di andare controcorrente con l’unico scopo di inseguire l’essenzialità della vita. Non di professori che guardano agli alunni come “numeri”, ma di Maestri che sappiano indicare le strade giuste della vita, facendo pensare che valga davvero la pena salire in piedi sulla sedia per dire, con grande fierezza: “Capitano, mio Capitano”. Maestri che insegnino a “cogliere l’attimo” che fugge, senza perder tempo rimandando sempre al domani. Essere sempre pronti al cambiamento, inseguendo le strade che sentiamo vere nel cuore. Guardare “L’attimo fuggente” è come fare un lungo respiro, quasi come uscire fuori per prendere una boccata d’aria. È un invito a disobbedire alla conformità, scegliendo la libertà di essere il meglio di ciò che possiamo essere; la libertà di inseguire i propri sogni e le proprie aspirazioni.
Robin Williams, 21 luglio 1951 – 11 agosto 2014
A trent’anni dall’uscita di questo imperdibile capolavoro, il pensiero non può non andare a Robin Williams e alla sua carriera brillante. Diverse generazioni sono cresciute con il Peter Pan che non ricordava più chi fosse perché ormai lontano, da troppo tempo, dall’Isola che non c’è; con la simpatica Doubtfire; con le avventure in Jumanji e i profondissimi dialoghi in Will Hunting. Insomma, qualunque ruolo lui abbia rivestito negli anni di carriera, ha sempre dato e insegnato tanto. E se il detto vuole che “ogni capitano affondi con la propria nave”, io sono più che certa che ogni cosa di Robin rimarrà qui, a galla per sempre.