Lady Gaga e Bradley Cooper: “A Star Is Born” – Recensione album

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Mentre l’inverno si trasforma in primavera, mentre la fenice muore per rinascere, anche la vecchia proprietà intellettuale diventa di nuovo nuova. A Star Is Born è stato creato nel 1937 e rifatto come musical nel 1954 e nel 1976. Bradley Cooper entra nel ruolo principale, e le prime canzoni della colonna sonora appartengono alla sua voce sorprendentemente soul. I suoi stili country rock sono presto raggiunti da Lady Gaga in un ruolo precedentemente interpretato da Barbra Streisand e Judy Garland. Presto Lady Gaga rileva l’album, e poi le chitarre lasciano il posto ai sintetizzatori scintillanti. Ci sono canzoni d’amore ma anche canzoni conflittuali. Alla fine, gli strumenti vengono tolti per dar spazio al solo pianoforte e a poche parole.. La colonna sonora racconta praticamente tutto il film, soprattutto per il meglio, ma a volte per il peggio.

Oggi ci sono tante band che scambierebbero felicemente il loro cantante per Bradley Cooperm perchè è una voce di qualità, e lo dimostra anche nel brano “Black Eyes”, una canzone che ha scritto insieme a Lukas Nelson, figlio di Willie. Uno dei brani migliori di tutto l’album è sicuramente “Maybe Is Time”, uno sguardo tranquillo sul  mondo che cambia, scritto da Jason Isbell .

Ma la vera star è senza dubbio lei Lady Gaga, e il grande divertimento in A Star Is Born è ascoltarla. Lady Gaga anche qui è camaleonte musicale. Ama il synth pop. Ama il paese fuorilegge. Ama la discoteca, il funk e il rock degli anni settanta, e riesce a concentrare tutto in questa colonna sonora. In “Is That Alright” è  una grande ballata eh si da musical di Broadway .

Tuttavia, i momenti migliori del disco sono quando i toni di Bradley Cooper si uniscono alla tromba esplosiva di Lady Gaga, nei brani come “Diggin ‘My Grave” o nel meraviglioso “Shallow” , che funziona perché c’è una vera chimica tra i due protagonisti, aiutato da un violino “spento” e tamburi enormi che si schiantano.

Ma l’album non ha solo dei bei momenti, ebbene si bisogna ammetterlo perché all’interno dell’album ci sono troppe tracce vuote come “Out Of Time” che è solo un assolo di chitarra abbastanza competente, presentato senza contesto o giustificazione. E mentre “La Vie En Rose” di Lady Gaga può essere importante per la storia del film, è difficile apprezzare una cover di una canzone spesso coperta quando c’è un lavoro originale così sbalorditivo.

Sì, l’esperienza di ascolto sarebbe stata migliorata con un montaggio più serrato, ma ci sono molti peccati nel mondo e una colonna sonora troppo fedele al film non è certo la peggiore. C’è vera gioia in questa musica, un vero piacere nel fare arte. Bradley Cooper è una deliziosa sorpresa e Lady Gaga aggiunge alla sua leggenda. A Star Is Born è una storia familiare al pubblico e personale alle persone che la realizzano. È tutto al servizio della finzione, ma questo non significa che non sia reale. Voto 3/5

Brani Migliori: “Diggin ‘My Grave”, “Shallow” e “Maybe It’s Time”

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