La principessa Zaffiro: un ragazzaccio ante litteram

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Forse molti di voi non conoscono questo manga, poiché le sue origini risalgono all’ormai lontano 1953. Vale però la pena fare cenno a La principessa Zaffiro, uno dei primi tomboy della storia dei manga.

Di cosa parla La principessa Zaffiro?

Se vi chiedessi qual è stato il primo personaggio “ambiguo” dei manga, senza dubbio la maggior parte di voi penserebbe a Lady Oscar. Il caso della principessa Zaffiro è un po’ diverso: come la nostra eroina della Rivoluzione Francese è biologicamente una donna, ma il suo animo è quello di un ragazzo. Come è possibile? Cerchiamo di capire meglio.


Candy Candy l’orfanella più famosa del manga


Chi è davvero Zaffiro

La storia si svolge in un regno da fiaba, quello di Silver Valley. Qui, come ancora in molti reami della realtà, vige la legge salica, il che significa che solo un erede maschio potrà salire al trono. La nascita di Zaffiro crea un problema al re, che decide per l’unica cosa possibile: far passare la sua unica figlia come un figlio. Zaffiro infatti è, come dicevamo poco sopra, una femmina, ma a causa dell’errore di un angelo il suo animo è quello di un maschio. Probabilmente, anche considerando l’epoca, per l’autore questo era l’unico modo di giustificare un personaggio che altrimenti sarebbe potuto risultare troppo mascolino.

Avversari spietati

Zaffiro non è tuttavia l’unica in lizza per il trono. La linea di successione prosegue con suo zio, fratello del padre, che però è un uomo spietato e crudele. La principessa dovrà quindi far valere i suoi diritti ereditari senza svelare la sua vera identità, con la collaborazione del principe Franz, che diventerà poi suo marito. Successivamente ci saranno altri nemici da combattere, fra cui nientemeno che il Diavolo in persona.

La principessa Zaffiro: l’adattamento italiano

La traduzione del manga, con successiva pubblicazione, in Italia risale al 1963, mentre la prima trasposizione animata ha dovuto aspettare il 1980. La sigla del cartone animato era interpretata da un gruppo di nome I Cavalieri di Silverland: il leader era un giovane Vince Tempera, oggi direttore d’orchestra, e le voci aggiunte Silvio Pozzoli e Marco Ferradini (sì, l’autore di Teorema).

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