La musica come risposta alle dittature

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La musica, si sa, è molte cose. Tra le tante, è anche uno strumento di lotta, di lotta contro le ingiustizie, soprattutto quelle politiche. Così è stata, ed è, la musica di Chico Buarque de Hollanda, magico cantautore di musica popolar brasiliana.

Dal 1930 il Brasile è attraversato da diverse dittature che si susseguono con violenze e sangue. Nel 1964, un colpo di stato porta al potere i così detti “gorilas”, che portano il Brasile sull’orlo della crisi economica. Nel 1969 viene eletto presidente il generale Mèdici ed inizia l’incremento dell’economia, che ben presto finisce in un buco nell’acqua. Le violenze perpetrate in questo periodo sono molte, fisiche e non. I salari vengono abbassati, inflazione al massimo, il partito comunista viene dichiarato illegale, e i dissidenti del governo vengono perseguiti. Fra questi proprio Chico Buarque, che usa la musica come manifesto contro la dittatura.

Il suo primo album porta il suo nome e molte dei singoli all’interno parlano dell’impossibilità di vivere, di poter fare il proprio carnevale, dell’inesistenza di libertà in Brasile. Chico viene arrestato nel 1968 perchè nei suoi testi è esplicita la dissidenza verso il governo e viene censurato in ogni stazione radiofonica. Una sua canzone, “Apesar de Voce” (Nonostante tu), diventa l’inno dei democratici prima di essere censurata. Nel 1969 decide di auto esiliarsi in Italia, stanco delle persecuzioni e delle censure. In Italia impara l’italiano e firma dei duetti con molti cantanti famosi: Enzo Jannacci, Mia Martini. In Italia viene molto apprezzato e alcune sue canzoni in portoghese vengono tradotte in italiano.

L’album più venduto e più apprezzato è Construçao, un album delicatamente “contro”. Contro le convenzioni, una denuncia al sistema politico brasiliano e soprattutto alle continue morti sul lavoro a causa della poca sicurezza nei luoghi di lavoro. Construçao infatti, non è solo il nome dell’album, ma anche di una canzone omonima che racconta, appunto, le morti bianche. La canzone è la storia di un operaio che si reca al lavoro come tutti i giorni, ma sa già che una morte nefanda lo aspetta al varco. Bacia sua moglie come se fosse l’ultima volta e piange per l’ultima volte. Quasi uno choro quello di Buarque, un cullare verso la morte del protagonista che lentamente se ne va. Una samba triste  che narra di un paese disilluso, che perde vite per politiche sbagliate, che investe nella costruzione di edifici piuttosto che nell’aumento dei salari.

Chico Buarque de Hollanda si fa portavoce di un paese attraversato dalle ingiustizie, e con la sua musica, lotta contro di esse cercando di arrivare ad ogni porta.

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