La Mafia Albanese, il documentario di David Beriain

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“Nella mafia albanese se sbagli sparano alla vita” inizia con questa affermazione eloquente il documentario de “Il Clandestino”, andato in onda il 23 gennaio su Canale NOVE e condotto da David Beriain. L’Albania, collocata nel cuore dell’Europa, è stata una nazione isolata per decenni a causa della dittatura comunista. Questo isolamento l’ha reso uno dei Paesi più poveri del vecchio continente. Dalla caduta del comunismo, il 40% della popolazione è emigrato in Europa in cerca di opportunità, che spesso giungono ai margini della legge. La mafia albanese sembra essere ermeneutica e sconosciuta, come il suo Paese. Capace di espandersi in Europa come un serpente. Temuta in tutto il globo perché regolata da codici d’onore e di vendetta.

Beriain su una spiaggia del Sud Italia prima dello sbarco di un carico di cocaina.

Oltre a toccare inizialmente vari aspetti della società albanese post-comunista, David Beriain raccoglie molte testimonianze shock durante la sua indagine sulle organizzazioni criminali che lavorano a due passi dall’Italia. Le prime immagini infatti ritraggono il trasporto di un piccolo carico di Cocaina che arriva su un motoscafo sulle coste del Sud Italia. Solo cinque chili, gli albanesi preferiscono esportare dal loro paese piccole quantità per evitare le rilevanti perdite economiche in caso d’intervento delle forze dell’ordine. Piccole quantità ma un grande numero di operazioni quasi quotidiane.

Il reporter intraprende un viaggio all’interno dei territori, dei linguaggi e dei “codici” della mafia albanese. Segue ad esempio Simone, un ex esponente della Camorra trasferitosi in Albania, che cura un’operazione d’imbarco dei pacchi di droga. Entrando in contatto con alcuni clan locali, il documentario illustra la filiera della loro principale fonte di guadagno: la produzione e il traffico di stupefacenti. Condotto nelle remote regioni montane Albanesi, il Giornalista rileva la presenza di vaste e floride coltivazioni di cannabis. Queste aree, definite il “grande granaio della droga che circola in Europa”, rappresentano solo la prima tappa iniziale del viaggio che le sostanze illegali intraprenderanno.

Sul documentario non sono mancate le critiche. I criminali con il volto coperto sono solo degli attori? Non lo sappiamo ufficialmente. Conosciamo però tesi e segnalazioni dei più importanti Magistrati e Procuratori del nostro Paese che, da anni, confermano la forte espansione di questa “mafia sconosciuta” (la mafia albanese) che raggiunge mezza Europa anche grazie ad accordi d’onore stretti con la ‘Ndrangheta. Insieme sembrano dominare l’Europa.

Nicola Gratteri

È Nicola Gratteri – procuratore di Catanzaro – ad aver confermato e descritto questa nuova e semisconosciuta alleanza criminale: “Insieme faranno grandi affari in europa vendendo droga, perché per loro l’Europa è una prateria senza ostacoli dove chiunque può pascolare” – ha dichiarato il Magistrato a PiazzaPulita su La7. Gratteri scrive libri oltre a lottare quotidianamente contro la stessa ‘ndrangheta di cui racconta. Questo accordo criminale internazionale punta al vero monopolio del mercato delle sostanze stupefacenti, in particolare della cocaina, nel vecchio continente.

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