La lettera di Luciana Littizzetto – Video e testo

Nella puntata di Che Tempo Che Fa del 15 marzo 2020, Luciana Littizzetto legge una lettera ai «cretini che girano ancora per strada»

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Nella puntata di Che Tempo Che Fa, andata in onda ieri sera, domenica 15 marzo 2020, e dedicata in gran parte alla pandemia da Coronavirus, era presenta, come sempre ma in collegamento via Skype, anche  Luciana Littizzetto.

Il suo intervento di ieri sera è stata una lettera, dedicata ai “cretini che girano ancora per strada”, nonostante i divieti.

Il testo della lettera di Luciana Littizzetto

“Caro cretino, fior fior di stupido. Tu che te ne vai in giro tronfio dicendo che tanto è solo una brutta influenza e che fa più male il wifi. Tu che ti proteggi con la castagna in tasca e una bella spremuta d’arancia. Tu che chiudono gli impianti sciistici in Italia e vai a sciare in Francia. Tu che quando chiudono i pub organizzi un rave sulla spiaggia con gli altri bimbi minch*a come te. Tu che pensi abbia ragione Boris Johnson, il primo ministro inglese, che dice che tanto vale ammalarsi tutti per creare l’immunità di gregge. E chissenefrega se nel gregge qualcuno finisce a pecora. Mi rivolgo a te, anello di congiunzione tra l’uomo e la morchia. Tu che non sei un medico, non sei un infermiere, non sei un farmacista, non sei uno del 118, e non sei nemmeno uno dei preziosi operatori della nettezza urbana. Tu che non hai un cane da portare a giù e neanche una nonna da tirare su. Tu che non devi andare da nessuna parte però ci vai. Allora ascolta, se proprio senti il bisogno di uscire di casa, segui il mio consiglio: vai, ma vai a cagare! Se trovi occupato, aspetta, che in quel posto lì dovrebbe esserci anche Christine Lagarde (capo della Bce, ndDM). L’ho mandata lì anche lei con tutto il cuore prima di te”.

Fa sicuramente sorridere, come quasi tutti i testi della Littizzetto, ma lascia anche il tempo di pensare, se si vuole. Un modo, quello della Littizzetto, di condannare il menefreghismo e l’irresponsabilità di chi, evidentemente, non ha ancora afferrato la gravità della situazione o di chi non vuole arrendersi a cambiare, anche se per poco, le proprie abitudini.

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