La fiera delle illusioni: un film di Guilliermo Del Toro

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La fiera delle illusioni è l’ultimo film del regista premio oscar per La Forma dell’acqua. È un film ipnotico, ammaliante, che trascina lo spettatore in un altrove storico mentre dipinge la tragedia di un uomo che perde tutto. Come al solito del Toro si dimostra uno dei migliori registi in circolazione, capace di regalarci un opera che seduce lo sguardo e scava nell’animo umano.

La fiera delle illusioni: un film poetico

Può Guilliermo del Toro realizzare un film brutto? La risposta è evidente: nemmeno se ci provasse. Del Toro ha una sensibilità per il cinema che difficilmente si ritrova in altri registi. Un senso estetico d’alta classe, unito al suo evidente amore per il mezzo cinematografico, vengono proiettati in tutte le sue pellicole. I suoi film mostrano sempre una raffinatezza avvenente , una ricercatezza ed un eleganza estetica capace di catturare lo spettatore per condurlo in un logo dal fascino magico. Capace di disegnare un’atmosfera mesmerizzante, del Toro valorizza lo spazio del film, giocando con le scenografie e la fotografia, sempre distinte da grande eleganza. Del Toro è un poeta. I suoi film sono la sua poesia,raccontata per immagini. La fiera delle illusioni è un film che conferma la sensibilità artistica di questo grande regista.

L’amore per il cinema

Crimson Peak era un film che rielaborava il tema della casa infestata, facendo dei rimandi al cinema di Mario Bava o al classico Suspense di Jack Clayton. La forma dell’acqua si configurava come il racconto di un’amore impossibile, attingendo al classico horror Il mostro della laguna nera. La fiera delle illusioni invece è un film che racconta una tragedia a tinte noir. Un uomo che vuole avere tutto e rimane senza niente. Anche qui è evidente l’amore del regista per il cinema. Il film presenta dei rimandi all’horror circense Freaks, di Tod Browning del 1932, e alla tradizione noir del cinema hollywoodiano anni quaranta. Del Toro è uno di quei registi che trasporta il proprio amore per il cinema nei suoi film. Le sue sono sempre storie mature, ma che presentano uno sguardo bambinesco. Lo sguardo di Del toro è quello di un bambino che si approccia al mondo. In un misto tra crudezza e magia. La fiera delle illusioni è un film intriso del contrasto tra la rozzezza del mondo e il fascino del magico.

Il film: l’estetica de La Fiera delle illusioni

La fiera delle illusioni è un gran film. Del Toro propone un titolo pregno della sua personale estetica. Il regista attua un lavoro magistrale sul piano tecnico, regalando al pubblico un esperienza estetica immersiva. Attraverso una cura meticolosa, dà valore alla scenografia e gioca con le varie tonalità cromatiche. Lo spazio filmico assorbe una particolare atmosfera emotiva e parla allo spettatore; o meglio, lo trascina, ipnotizzandolo. Lo spazio del circo e poi dell’alta società, immergono lo spettatore in un altro luogo, quasi separato dalla realtà. Una vera e propria resa estetica dello spazio, che risulta visivamente accattivante. La fiera delle illusioni è un film che presenta due spazi che sono agli antipodi. Tuttavia entrambi vengono esaltati e intinti dell’estetica del regista. Nell’ambiente del circo viene enfatizzato fascino per lo strambo e il decadente, giocando con il contrasto cromatico dei tendaggi e delle luminarie rispetto alle zone più cupe. Nella seconda parte del film invece Del Toro risalta le raffinate architetture Art Decò tipiche di quegli anni. È un altrove cinematografico, un mondo dal fascino stuzzicante, d’altri tempi.

La triste storia di Stanton Carlisle

il fascino estetico del film fa da cornice ad una profonda analisi dell’animo umano e della decadenza intrinseca che può condurre verso l’abisso. Lovecraft diceva “se guardi troppo dentro l’abisso, sarà lui a guardare dentro di te“. Così accade al protagonista del film, interpretato da un Bradley Cooper calato nella parte come non mai. Stanton partendo da un circo di provincia, grazie alla propria astuzia e alla capacità di leggere e manipolare le persone tenta di farsi strada nel mondo dello spettacolo degli anni Quaranta. E per un periodo ci riesce, truffando la gente. Carlise crede di poter manipolare le persone e pensa di poter avere il mondo. Ma così non è. Fa il passo più lungo della gamba e rimane bruciato. Pensando di poter controllare i destini altrui è lui a subire la manipolazione finale. Del Toro racconta la triste parabola di un uomo che sognava di avere tutto e invece rimane con nulla in mano. La Fiera delle illusioni è un film che disegna una storia dall’andamento circolare, che porta il protagonista nella situazione da cui voleva prendere le distanze.

Conclusione

Del Toro realizza un nuovo lavoro che non contraddice la sua statuaria bravura. Continua a rivelarsi uno dei registi migliori della contemporaneità. Un regista postmoderno che ama il cinema e ama fare cinema. La Fiera delle illusioni è un film che conferma della sua delicata e raffinata sensibilità artistica. È un film che mescola un mesmerismo visivo ad un contenuto narrativo che vuole riflettere sulle contraddizioni umane. Si può quindi dire che Guilliermo Del Toro è riuscito di nuovo a sorprendere, realizzando un altra opera carica di magnetismo ipnotico ma capace anche di raccontare una storia pregna di significato.

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