Kim Ki-duk: i migliori film del regista coreano

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Kim Ki-duk
Kim Ki-duk

Kim Ki-duk il grande regista coreano ci ha lasciato a 59 anni per cause legate alla pandemia. Leone d’Oro nel 2012 alla 69esima edizione del Festival del Cinema di Venezia con il film “Pietà”. Il 2004 è anche l’anno del suo primo grande successo nelle sale italiane: Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera, girato nel 2003 e ad oggi uno dei suoi titoli più amati. Ma conosciamo meglio il regista, con i cinque migliori film di Kim Ki-duk.

Quali sono i 5 Migliori film di Kim Ki-duk?

L’isola

Un lago sudcoreano funge da resort per pescatori, con piccole casette sparse in mezzo all’acqua dove chi vuole può andare a pescare, riflettere, giocare a carte, bere e magari pagare una prostituta per un rapporto occasionale. A gestire il luogo è Hee-jin, una bella ragazza muta che rifornisce di tutto i villeggianti ed è l’unica a potersi spostare tra le casette grazie a una barca a remi dotata di motore. Un giorno al suo albergo galleggiante si presenta Hyun-shik, un uomo in fuga dalla polizia che porta su di sé un fardello enorme: ha ucciso la sua fidanzata e l’uomo con cui lo tradiva. Dopo averlo salvato da un tentato suicidio Hee-jin inizia a interessarsi a Hyun-shik. Un film rivoluzionario e allo stesso tempo violento e commovente.

Ferro 3

Tae-Suk è un giovane che trascorre le sue giornate entrando nelle case lasciate vuote occasionalmente dai proprietari. Dorme sul divano, si fa la doccia, lava i panni, aggiusta gli oggetti che non funzionano, gioca a golf e si scatta fotografie da solo con la sua camera digitale. Tutto con una leggerezza quasi ultraterrena. Un giorno, entrando in una casa, si accorge c’è una ragazza, Sun-hwa, che ha dei segni di maltrattamenti sul viso. Sono i continui litigi con il marito. Tae-suk, la prende con sé, per vagare insieme nelle case degli altri, e condividere questo strano modo di vivere che trasforma, lentamente, la loro amicizia in amore. Un evento inaspettato li allontanerà, ma non per sempre. Un film che descrive la solitudine dei diversi protagonisti. (Kim Ki-duk)

La samaritana

Samaria è diviso in tre capitoli (Vasumitra- Samaria- Sonata). Jae-yeong regala felicità donandosi anima e corpo. Yeo-Jin è la samaritana che restituisce i denari ai peccatori mentre il padre, angelo vendicatore, e-spia le tracce del suo peccato, peccando. Orso d’argento per la regia a Berlino.

Pietà

Venezia lo acclama e gli consegna il Leone d’Oro. Film che per paradosso convince ma divide critici e spettatori. Trama: Assunto da uno strozzino per ottenere il pagamento dei debiti dai clienti in ritardo, Kang-do si comporta come un macellaio, storpiando orribilmente le sue vittime e seminando la morte. Fino a quando non si presenta alla sua porta una donna che dice di essere la madre e si addossa la colpa di ogni suo crimine, pentita di averlo abbandonato alla nascita e lasciato crescere senza amore.

Il prigioniero coreano

Nam Chul-woo è un povero pescatore nordcoreano che nella sua barca ha l’unica proprietà e l’unico mezzo per dare da mangiare a sua moglie e alla loro bambina. Un giorno gli si blocca il motore mentre sta occupandosi delle reti in prossimità del confine tra le due Coree e la corrente del fiume lo trascina verso la Corea del Sud. Qui viene preso sotto controllo delle forze di sicurezza e trattato come una spia. C’è però chi non rinuncia all’idea di poterlo convertire al capitalismo lasciandogli l’opportunità di girare, controllato a distanza, per le strade di Seoul. E’ il suo vero testamento politico.


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