Le ricorrenze importanti vanno celebrate e ricordate anche in questi periodi bui. Come sappiamo c’è una giornata un po’ per tutto: per mascherarsi, per ricordare qualche persona speciale, per i nostri amici a quattro zampe. Oggi, invece, ci spostiamo verso qualcosa di più ritmico e melodico perché il 30 aprile è la Giornata Internazionale del Jazz.
Torniamo indietro al XX secolo e a quelle canzoni nate dall’evolversi di quelle forme musicali utilizzate dalla popolazione afroamericana. Esse erano, all’inizio, canzoni di lavoro cantate da coloro che lavoravano nelle piantagioni o costruivano le ferrovie: il ritmo li aiutava a coordinare il lavoro.
New Orleans è tra le prime madri di questo genere: qui nacque la Original Dixieland Jazz Band che diffuse il jazz negli Usa, tra loro afroamericani e italoamericani.
Impossibile non citare Louis Armstrong che portò questa musica a Chicago e poi in Europa. Lo strumento originale è il gruppo di ottoni mentre gli quelli di accompagnamento il pianoforte, la chitarra e il contrabbasso.
Con il tempo anche la musica popolare, il ragtime e il blues sono stati ad essa incorporati. Le evoluzioni principali vedono la nascita dello swing, delle big bands, del bebop, del cool jazz, hard bop, free jazz: tutto questo tra gli anni trenta e settanta. Dopo questo periodo il jazz è entrato ufficialmente in quella che viene definita come la musica colta, studiata nei conservatori e nelle scuole.