Anche se in Italia è conosciuto principalmente per le sue collaborazioni con sua moglie Beyoncé e con la sua protetta Rihanna, Jay-Z è sicuramente uno dei rapper di maggior successo che l’industria musicale americana abbia mai prodotto. In circa 23 anni di carriera, l’uomo ha venduto più di 100 milioni di copie in tutto il mondo, oltre a dar luce a brand di immenso successo sia come produttore discografico (il successo di Rihanna deve molto alle sue capacità imprenditoriali) che in altri campi. Ciononostante, fino a ieri la sua musica non era disponibile su Spotify, il principale portale di streaming musicale al mondo: questo per una semplice questione di conflitto d’interessi, che riguarda un’altra sua creazione da imprenditore, Tidal.
Portale di streaming con le sembianze analoghe a quelle di Spotify, Tidal era nato con l’idea di combattere contro il colosso per un motivo semplice: a Jay-Z non è mai andato bene che la musica potesse essere disponibile in maniera gratuita, nemmeno se di mezzo ci fossero le pubblicità a generare comunque un guadagno. Dal suo punto di vista, infatti, bisognava assicurare una qualità massima all’ascoltatore ma anche garantire un guadagno giusto all’artista. Per questo, il rapper ha spinto sulla creazione di un portale di streaming che fosse privo della componente “free” ma anche dotato della migliore qualità possibile per quanto riguarda i file musicali ascoltabili in streaming.
Jay-Z fuori da Spotify, ma senza che Tidal decollasse
Nel fare ciò, Jay-Z aveva chiaramente deciso di non rinnovare la licenza a Spotify ed altri competitor affinché l’unico portale al mondo che permettesse lo streaming della sua musica fosse appunto Tidal. La scelta fu presto applicata a tanti lavori di collaboratori stretti di Jay: l’album “Lemonade” di Beyoncé fu pubblicato soltanto in formato fisico, sugli stores digitali e su Tidal, mentre addirittura l’album dell’allora amico Kanye West “The Life Of Pablo” fu pubblicato in esclusiva assoluta su Tidal, senza mai vedere la luce del sole su nessun altro supporto in un primo momento. Queste furono solo alcune fra le esclusive concesse al sito, e ciò chiaramente contribuì ad attirare delle attenzioni sul progetto Tidal.
Il problema, però, è che fondamentalmente al grosso della gente non interessa dell’effettiva qualità dello streaming musicale: se deve scegliere fra risparmiare qualcosa ed avere un ascolto migliore, fermo restando che una qualità migliore di quella di Spotify è apprezzabile soltanto con attrezzature abbastanza sofisticate, sceglierà quasi sempre il risparmio. Poiché nella maggior parte delle nazioni i prezzi dell’abbonamento a Tidal sono sempre stati superiori rispetto ai prezzi dell’abbonamento a Spotify, e poiché il grosso delle esclusive e degli eventi connessi a Tidal riguardavano soltanto il mondo dell’hip-hop, il portale non è mai riuscito ad imporsi davvero e si è trasformato probabilmente nel più grosso fallimento di Jay-Z come imprenditore.
La fine progressiva delle esclusive Tidal
A questo punto, il fenomeno delle esclusive Tidal è andato scemando a poco a poco: Beyoncé dopo “Lemonade” ha ripreso a pubblicare la sua musica ovunque, ed oggi anche “Lemonade” è su Spotify; Kanye West ha litigato furiosamente con Jay-Z, reo di avergli fatto perdere molti soldi con la scommessa di Tidal, ed oggi anche “The Life Of Pablo” ed ogni altro suo disco sono disponibili ovunque. Allo stesso modo, anche Taylor Swift, Adele e chiunque altro (per un motivo o per un altro) aveva snobbato Spotify Free in seguito alla nascita di Tidal ha poi reso disponibile la sua intera discografia sul grande colosso dello streaming: mancava all’appello, per l’appunto, soltanto Jay-Z.
Arrivato al giorno del suo 50° compleanno, il rapper ha dunque celebrato questa ricorrenza col suo ritorno su Spotify: tutta la sua musica vecchia è apparsa di nuovo sul portale, ed anche le pubblicazioni nuove che non vi erano mai state pubblicate sono oggi disponibili su Spotify per la prima volta. La data è stata sicuramente scelta per motivi di marketing, ma è difficile che tutto ciò non c’entri con i numeri deludenti di Tidal e con la necessità di tornare su Spotify proprio per inseguire il mito dei “guadagni più alti” per il quale Jay-Z aveva creato un competitor. Per ora, Tidal continua ad esistere, ma a questo punto è lecito chiedersi se esisterà per sempre.
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