Isabelle Huppert: a Cannes “voglio evitare le vie convenzionali”

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Isabelle Huppert

Oltre 100 film, una quantità di premi, ben 118 (escluse le nomination e l’Oscar sfumato all’ultimo minuto per Elle di Paul Verhoeven nel 2016). E poi ancora tantissimo teatro, compresa l’ultima piece, Il giardino dei ciliegi in una nuova versione attualizzata del capolavoro di Cechov che ha aperto il festival di Avignone il 5 luglio, stiamo parlando di Isabelle Huppert.

Cosa ha detto Isabelle Huppert?

“Non mi intimidisce nessuno”, e ancora: “Cerco sempre di sorprendere me stessa per poter entrare nei personaggi e dare loro vita, mantenermi sul crinale tra visibile e invisibile, tra quello che dici e quello che non dici. Questo per me è la recitazione e non trovo in ciò alcuna differenza tra cinema e teatro, io non li distinguo dal punto di vista degli attori”.

Evitare le vie convenzionali

“Il mio sforzo è sempre lo stesso – prosegue Huppert, 68 anni, evitare le vie convenzionali, riuscire ad essere credibile anche in situazioni improbabili e straordinarie e trattenere, non aggiungere niente, semmai sottrarre. Io cerco una soggettiva per creare il ruolo, una strategia che però deve prescindere dalla libertà. E poi – aggiunge – essere intensa, avere come mantra il ‘qui e ora’, così sorprendi anche te stessa”.

Cinema e Teatro

“A teatro sei in contato con la platea, la chimica tra gli attori mentre tutto accade live è molto specifica. Al cinema non puoi sentire lo stesso perché la messa in scena non è il film, a quello pensa il regista con l’edizione, il final stage è altro”.

L’improvvisazione

“un’arte – ricorda – dare l’idea che tutto accada come per caso, come se fosse vero”. Il cinema “è sempre piacevole”, conclude l’attrice che tra l’altro è nel cast dell’Ombra di Caravaggio, il nuovo film di Michele Placido.


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