IO SONO CHIUNQUE di Gaetano Nicosia e il Ritorno del Punk Rock Italiano

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“IO SONO CHIUNQUE” è il terzo disco di Gaetano Nicosia, pubblicato oggi, 11 ottobre 2024, su tutte le piattaforme musicali digitali. L’album, edito da Materiali Sonori e frutto della collaborazione con S.B.A.M., un collettivo artistico milanese, presenta nove tracce di punk rock grezzo caratterizzate da forti critique sociali e politiche, mescolando atmosfere intense e ironiche attraverso testi profondi e incisivi, supportati dalla produzione di Flavio Ferri.

Il Nuovo Album di Gaetano Nicosia, “IO SONO CHIUNQUE”

“IO SONO CHIUNQUE” è il terzo album di Gaetano Nicosia, disponibile da oggi, 11 ottobre, su tutte le principali piattaforme digitali.

Come nei lavori precedenti, l’album presenta nove tracce di punk rock ruvido, con un forte focus su tematiche sociali e politiche. Pubblicato dall’etichetta Materiali Sonori, “IO SONO CHIUNQUE” segna l’inizio di una collaborazione tra l’etichetta e S.B.A.M., un collettivo di artisti indipendenti fondato quest’anno a Milano da Flavio Ferri.

Tematiche e Atmosfere dell’Album

“IO SONO CHIUNQUE” porta l’ascoltatore in un viaggio sonoro che alterna atmosfere dense e rarefatte, offrendo spunti di riflessione attraverso testi meditativi e incisivi. La musica e le liriche superano l’attualità dei temi trattati, approdando a nuovi punti di vista e soluzioni innovative. La produzione di Flavio Ferri mette in risalto la complessità di quest’opera, che si distacca dal passato per rimanere, al contempo, molto vicino all’eredità dei cantastorie tradizionali, proponendo una nuova visione del punk rock all’interno del cantautorato italiano.

Ascolta “IO SONO CHIUNQUE”

Un Album Diversificato

Contrariamente a un concept album, “IO SONO CHIUNQUE” presenta nove brani, di cui uno totalmente strumentale, densi di riferimenti politici e sociali. Affronta temi di tragica attualità, come la situazione della Striscia di Gaza, criticando il militarismo e la banalizzazione della guerra, esplorando l’introspezione e l’alienazione collettiva. Il fil rouge è la dignità umana, spesso calpestata.

Il titolo dell’album si ispira alla poesia di Leonard Peltier, un nativo americano detenuto ingiustamente da 48 anni. Il testo, tradotto da Sibilla Drisaldi, proviene dalla rara autobiografia “La mia danza del sole”.

Libertà Espressiva e Diversità Musicale

Grazie alla varietà dei temi affrontati, Nicosia gode di una maggiore libertà espressiva rispetto ai precedenti lavori. Alterna registri diversi, avvicinandosi alle ballad senza rinunciare al punk rock (“Io sono chiunque” e “Per una bandiera”), esplora sonorità psichedeliche (“Sono riuscito a scappare” e “Post Scriptum”), si addentra nel dark punk (“Accesso negato” e “Cuore morto”), per poi tornare al rock punk più energico (“Carezze atomiche”, “Corto circuito” e “Seduto qua”).

“IO SONO CHIUNQUE”, un viaggio musicale attraverso “Carezze atomiche” e l’EP con “Cuore Morto”

La pubblicazione di “IO SONO CHIUNQUE” è stata anticipata dal video del singolo “Carezze atomiche” e dall’EP digitale omonimo, che include il singolo “Cuore Morto,” una versione remix di “Molto semplice” dal precedente album, interpretata da Federico Bratovich, membro del collettivo S.B.A.M., e remixata da Flavio Ferri.

Guarda il video di “Carezze atomiche”

Crediti dell’Album “Io sono chiunque” di Gaetano Nicosia

  • Chitarra, Voce e Tastiere: Gaetano Nicosia
  • Chitarra: Vincenzo Fiumara
  • Basso: Flavio Ferri
  • Tastiere Carezze atomiche: Andrea Manfredi Nicosia
  • Batteria: Alex Carmona

Label e distribuzione: Materiali Sonori
Edizioni Musicali: Materiali Sonori
Registrato a Barcellona presso: Republica Recordings
Prodotto, mixato e masterizzato da: Flavio Ferri.

La tracklist

1. Accesso negato 
2. Carezze atomiche 
3. Corto circuito
4. Cuore morto
5. Io sono chiunque
6. Per una bandiera
7. Seduto qua
8. Sono riuscito a scappare
9. Post scriptum.

Track by Track di “Io sono chiunque” di Gaetano Nicosia

Accesso negato

Si sviluppa a partire da un allarme incisivo che dà vita a una melodia densa e pulsante. Il ritmo profondo del basso si intreccia con le ripetute frasi di “accesso negato”, incarnando le sofferenze indescrivibili della striscia di Gaza. Se ci voltiamo dall’altra parte, le grida di dolore si affievoliscono, mentre chitarre che risuonano come aerei soverchiano il cielo di chi è perseguitato, ratti prigionieri senza speranza, privi di sogni, immersi in una profonda angoscia. Nel costante rimbombare delle esplosioni, l’umanità si frantuma, e i disperati ci allungano una mano, mostrando le loro distruzioni, riflesso delle nostre anime e, guardandoci dritto negli occhi, ci sussurrano con determinazione: “siete i benvenuti”.

Carezze atomiche

E’ una canzone che utilizza il sarcasmo per affrontare tematiche inquietanti come guerra e violenza. L’immagine dei carri armati di plastica su mappe del mondo rappresenta un’esperienza infantile distorta, evidenziando come la brutalità sia normalizzata sin da piccoli e perpetuata dalla società.

La musica, caratterizzata da una chitarra insistente e una tastiera melodica, crea un contrasto tra urgenza e un messaggio cupo. Questo contrappunto musicale esplora la follia dei potenti moderni, che ignorano le conseguenze delle loro azioni devastanti.

Il ritornello, con un accento caraibico, trasmette una leggera sensazione di disillusione, minimizzando però il peso delle durissime realtà trattate. Questa leggerezza evidenzia una verità tragica: l’amore per la guerra prevale sulla sopravvivenza della specie.

“Carezze atomiche” è un’opera che invita a riflettere sulla banalizzazione della violenza e sull’ironia tragica di un mondo in cui la guerra è ridotta a gioco, spersonalizzando le vittime e rendendo la sofferenza quasi inavvertita. La canzone unisce sarcasmo e critica sociale, rendendo il suo messaggio potente e urgente.

Corto circuito

La canzone “Corto circuito” è un intenso j’accuse che invita a riflettere sulla condizione esistenziale dell’individuo. Utilizza immagini evocative di sogni collettivi soffocati, esprimendo la frustrazione di un’umanità intrappolata in schemi ripetitivi e priva di stimoli. La danza tra voci soffuse e una metafora centrale del “corto circuito” evidenzia l’energia bloccata delle nostre anime, suggerendo un desiderio di risveglio interiore in un ambiente che sembra privo di direzione.

Musicalmente, il brano si distingue per un giro di basso costante, simbolo di monotonia, mentre le chitarre cercano di spezzare questa immobilità, riflettendo il conflitto tra creatività e arresto. In sintesi, “Corto circuito” è un’opera profonda che mette in luce le vulnerabilità individuali e invita a riprendere il controllo della propria vita, rompendo il ciclo dell’immobilità e reinventando il proprio percorso.

Cuore morto

E’ un potente pezzo di prosa poetica che affronta il tema della sofferenza umana e della tragedia della vita, in particolare in relazione alle ingiustizie e alle difficoltà di chi vive in situazioni disperate. La cerimonia funebre del “nostro cuore” avviene “in alto mare”, suggerendo un senso di isolamento e abbandono, come se gli eventi che si svolgono in superficie siano riflesso di una profondità di dolore e di indifferenza collettiva.

Le immagini evocative di “corpi innocenti” e “madri gravemente ferite” parlano di una realtà tragica, dove le tragedie individuali si perdono nell’immensità dell’indifferenza. Le “pance piene” simboleggiano un contrasto tra coloro che vivono nella disperazione e quelli che, appagati dalla loro vita, ignorano le sofferenze altrui.

La musica di una chitarra fa da sottofondo a visioni strazianti, descrivendo un mondo in cui le uniche cose che si muovono sono le “armi”, sottolineando il clima di violenza e guerra che avvolge molte vite. Questo contrasto tra bellezza (la musica) e orrore (le immagini dei corpi e della sofferenza) crea un effetto di grande impatto emotivo, invitando il lettore a riflettere sulla condizione umana contemporanea e sull’inefficienza di una società che preferisce ignorare il dolore degli altri.

E’ una riflessione profonda sulla sofferenza, sull’indifferenza e sull’ineluttabilità della tragedia umana, strutturata attraverso immagini forti e simboliche che scavano nel cuore delle ingiustizie e delle atrocità del mondo.

Io sono chiunque

E’ un brano che si distingue per il suo forte messaggio politico e sociale, ispirato dalla figura di Leonard Peltier, un attivista nativo americano. A differenza di altri testi, questo non è frutto della creatività dell’autore, ma proviene dalla testimonianza di una vittima del potere.

Il brano inizia con una ritmica che sottolinea il monito di Peltier rivolto a tutti noi, per poi culminare in un’intensa ripetizione di parole chiave che devono rimanere nitide nella memoria collettiva. Attraverso la sofferenza, il testo invita a una riflessione profonda sulla condizione umana e sulla responsabilità condivisa. Mentre nella sofferenza possiamo trovare un legame che ci unisce e ci permette di comprendere il mondo, nell’indifferenza ci si riduce a essere privi di voce e di speranza.

“Io sono chiunque” è un appello a prendere coscienza e a non dimenticare le ingiustizie, sottolineando come, sebbene tutti possano trovare una voce nella sofferenza, l’indifferenza porta a un vuoto di opportunità e significato.

Per una bandiera

Il brano “Per una bandiera” racconta la tragica storia di John Trudell, un nativo americano che vive nel contesto della lotta per i diritti degli indigeni negli anni ’70. La narrazione si concentra su un evento devastante in cui, dopo una manifestazione che ha visto la bruciatura di una bandiera, Trudell torna a casa per trovare la sua roulotte distrutta e la sua famiglia tragicamente uccisa nell’incendio. Questo atto di violenza, scaturito dall’affronto della manifestazione, mette in luce la brutalità della supremazia bianca e il costo umano della lotta per la giustizia.

Il racconto si sviluppa attraverso diversi stili e registri sonori. Inizialmente, la voce di Trudell è accompagnata da suoni cupi e inquietanti, rappresentando il suo dolore e la sua perdita. A questo segue una sorta di colonna sonora che riflette le reazioni violente degli agenti della CIA, in un’esplosione di suoni che esprime la loro vendetta nei confronti della comunità indigena. Infine, Trudell conclude la sua narrazione con una ballata che sottolinea l’assurdità della situazione, evidenziando la profonda ingiustizia e le ferite che segnano la sua storia e quella della sua gente.

Dunque, denuncia il dramma delle violenze subite dai nativi americani e illustra con potenza emotiva il legame tra identità culturale e lotta per la dignità, utilizzando una fusione di immagini, suoni e voci per trasmettere il messaggio di resistenza e speranza nonostante l’orrore vissuto.

Seduto qua

Emerge come uno dei brani più tradizionali dell’intero album, caratterizzato da un’introspezione profonda e un forte senso di autoreferenzialità. In questa canzone, l’artista non si concentra su questioni esterne, come guerre o sofferenze umane, ma esplora piuttosto il suo stato interiore. La voce solitaria dell’artista esprime quesiti esistenziali, simili a quelli già affrontati in altri brani, ma qui si concentra su un’esperienza personale di impotenza e contemplazione. L’individuo si trova in una posizione di passività, seduto a osservare il mondo e cercando di dare senso ai frammenti della propria storia, rappresentando così una riflessione su come affrontare i cambiamenti e le trasformazioni della vita.

Sono riuscito a scappare

Il brano “Sono riuscito a scappare” dell’artista riprende i temi trattati in “Sparare a vista” e si concentra sulla tragica figura di Giannino Zibecchi, ucciso il 16 aprile 1975 da una camionetta della polizia. La narrazione è affidata a Roberto, che rievoca quegli eventi drammatici attraverso un arpeggio psichedelico. L’atmosfera è pervasa dalla follia e dalla tensione di quei giorni, in cui persino Claudio Varalli era stato ucciso il giorno prima da un militante fascista.

La canzone è caratterizzata da una lunga parte strumentale, con voci ed echi che creano un senso di allucinazione. Roberto ricorda in modo vivido il momento in cui la camionetta si avvicinava, e mentre si gettava per sfuggire al pericolo, ha visto Giannino passare indenne dall’altra parte del camion, evidenziando così una realtà surreale e tragica di quel momento. In sintesi, l’artista riesce a catturare l’intensità emotiva e il caos di quegli eventi storici attraverso un linguaggio musicale evocativo e coinvolgente.

Post scriptum

Invita a riflettere sulla relazione tra l’uomo e la natura, descrivendo all’inizio uno scenario di calma e ciclicità, in cui la natura opera lentamente ma con pazienza. Tuttavia, evidenzia anche il rischio insito nell’atteggiamento umano di voler controllare e manipolare ciò che dovrebbe essere rispettato. Gli esseri umani, pur essendo prodotti della creazione, possono sviluppare un’illusione di onnipotenza che li porta a trascurare l’importanza di ciò che è stato costruito in millenni. Questa spinta a “diventare demiurghi” può risultare distruttiva, poiché finisce per compromettere l’equilibrio della vita e minacciare l’armonia che ha caratterizzato la natura.

Il testo mette in guardia sull’arroganza umana che si illude di poter dominare la creazione, sottolineando l’importanza del rispetto per l’equilibrio naturale e i processi che hanno reso possibile la vita.

Gaetano Nicosia, un Viaggio Musicale Unico

Gaetano Nicosia è un insegnante e avvocato milanese di origini siciliane, noto per il suo impegno nella lotta contro le mafie per oltre vent’anni. Dopo una lunga gestazione, ha pubblicato il suo primo album, “SENZA STORIA”, nel 2020, seguito da “SPARARE A VISTA” nel 2022. Il 2024 segna un momento cruciale per lui, con la nascita di S.B.A.M, di cui è presidente, l’uscita dell’EP “CAREZZE ATOMICHE” il 13 settembre e la pubblicazione del nuovo disco.

Origini e Primi Passi nella Musica

Gaetano Nicosia è nato il 3 settembre 1969 e il suo approccio alla musica è stato piuttosto tardivo e spontaneo. Solo a circa vent’anni, inizia a studiare le basi della chitarra insegnate dal talentuoso Elio Bottari, un noto chitarrista e musicista con un forte impegno sociale. Questo incontro avviene nei sotterranei del liceo G. Berchet di Milano, dove Elio è custode. Un aneddoto interessante del periodo narra che durante una delle occupazioni degli anni di piombo, Marco Barbone, un ex compagno, accidentalmente ruppe una gamba a Bottari.

Il Debutto Musicale

Fino al 2020, non si avevano notizie significative riguardo Gaetano, fino al 25 febbraio di quell’anno, data in cui pubblica il suo primo album intitolato “SENZA STORIA”. Questo concept album narra la vita di un batterista sordo, ma la storia rivela che in realtà egli non è affatto sordo. Prima di questo debutto, Gaetano si dedica a prove in sala e forma diverse band, che però si disgregano continuamente, un processo che pur ritardando il suo esordio, non riesce a fermarlo.

Collaborazioni e Nuove Produzioni

Nel giugno 2021, grazie all’amico Olden, Gaetano ha l’opportunità di incontrare Flavio Ferri. Dopo aver ascoltato i brani del nuovo disco che Gaetano sta scrivendo, Ferri ne riconosce l’anima e il potenziale. Le nuove canzoni raccontano una narrazione complessa e drammatica del ‘900, incentrata sulla figura di Lydia Franceschi. Nel novembre 2021, i due artisti registrano le batterie con Simone Filippi negli studi degli Üstmamò, e nel febbraio 2022 completano la registrazione dell’album “SPARARE A VISTA” presso gli studi di Ferri a Barcellona, con la preziosa collaborazione di Olden e Ulrich Sandner.

Fondazione di S.B.A.M. e Nuove Collaborazioni

Nel gennaio 2024, Gaetano fonda insieme a Flavio Ferri e altri musicisti l’associazione S.B.A.M., di cui assume la presidenza. In questa nuova fase, inizia a collaborare con gli artisti dell’associazione, scrivendo i testi di due canzoni, “Impercettibile” e “Un altro giorno”, che saranno incluse nell’album “Estate Eterna” dell’artista Brat, previsto in uscita a settembre 2024.

Nuove Uscite Musicali

A due anni dal suo lavoro “SPARARE A VISTA”, Gaetano Nicosia pubblica due nuovi progetti discografici. Il 13 settembre esce l’EP “CAREZZE ATOMICHE”, seguito dall’uscita del terzo album “IO SONO CHIUNQUE” l’11 ottobre (disponibile in formato fisico dal 27 settembre). Questo nuovo LP, composto da 9 tracce, è prodotto da Flavio Ferri e registrato interamente a Barcellona presso Republica Recordings, con il supporto di Alex Carmona alla batteria, Andrea Manfredi Nicosia alle tastiere e Vincenzo Fiumara alla chitarra.

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