2001; l’episodio che determinerà i nuovi aspetti Geo-Politici, e non solo, di tutto il mondo è appena accaduto. L’attentato alle Torri Gemelle è solo l’evento iniziale di questa storia dai racconti alternati che si intrecciando assumendo colori, paure e “condizioni climatiche” differenti.
I PERSONAGGI ED I LORO TORMENTI
Una giornalista del New York Times ferita ed assetata di giustizia dopo la morte della sorella, vittima dell’attentato, che cerca disperatamente spiegazioni all’interno di un database chiuso a chiave; un colonnello mangiato dalla rabbia e dall’abitudine violenta di prevaricare sull’altro, chiunque esso sia; il segretario di stato, sempre evasivo ed indifferente alla condizione umana di chi, differentemente da lui, ha perso tutto; due uomini innocenti prigionieri a Guantanamo, entrambi di religione Mussulmana ma cresciuti in contesti sociali opposti, che tra un grido di disperazione e l’altro trovano il modo di sorridere e farci sorridere ed una moglie angosciata dalla perdita del marito e di sé stessa, fanno da colonna portante all’interno di un enorme sistema definito dallo stesso titolo Errato.
IMMAGINI E SENTIMENTI
Nonostante il pubblico si trovi di fronte ad un palcoscenico ed in questo caso, al Teatro Vittoria (Roma), un ampio palcoscenico, l’impotenza dell’uomo di fronte a decisioni politiche gravemente rigide è palpabile. Uomini piccoli come formiche schiacciati dall’ego di chi si arroga il diritto di sostituirsi alla “verità”.
C’è crudeltà, ingiustizia, c’è tutto ciò che l’uomo vorrebbe quasi rinnegare ma che di fronte alla possibilità di sentirsi immenso, decide di attuare fino alla fine. C’è disperazione. Quella che alcuni solo hanno visto in faccia e che ti fa morire dentro.
E dov’è la comprensione? Arriva, anche quella. Nonostante la fame proveniente dal bisogno di giustizia sia uno dei sentimenti più rischiosi qui, davanti ai nostri occhi, trova la ragione. Accetta lo sbaglio e consapevolmente si impegna per capire dove sia nascosta quella risposta che, da tempo, si confonde e si sostituisce ad una convinzione.
L’attesa, che appare come una foto sfocata, sgrana gli occhi e si destreggia tra la folla confusa tra, e per, il tempo che passa.
TESTO REGIA ED INTERPRETI: UNICA LINEA EMOZIONALE
Un dramma scritto a tre mani come fosse una singola testa pensante. La concretizzazione delle idee si incrociano e si incastrano. Ogni cambio scena appare coreograficamente senza che il sipario si chiuda, mettendo in evidenza l’essenziale.
Gli attori non hanno interpretato, hanno scelto di vivere una storia che senza alcun dubbio è appartenuta a qualcuno.
LE FONTI
Il dibattito tenuto a fine spettacolo ha permesso al pubblico di entrare in contatto con il cast, con le loro idee e lo svilupparsi di esse.
Le fonti provenienti da giornali, ricerche, libri (viene citato dallo stesso cast “Prigionieri di Guantanamo: quello che il mondo deve sapere”) hanno avuto maggiore sviluppo anche grazie alla collaborazione con la “Associazione amicizia Italia Cuba” definita fondamentale per dare vita ad un testo di grande impatto sociale.
“Guantanamo-errore di sistema” aiuta a riflettere, attraverso un episodio specifico, su come la nostra società non trovi una via d’uscita per liberarsi dall’egoismo che non pone prima di ogni cosa la libertà dell’individuo, ma la singola opportunità.