Il silenzio degli innocenti ha 30 anni: un thriller storico di orrore e umanità

Sono passati 30 anni da quando abbiamo visto per la prima volta (Iin USA) Jodie Foster e Anthony Hopkins nell'adattamento del terrificante romanzo di Thomas Harris

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Locandina Il silenzio degli innocenti

“Sai che aspetto hai con la tua bella borsa e le tue scarpe economiche? Sembri un rublo”. Hannibal Lecter, il più potente di tutti i serial killer immaginari, non impiega tempo per valutare Clarice Starling in Il silenzio degli innocenti. Questo Lecter non è come il mostro passivo che Brian Cox aveva interpretato in Manhunter, l’adattamento di Michael Mann del 1986 di Red Dragon di Thomas Harris. La versione di Cox è disimpegnata, come se l’umanità fosse una noia e una seccatura, ma il Lecter di Anthony Hopkins afferma la sua serena brillantezza e potenza in ogni occasione.

Il silenzio degli innocenti: la trama

Sebbene sia una studentessa promettente e, va detto, abbastanza intelligente e astuta da attirare l’interesse di Lecter, Clarice è già stata scelta prima che Lecter la guardi. Il suo superiore nell’Unità di scienze comportamentali dell’ufficio, Jack Crawford (Scott Glenn), l’ha inviata a Lecter con un questionario che potrebbe aiutare l’FBI nella sua ricerca di Buffalo Bill. Crawford non si aspetta che riceva indietro un questionario, ma sospetta che Clarice lo provocherà, il che è esattamente ciò che accade. Il botta e risposta tra Lecter e Clarice nel loro primo incontro è la scena più famosa de Il silenzio degli innocenti, con la sua scenografia impeccabile e le sue battute memorabili, e la palpabile chimica tra gli attori. Dopo l’incontro riesce a malapena a tornare barcollando alla sua vecchia Ford Pinto. È riuscita in quello che sperava Crawford, ma si sente in ogni modo sconfitta.

Chi è Clarice ne Il silenzio degli innocenti?

Gran parte della forza de Il silenzio degli innocenti deriva da questa concezione di Clarice come una donna di intensa vulnerabilità e profonda determinazione. C’è una versione più noiosa del personaggio che è semplicemente forte, precoce nella sua intuizione e costantemente sottovalutata dagli uomini intorno a lei. Non è così che la interpreta Jodie Foster, e non è così che il regista Jonathan Demme, lavorando su una sceneggiatura di Ted Tally, ha scelto di concepirla.

Un nuovo modo di fare horror

Ci sono molte ragioni per le quali Il silenzio degli innocenti è considerato il creatore di un nuovo standard per l’horror già 30 anni fa. Gli effetti di luce di Tak Fujimoto, la colonna sonora minacciosa ma sottilmente toccante di Howard Shore, persino il design del titolo. Ma l’elemento essenziale è la suspance che mette il pubblico nella prospettiva di Clarice mentre si aggira nell’oscurità, prima in senso figurato e poi letteralmente. È spaventata, e anche noi.


Hopkins e Foster: la reunion di Hannibal con Clarice
Leggi il libro di Thomas Harris da cui è tratto il film


La grandezza e la profondità

Sebbene la grandezza de Il silenzio degli innocenti sia stata affermata fin dall’inizio, all’epoca ha vinto premi in tutte e cinque le principali categorie di Oscar: film, regista, sceneggiatura, attore e attrice. Le critiche al personaggio di Buffalo Bill lo hanno seguito sin dall’inizio e sono state amplificate nel corso degli anni. Sebbene il film dica esplicitamente che non è transessuale, l’associazione del suo genere in evoluzione con la violenza, espressa attraverso il ciclo di vita delle rare falene Sfinge Testa di Morto che raccoglie, ha una macchia simile a Psycho 30 anni prima. L’intento è importante, ma Bill che fugge dalla sua virilità non smussa le brutte implicazioni della sua metamorfosi.

Jodie Foster e la lotta per sopravvivere

Ciò che distingue il film è quanto documenta accuratamente gli sforzi di Clarice per navigare nel mondo degli uomini, popolato da colleghi e serial killer, con un gruppo non necessariamente più traditore dell’altro. Combatte per il rispetto in modi grandi e piccoli, dal blandire gentilmente il suo capo per averla esclusa da una conversazione con la polizia locale alla disperata confusione del finale. Vuole proteggere altre donne dalle minacce che sente tutt’intorno a lei, comprese quelle di colleghi tirocinanti o superiori che potrebbero desiderare che anche lei abbia successo. È una lotta solitaria e incessante ed è palpabilmente terrificante, non importa che lei sia all’altezza.

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