Il Mago Gabriel, nato come Salvatore Gulisano, è noto per le sue epiche apparizioni a “Mai Dire Goal” grazie alla Gialappa’s che aveva preso di mira il programma che conduceva un canale tv minore.
Sempre alla ricerca di quel mistero che, goffamente, tentava di rendere realistico e veritiero. Ci ha lasciati ieri, 1 luglio, a 79 anni, era originario di Palermo ma, da molti anni viveva nel torinese. A dare la triste notizia, tramite il suo profilo su Facebook, è stato il suo manager Renato D’Herin, con il quale aveva avuto una lunga collaborazione lavorativa: “Ieri purtroppo ci ha lasciato un artista a cui sono molto affezionato ed a cui ho voluto bene… Il Mago Gabriel (al secolo Salvatore Gulisano). Una figura fuori dagli schemi tradizionali… ma con un grande cuore! Riposa in pace Gabriello… Ti voglio dare l’ultimo saluto con il nome affettuoso con cui ti ho sempre chiamato”.
“Gabriel e le mira-bolanti meraviglie (alla scoperta di… luoghi, personaggi della Torino Eso e Terica)“, questo è il nome del programma che “a sua volta” (uno dei suoi intercalari più famosi) lo aveva portato alla ribalta.
Nella sua genuina rappresentazione, il Mago Gabriel, mostrava come entrare in contatto con l’aldilà, ricercare gli “gnomini”, dare letture astrologiche, mostrare luoghi infestati dove solo lui era l’eletto che poteva vedere questi fantomatici spiriti.
Il rituale per contattare l’aldilà
Nonostante non ci sia più, i suoi rituali rimarranno per moltissimo tempo sulle varie piattaforme video (tipo YouTube).
Uno dei rituali che tentò di mostrare fu quello in cui Loro (probabilmente l’entità), per parlare col mondo dei morti, gli ordinarono di scavarsi (letteralmente scavarsi) la fossa per seppellirsi vivo. Solo in questo modo avrebbe raggiunto lo stato necessario per comnicare con l’altro mondo, ma per poter comunicare con l’entità superiore bisogna dare qualcosa (si ma cosa?).
La sua genuinità e semplicità resterenno impressi in chi, negli anni ’90, seguiva assiduamente le sue vicende tramite “Mai Dire Goal”. Un personaggio che ha “cresciuto” generazioni amanti del trash.