Il fado è un genere musicale portoghese che è l’emblema dello stesso popolo. Ne incarna il destino, tanto che il nome è proprio fado, fato. Ne è il paradigma nel lamento continuo delle voci che lo cantano. Tecnicamente esistono tre diversi tipi di fado, che nascono in tre città simbolo del Portogallo: Porto, Coimbra e Lisbona. Quello che ha dato vita a più rivisitazioni è quello lisboeta che affonda le proprie radici nella cultura popolare.
Il fado lisboeta nasce nelle strade, tra la gente umile, è il lamento in musica della povera gente.Una voce e una chitarra che cantano la famosa “saudade”portoghese: la malinconia e la nostalgia per un passato che non c’è più. Bastano questi due elementi a far vivere all’ascoltatore un momento unico di estasi. E’ una musica che trasporta i sensi, che ti guida verso altri mondi, che fa rivivere momenti passati.
Una melodia che al primo ascolto non rimane così impressa, quasi noiosa, ripetitiva. Ma dal secondo ascolto conquista, ti attraversa. E’ una musica senza tempo, che da duecento anni rimane sulla cresta dell’onda. Nel 2017 è stato proprio il fado di Salvator Sobral a incantare l’Eurovision. E’ una musica che racconta di amori, di separazioni, di dolori. Il dolore è centrale nella cultura portoghese fatta di traumi e ferite mai ricucite. Il fado mette in musica queste sofferenze e le condivide con il mondo in maniera magistrale.
I fadisti infatti non possono che essere portoghesi, perchè nessuno meglio di loro riesce a raccontare la storia di questo popolo. Tante voci femminili: Dulce Pontes, Mariza, Amàlia, Teresa Salgueiro. Queste le più apprezzate nella scena musicale pop-folk portoghese. Mariza ha incantato Lisbona nel 2006 con il suo concerto ed è diventata un’artista apprezzatissima. Dulce Pontes famosa per le sue collaborazioni con Ennio Morricone e la sua “Cançao do mar”. Amàlia Rodrigues, considerata la voce del Portogallo, la regina con una delle sue canzoni più famose: Tudo isto è fado. Teresa Salgueiro era la voce principale dei Madredeus, un gruppo famosissimo degli anni 90. La sua voce inconfondibile li ha resi noti in tutto il mondo con “Haja O que houver”.
Un genere impregnato di tradizione, uno dei pochi generi che è ancora la voce del popolo.