Il divorzio visto dalla parte dei figli: Stay Together for The Kids dei Blink 182

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Stay together for the kids

Non solo temi frivoli ma anche canzoni di spessore

La band pop-punk americana Blink 182, nonostante l’ormai più che quarantennale età dei componenti, è conosciuta principalmente per le tematiche frivole affrontate. Non si può però additare tutta la loro produzione come disinteressata e di puro intrattenimento. Un esempio di brano di un certo spessore, a livello tanto musicale quanto testuale, è Stay Together for The Kids tratto dall’album del 2001 Take Off Your Pants and Jacket. Nonostante ci troviamo di fronte alla storia line-up della band celebre per il videoclip di What’s My Age Again? in cui corrono nudi per le strade di Los Angeles, il brano in questione tratta di una tematica per nulla di poco conto: il divorzio, visto però dagli occhi di un figlio.

Lungi da noi fare del moralismo da quattro soldi nei confronti di uno strumento legale che ha rappresentato un’enorme vittoria di civiltà, è innegabile però come tale esperienza possa influenzare in modo non indifferente la prole. I Blink 182, soprattutto per bocca del bassista-cantante Mark Hoppus, il quale ha vissuto in prima persona tale esperienza, vogliono proprio dare voce ai figli, mettendo a nudo il proprio stato d’animo sconvolto dalla fine dell’amore tra i genitori.

Svegliarsi è molto difficile…

It’s hard to wake up

When the shades have been pulled shut

This house is haunted

It’s so pathetic

It makes no sense at all

I’m ripe with things to say

The words rot and fall away

What stupid poem could fix this home

I’d read it every day

«E’ dura svegliarsi quando le veneziane sono state chiuse.

La casa è infestata, è così patetico, non ha alcun senso. 

Sono carico di cose da dire, le parole marciscono e vanno scomparendo.

Quale stupida poesia potrebbe rimettere in sesto questa casa? La leggerei ogni giorno».

Il protagonista del brano ci mostra nero su bianco ciò che vuol dire vedere i propri genitori sul punto di andare ognuno per la propria strada. Il figlio già soffre al momento del risveglio mattutino, considerando il proprio letto come un guscio di tartaruga dove potersi proteggere da un mondo esterno troppo intento a perseguire risentimento per prendere il ragazzo in considerazione. Le veneziane, “shades” in inglese, rappresentano metaforicamente una barriera, posta tanto tra un genitore e l’altro quanto tra il figlio sofferente e la propria infanzia che sta volgendo al termine e nel modo più burrascoso possibile.

La situazione è talmente paradossale che il protagonista della vicenda la descrive com stregata, patetica e completamente priva di senso. Il ragazzo è pieno di cose da dire, sia ai suoi genitori sia a sé stesso, ma il momento che sta vivendo è talmente straziante che le parole marciscono come frutti non colti e cadono perdendosi per sempre. Ci può essere una qualche panacea che aiuti a sistemare questa famiglia che sta irrimediabilmente sfaldandosi? Magari una di quelle stupide poesie strappalacrime che ci hanno fatto studiare a scuola? Il ragazzo non lo sa, ma se ce ne fosse anche solo una la leggerebbe ogni singolo giorno.

La breve consolazione delle vacanze

So here’s your holiday

Hope you enjoy it this time

You gave it all away

It was mine

So when you’re dead and gone

Will you remember this night

Twenty years now lost

It’s not right

«Ed ecco le tue vacanze

Spero tu possa goderti questo momento

Ora che hai dato via tutto.

Era mio…

Allora quando sarai morto, andato,

Ti ricorderai di questa notte?

Vent’anni ormai persi…

Non è giusto!».

L’impatto emotivo della canzone è particolarmente vigoroso anche grazie al fatto che le due voci principali della band si alternino tra le strofe e i ritornelli. Ecco dunque che in questa parte troviamo la voce, qui potente e graffiante, di Tom DeLonge. Se nelle strofe il ragazzo protagonista si mostra ritroso verso l’esternare i propri pensieri più intimi, nel ritornello la sua rabbia esce imperterrita, rimarcando come gli anni di matrimonio dei genitori siano ormai persi e come anche le vacanze estive, spesso sfruttate dai genitori per scelte del genere, siano solo un fugace palliativo. L’arpeggio introspettivo della strofa lascia qui spazio a un accompagnamento decisamente più incisivo, degno accompagnamento di uno stato d’animo a pezzi.

Sono tutti d’accordo: perché tutta questa sofferenza?

Their anger hurts my ears

Been running strong for seven years

Rather than fix the problems

They never solve them

It makes no sense at all

I see them everyday

We get along, so why can’t they?

If this is what he wants

And this is what she wants

Then why is there so much pain?

«La loro rabbia mi fa male alle orecchie, 

È diventata più forte negli ultimi sette anni.

Piuttosto che curarsi del problema

non lo risolvono mai, 

non ha nessun senso.

Li vedo ogni giorno, 

Tra di noi andiamo d’accordo, e perché tra loro no? 

Se questo è ciò che lui vuole 

ed è ciò che lei vuole 

allora perché c’è tutto questo dolore?».

In questa strofa Mark Hoppus tratteggia magistralmente il senso di impotenza che il protagonista vive. Perché insistere sul rimarcare i punti di discordia? Non si potrebbe provare a smussare gli attriti e riconciliarsi? Come mai il protagonista riesce ad andare d’accordo con entrambi i propri genitori e questi non riescono però a loro volta a trovare un punto d’incontro? Il ragazzo non può perdonare ai genitori l’ostinazione nel perseguire la via della separazione piuttosto che provare a risolvere i problemi, ma ciò che non può capire ancora data la giovane età è che non tutti i problemi purtroppo sono risolvibili.

La canzone, pur volendolo, non offre una soluzione a questi momenti di particolare concitazione emotiva, e non potrebbe farlo essendo queste situazioni complesse da vivere così come da spiegare agli infanti e/o adolescenti coinvolti. La sola cosa che i Blink 182 potevano fare, e hanno fatto magistralmente, è raccontare ciò che si prova in questi casi e fornire almeno un po’ di conforto quasi fraterno ai propri giovani ascoltatori. 

I Blink 182 dal vivo

Non tutto il male viene per nuocere

La nostra vita è finitezza allo stato puro: tutto prima o poi volge al termine assoluto, a volte anche l’amore tra due persone. Piuttosto che arrivare a farsi del male tanto psicologico quanto fisico, come purtroppo spesso accade, è senza dubbio meglio interrompere il proprio cammino condiviso. Ciò non deve però distogliere dalle proprie responsabilità di genitori se sono presenti figli. Papà e mamma rimangono tali anche se non si vogliono più bene e con i dovuti accorgimenti, nonché una continua cooperazione genitoriale che comunque si può mantenere, si può permettere ai propri figli di vivere nel modo più indolore possibile l’esperienza che è comunque di per sé destabilizzante.

Chi scrive, nella sua professione di docente, ha avuto modo di incontrare genitori separati molto uniti nell’educazione genitoriale nonostante la lontananza fisica, dimostrando come spesso questa scelta vada a risolversi in qualcosa di positivo anche per i figli stessi. In chiusura si consiglia un parallelismo cinematografico: il bellissimo e disincantato Mrs. Doubtfire con i poetici attori Robin Williams e Sally Field nei panni di due genitori alle prese con il divorzio. Si tratta di una pellicola fresca e veritiera, perfettamente in linea con il mood del brano dei Blink 182 nonostante sia uscita qualche anno prima.

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