IL CASO BRAIBANTI, il film di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese al Bari International Gender Film Festival

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Aldo Braibanti
Aldo Braibanti

IL CASO BRAIBANTI, il film di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese al Bari International Gender Film Festival

M.Palmese-.C.Giardina_Pivio
M.Palmese-.C.Giardina_Pivio

Giunto a Roma nel1962, Braibanti continua la sua ricerca e per un anno e mezzo chiede e ottiene la collaborazione dell’amico Giovanni Sanfratello,

un giovane di 23 anni che aveva conosciuto nel periodo del laboratorio artistico del torrione Farnese di Castell’Arquato.

I Sanfratello, anche loro piacentini, erano ultraconservatori, cattolici e tra i più fascisti, e non riuscivano ad accettare che il loro figlio potesse scegliere una vita tanto diversa dalla loro”.

Nel 1964 Ippolito Sanfratello, padre di Giovanni, presenta denuncia alla Procura di Roma contro Braibanti avendo trovato, in modo non chiaro,

la collaborazione ambigua di un Pubblico Ministero: l’accusa è di plagio. Dopo un processo durato 4 anni, nel 1968 , Aldo Braibanti viene condannato a nove anni, ridotti in appello a sei.

AldoBraibanti
AldoBraibanti

Il film di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese rievoca quello che fu il nostro processo Oscar Wilde: un clamoroso scandalo giudiziario che scosse l’Italia del ‘900.

Ne parlerà con il pubblico il magistrato e scrittore Giancarlo De Cataldo, ospite lunedì 16 novembre (ore 21.15) al Cinema Farnese di Roma, 

con i registi e Pivio (Roberto Giacomo Pischiutta), produttore del film per Creuza srl e autore della colonna sonora insieme a Aldo De Scalzi.

Il caso Braibanti

Nel 1968 Aldo Braibanti, ex partigiano, poeta e artista sperimentale, venne accusato dalla famiglia del suo giovane compagno di averlo “plagiato” per costringerlo ad avere rapporti omosessuali.

Intervennero in sua difesa Pasolini, Morante, Maraini, Pannella, Eco e molti altri. Braibanti venne incredibilmente condannato a nove anni di reclusione, mentre il suo compagno fu ricoverato in manicomio, dove subì ben 40 elettrochoc.

Il documentario – che ha riscosso un eccezionale successo di pubblico – ha vinto il “Premio Cinema in Piazza” alla 56 Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro,

il Premio Signum al SalinaDocFest XIV ed. e il Premio Speciale al Florence Queer Festival 2020. Proiezioni anche a Piacenza, Firenze, Parma, Cagliari e Bellinzona. Il 5 dicembre sarà il film di apertura del Bari International Gender Film Festival.

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