Dopo un anno da Cara Italia il cantautore rapper Ghali ha presentato il nuovo singolo I Love You al carcere di San Vittore a Milano davanti ad una sessantina di detenuti under 25.
A 25 anni Ghali è tornato in quel posto in cui da bambino andava a visitare il padre, per presentare quella che lui definisce “una lettera d’amore ad un carcerato”. Ricorda quei giorni come qualcosa di normale, come se per un bambino andare a trovare il padre a San Vittore fosse comune: “Mano nella mano come due compagni di classe durante la ricreazione, andavamo a trovare papà in quel posto, sotto il sole cocente e sotto le nevi di Milano.” Scrive in un post su Instagram dedicato alla madre nel 2017.
È una canzone che intona un progetto sociale: “Per me il next step è sfruttare i miei canali e tutta l’attenzione che ho per dare voce a qualcun altro…” commenta Ghali, partendo dall’idea che sta alla base di questa canzone, ovvero che “ci sia un essere umano sia sotto la divisa che sotto il passamontagna”.
La voce dei detenuti
Il suo intento, tramite il singolo e la sua presentazione, è quello di una lotta contro i pregiudizi che circondano il mondo del carcere attraverso, appunto, un messaggio d’amore. “Cara Italia è una canzone fatta con l’intento di scuotere qualcosa nell’anima di chi spesso decide le nostre sorti, di chi sta ai vertici – racconta a il Fatto Quotidiano – A un anno dalla sua uscita, nulla è cambiato e allora ho deciso di dedicare un’altra canzone d’amore, anzi una lettera d’amore, stavolta a chi sento più vicino, a un amico, a un fratello, a una sorella”
I Love You
Una canzone che segue molto lo stile fresco del messaggio sociale che è già stato capace di dimostrare con Cara Italia. Una canzone che ha saputo mantenere la linea della trap nella voce puntando ad un ritornello ballabile e cantabile, perfetto per conquistare la top 10 primaverile. Un urban pop con suggestioni etniche – lo definisce il Fatto Quotidiano.
Il murales che andrà all’asta
Accanto alla sala che ha ospitato la presentazione, i detenuti del carcere hanno dipinto un murales che andrà all’asta e il cui ricavato servirà al carcere stesso. Un murales interamente colorato, così come lo è la cover del singolo; un misto di colori in cui si riscontrano la vitalità della canzone e ciò che si vive quotidianamente in quel posto.