Holly e Benji: l’origine di un mito

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Holly e Benji nella sua categoria è diventato un classico. Di cartoni animati sul tema del calcio ne sono poi nati altri, anche in tempi più recenti, ma Holly e Benji rimane il capostipite.

Tratto da un manga giapponese, il titolo originale è Capitan Tsubasa ed è nato nel 1981 dalla matita di Yōichi Takahashi. Anche se la traduzione nel nostro Paese potrebbe far pensare il contrario i protagonisti non sono due, ma soltanto il capocannoniere, Oliver “Holly” Hutton, in originale Tsubasa Oozora, appunto. Il portiere, Benjamin “Benji” Price, non è che un personaggio secondario, come gli altri compagni di squadra o gli avversari.

La prima messa in onda di Holly e Benji

In Italia la prima messa in onda è del 1986, precisamente il 19 luglio. La storia è alla fine molto semplice: il giovane Holly, orfano di padre, si trasferisce con la madre da Shizuoka a Fujisawa (entrambe nel nord est del Giappone). Il suo sogno è andare in Brasile e diventare un calciatore professionista.

Appena arrivato nella nuova città incontra un coetaneo, che vedendolo giocare a calcio gli propone di far parte della squadra della scuola, la New Team. Da qui inizia l’ascesa del brillante anche se inesperto Holly, ma è solo quando incontra Roberto Sedinho, ex attaccante di Brasile e São Paulo e nuovo allenatore, che il sogno si avvicina a diventare realtà. Devono però trascorrere tre anni prima che questo succeda, e nel frattempo Holly con l’ex rivale Benji portano il Giappone alla vittoria dei Mondiali.

Le stagioni arrivate in Italia sono in totale quattro, trasmesse per un arco temporale complessivo di ben trentatré anni, pur se con lunghi intervalli fra una stagione e l’altra. Sono poi stati prodotti anche quattro film d’animazione, cinque contandone uno mai arrivato da noi.

Chi era bambino e adolescente negli anni Novanta sa che questo era uno dei cartoni più amati, e un cult ancora oggi: come dimenticare infatti le partite lunghe decine di episodi, la rivalità fra Holly e Mark Lenders o la catapulta dei gemelli Derrick, che sfidava qualsiasi legge della fisica?

Probabilmente poi, come è capitato anche per Mila e Shiro, questo manga ha incentivato i ragazzini a praticare il calcio, promuovendo il gioco di squadra e la sportività, anche fra avversari.

Per concludere, per i nostalgici lascio qui sotto il link della primissima sigla, interpretata da Paolo Picutti (seguita poi, con l’avvicendarsi delle stagioni e delle riedizioni, da performance di Cristina D’Avena, Marco Destro e Giorgio Vanni).

Guarda le schede degli altri cartoni animati.

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