Haunt – La casa del terrore: La recensione

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Haunt è un film del del 2019 diretto e sceneggiato da Scott Beck e Bryan Woods. Se per il prossimo halloween volete aggiungere un nuovo tassello all’elenco di film da guardare, scegliete questo. Negli ultimi anni sono spuntati molti horror a tema escape room. Questa versione è tra le più piacevoli. È un horror di tutta dignità che funziona per impegnare una seratina macabra. Non è troppo e non è troppo poco. È un film che ci azzecca senza troppe pretese. La serata passerà e voi vi sarete dilettati per un’ora e mezza. È un titolo decisamente funzionale.

L’ESCAPE ROOM: UN ESPEDIENTE CHE FUNZIONA SEMPRE

Recentemente il tema dell’escape room è di voga nel cinema d’orrore. La lista di titoli che sfruttano questo espediente narrativo sono tanti (forse troppi) e di varia qualità. Ma perché c’è stata una diffusione a macchia d’olio? Perchè è un tema che funziona sempre. Haunt è uno di questi film, che sfruttano questa trovata in maniera funzionale. Nulla di più semplice. Dei ragazzini entrano in un edificio pieno di trappole ed enigmi e devono cercare di uscirne (vivi). La trama è un mero canovaccio. Un espediente che viene poi sviluppato attraverso continue situazioni potenzialmente mortali. Haunt grazie ad una regia senza sbavature e ad uno sviluppo scorrevole riesce nell’intento. Nel mucchio di film che gioca con questo tema è tra quelli che spicca di più.

Haunt: uno slasher che non si spreca in parole

Haunt è un film che una volta che ingrana non si ferma. E da escape room si trasforma in uno slasher con rimandi alla Halloween. Ci sono dei tizi mascherati che si dilettano a far fuori gli sfortunati partecipanti. Ci si può domandare perché. Ma il film se ne frega di dare troppe spiegazioni. Anzi non le da. Ad un certo punto le maschere calano, ma invece di rovinare la tensione, questa si moltiplica. Perchè? Guardate Haunt per scoprirlo. Ma non aspettatevi di capire il motivo specifico di ciò che accade. Limitatevi alla base. Un gruppo di psicopatici.

Haunt: Un finale che poteva essere migliore

Il punto debole di Haunt è forse il finale. Poco brillante. Poteva lavorare un po’ di più sui carnefici, dando maggiore spazio ad un possibile background. Invece il film punta al ribaltamento dei ruoli. E quindi il finale, seppure catartico, sa di poco. Il succo è nello svolgimento, quando nella testa dello spettatore cresce la curiosità morbosa di capire la motivazione dei killer. Quando si mostrano i loro veri volti la curiosità cresce di più. Poi il finale dissipa le buone possibilità di Haunt per rendersi più particolareggiato. Un po’ un occasione buttata alle ortiche.

Conclusioni

Haunt è un film che svolge il suo servizio con professionalità. Gioca con la tensione. La tiene alta. Propone qualche spunto interessante. Spicca su altri titoli più banali. Ma manca quell’ultimo salto per renderlo più solido. Alla fine si è soddisfatti, ma l’effetto finisce lì, con i titoli di coda. Non è un horror che rimane impresso nella mente. È un buon film che ha un puro scopo funzionale. Adatto per una serata a basso impegno.

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