«Harry aveva un viso sottile, ginocchia nodose, capelli neri e occhi verde chiaro. Portava un paio di occhiali rotondi, tenuti insieme con un sacco di nastro adesivo per tutte le volte che Dudley lo aveva preso a pugni sul naso. L’unica cosa che a Harry piaceva del proprio aspetto era una cicatrice molto sottile sulla fronte, che aveva la forma di una saetta». Chi, tra i più esperti, può dimenticare la prima descrizione che la mitica J.K. Rowling scrisse di Harry Potter, pubblicato per la prima volta nel 1997?
Il mondo magico che zia Row, così affettuosamente chiamata dai suoi fan, ha creato, ha accompagnato generazioni di bambini, ragazzi e adulti in diverse fasi della loro vita. Il 13 luglio del 2011 usciva nelle sale cinematografiche italiane l’ultimo capitolo della saga.
La carta vincente di Harry Potter, oltre alla magia e alla storia piena di intrecci e collegamenti fin dal primo libro, è la “familiarità”. Harry trova nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts un porto sicuro, per la prima volta in vita sua si sente veramente a casa: questa è la stessa cosa che accade a noi. I passaggi segreti, i corridoi e le aule vengono descritti con una tale cura che è impossibile non sentirsi protetti tra quelle pagine. Seguiamo i personaggi per 7 lunghi anni, 10 cinematograficamente: li vediamo crescere, cambiare, prendere le loro scelte, sacrificarsi. Soffriamo e gioiamo con loro.
Abbiamo scoperto insieme chi era Nicolas Flamel, chi è il vero erede di Serpeverde, chi era stato ingiustamente accusato ed imprigionato ad Azkaban, abbiamo vissuto il torneo Tremaghi, scoperto i combattenti dell’Ordine della Fenice, l’identità del Principe Mezzosangue, cercato gli Horcrux e i Doni della Morte.
La Rowling ci porta in un universo magico creato per i bambini, un mondi in cui «aquell‘età si è del tutto impotenti. Ma i bambini hanno un mondo segreto che per gli adulti sarà sempre impenetrabile».
La pellicola di Harry Potter e i Doni della Morte, uscita appunto il 13 luglio 2011, diretta da David Yates, ci porta alla conclusione di questo viaggio. L’inevitabile scontro finale contro Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, Lord Voldemort, la distruzione di tutti e 7 gli Horcrux che lo tenevano ancorato a questa vita terrena, anche di quell’ultimo Horcrux non previsto, non voluto. La disgregazione dell’anima in seguito all’assasinio e la morte stessa sono temi centrali quanto la magia. Chi non conosce il mondo di Harry Potter è spesso portato a pensare che la tematica magica sia unica e predominate: questi cadono sicuramente in errore.
Harry Potter è amicizia, valore, perdita, paure, famiglia, sconfitta, vittoria. Insegna qualcosa che va oltre il fantasy, oltre il romanzo di formazione e di avventura. Harry Potter è coraggio.
«La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene».