Guadagnare con Spotify, è davvero possibile?

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Sappiamo che ogni artista presente sulla piattaforma di streaming riceve un piccolo compenso ad ogni click. E’ possibile guadagnare con Spotify, mandando un solo singolo per miliardi di volte? Vediamo insieme.

Guadagnare con Spotify, come fare?

I grandi artisti fanno grandi numeri, si sa. Naturalmente gran parte dei loro profitti deriva dai tour e dalla vendita fisica degli album, ma anche gli streaming su Spotify rappresentano una parte dei guadagni. Secondo The Guardian si tratta di circa tre euro ogni mille streaming, quindi una percentuale ben esigua. Un sondaggio effettuato dal Sindacato Inglese dei Musicisti, inoltre, ha stabilito che l’82% degli intervistati aveva guadagnato in questo modo meno di 230 euro in un anno. Da cui la domanda: se un ascoltatore decidesse di ascoltare una sola canzone per migliaia, miliardi di volte? L’artista in questione potrebbe diventare ricco con quegli streaming?


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L’inchiesta di VICE

E’ stato il magazine online VICE a porsi questo interrogativo. Ecco dunque i passi, teoricamente s’intende, per diventare ricchi su Spotify caricando la propria musica.

Primo passo: produrre la musica

Innanzitutto, uno stream è considerato tale se arriva ai trenta secondi di ascolto. E’ quindi possibile creare una musica, superiore ai trenta secondi: pagando una piccola cifra ad un distributore (Ditto Music, ad esempio) sarete pronti a caricarlo su Spotify. Suonata costantemente, una playlist di pezzi da trenta secondi potrebbe arrivare a 2.880 streaming in 24 ore. Sempre secondo i dati del Guardian, sarebbero 9 euro al giorno. In un anno, quindi, potremmo raggiungere circa 3300 euro. Se poi si aggiungesse a questo uno Spotify Premium Family Plan, un abbonamento familiare, questi soldi potrebbero moltiplicarsi per sei (poco meno di 20.000 euro). Occorre però dire che, visto che Spotify non conta gli stream con app o dispositivi silenziati, dovremmo ascoltare la nostra stessa musica h24 da sei fonti diverse.

Secondo passo: aumentare l’efficienza tecnologica

Investire in un Raspberry Pi Zero W potrebbe essere un’idea, pur se sprovvisto di monitor, tastiera, hard drive interno e mouse. Può però connettersi al Wi-Fi, e con una SD potrebbe riuscire a far girare Spotify. “Devi impostarlo in maniera che, quando lo accendi, appena il dispositivo entra in funzione, fa partire la playlist su Spotify e comincia in automatico a riprodurre la musica. Dovresti scrivere il codice, inserirlo in ogni card SD e cambiare tutti i dettagli login di cui hai bisogno. In sostanza, stai suggerendo di applicare lo stesso tipo di meccanismo del mining di Bitcoin, ma per quanto riguarda gli stream su Spotify, che richiedono molti meno sforzi dal computer. E’ macchinoso ma dovrebbe funzionare” questa l’opinione di Cal King, fotografo ed entusiasta del Raspberry. In questo modo si arriverebbe a 108 euro al giorno, meno di 40.000 l’anno.

Terzo passo: investire nello streaming

Sempre parlando del Raspberry, è un dispositivo molto piccolo. Volendo, quindi, potremmo farne entrare 360 in un armadio Ikea. Questo significa che potremmo mandarli in streaming tutti contemporaneamente, con oltre un milione di ascolti giornalieri. Aprire molti account Family Plan potrebbe destare sospetti, in effetti: ma è anche improbabile che venga segnalato. In definitiva, dopo tutti questi passaggi difficili e macchinosi potrebbe effettivamente essere possibile guadagnare molti soldi con i soli streaming.

Conclusione

Tutto questo rimane però nell’ambito del teorico, per un semplice motivo. I passaggi sopra elencati sono infatti contro i termini contrattuali di Spotify, che proibiscono i tentativi di manipolare la piattaforma usando processi automatizzati. Dunque la risposta è no, non è possibile diventare milionari con i soli streaming di Spotify.

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