Si è concluso ieri sera, venerdì 3 maggio, anche la quarta stagione della serie Sky Gomorra.
Dopo l’esperienza dell’ultimo finale di stagione, è inutile sottolineare l’ansia che per quarantacinque minuti o poco più ha attraversato ogni singola parte del corpo di tutti gli spettatori che ieri sera, 3 maggio, hanno seguito, chi in diretta chi meno, l’uscita degli ultimi episodi della quarta stagione di Gomorra.
Durante la settimana, dopo quanto iniziato con gli episodi 9 e 10, i fan della serie si sono divertiti a scommettere su chi avrebbe seguito le storti di Ciro, Valerio o del fratello Capaccio. E bisogna riconoscere che molti hanno indovinato. Ma soprattutto, la domanda che per tutto il tempo ha assilato la mente degli spettatori è stata: Chi è U’ Maestrale?
Per la regia di Claudio Cupellini, gli episodi che sono stati andati in onda ieri sera hanno chiuso un cerchio, riportandoci in un battito di ciglia alle origini della prima stagione. Dopo dieci episodi eravamo oramai alla resa dei conti, le carte per una buona partita erano già tutte sul tavolo, bisognava solo sistemarle. Ed ecco, due episodi degni di un finale di stagione.
Gomorra 4: episodio undici
Vediamo dunque cosa è successo ieri sera.
Se bisogna partire dall’inizio allora è dovere riconoscere la spettacolarità del riassunto inserito all’inizio dell’episodio. Un montaggio da film drammatico, la ricostruzione di un percorso lungo una stagione, in una silenziosa promessa che quanto visto fino a quel punto sarebbe stato presto ricompensato. Un episodio che ha voluto far provare a Patrizia quel misto tra amore e vita criminale, tra famiglia e vita da boss. Perché era proprio su di lei e Michelangelo che eravamo rimasti.
L’attacco costruito tanto minuziosamente insieme a Sangue Blu contro la famiglia Levante settimana scorsa, non era andato a buon fine, costringendo Michelangelo ad un pericoloso doppio gioco e alimentando la sete di vendetta dei cognati di Patrizia che ora la vogliono ufficialmente morta.
A fare da contorno a tutto questo dramma, c’è però l’amore di Michelangelo per sua moglie e la voglia di proteggerla che va oltre ogni affare e ogni promessa di potere. Un amore che lo porterà a fare l’impensabile: denunciare Patrizia alla polizia. Ed è proprio in questo momento che il pathos raggiunge il suo apice.
Quando ormai la diamo ufficialmente morta – la famiglia Levante nel frattempo aveva riempito di esplosivo il covo in cui si stava dirigendo per accogliere un carico di droga – ecco arrivare una fine tutto sommato più accettabile: la prigione.
Una storia che in un certo senso abbiamo già sentito e che non esitano a ricordarci. Un boss imprigionato che anche dal 41 bis è in grado di governare la sua Secondigliano, un boss che non si arrende e che dimostra la sua autorità anche nelle più spregevoli condizioni. Tutto tranne che un infame, pronto all’evasione non appena gli si presenta l’occasione. Un boss che si chiamava Pietro Savastano. Ed è dunque sotto quest’ottica che vediamo la reclusione di Patrizia, quasi coscienti che non può durare molto.
Nel frattempo, la scoperta della denuncia da parte di Michelangelo, la vendetta dei Levanti che si insinua fino a dentro il carcere, la richiesta di collaborazione da parte del magistrato mettono a dura prova la compostezza e la forza di Donna Patrizia che, stanca di quella condizione, chiede aiuto a Gennaro in un disperato tentativo di uscire da quel posto, accettando di diventare quello che mai avrebbe voluto: un infame.
Gomorra 4: episodio dodici
Ma eccoci arrivati alla fine.
Molte sono ancora le domande non soddisfatte, e pochi sono i fatti che fino ad ora hanno reso calda l’atmosfera. Certo, qualcuno ha provato ad uccidere Patrizia, ma ogni volta invano. Ad Enzo hanno imposto di scappare, mentre la sua sicurezza veniva barattata dall’ultima persona che ci saremmo mai aspettati: Gennaro.
Ed è proprio sull’ex boss di Secondigliano che si concentra l’ultimo episodio. Se Pietro fosse stato ancora in vita probabilmente avrebbe esordito con “mo ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost” perché sarebbe calzato perfettamente con i piani studiati dal figlio. Ed è in questo modo che un finale di stagione arriva a coincidere con un nuovo inizio, o meglio, con un ritorno alle origini, perché Genny Savastano è tornato.
Nelle sue mani negli ultimi quarantacinque minuti hanno vacillato molte vite, alcune sono sopravvissute, altre hanno raggiunto il fondo del mare. Alcune non ce le saremmo mai aspettate, altre erano molto quotate.
La questione più importante però era aiutare Patrizia ad evadere.
Questa nel frattempo era stata spostata in una casa protetta in una zona sconosciuta per avviare le pratiche per la sua collaborazione e il piano di difesa. La sua liberazione però aveva un prezzo. Gennaro patteggia con l’ultimo fratello Capacci per qualcosa che solo più avanti verrà chiarito. Capacci gli permette di parlare con Michelangelo per studiare un piano di fuga, mentre Gennaro gli fa un regalo: Sangue Blu. Quest’ultimo, uscito di scena ancora prima dei titoli di coda, è riuscito a salvarsi pagando un pegno per lui alto, ovvero la sua ragazza, mettendo così radici per una futura vendetta che sicuramente vedremo nella prossima stagione.
Tornando però a Gennaro, non è finita qua. Il suo silenzioso addio ad Azzurra e a Pietro lascia intendere, in una scena commovente, che nessuno è più al sicuro a Napoli e che lui è pronto a risistemare tutti i pezzi aggiungendo altri nomi alla lista dei morti. Uno tra tutti Don Gerlando. In una trappola ben organizzata grazie all’aiuto dei ragazzi del misterioso ‘U Maestrale mette fine al potere dello zio, lasciando un avviso ai figli che presto sarebbe toccato a loro.
Infine, per tornare a dove tutto era iniziato, Gennaro è pronto a riprendersi Secondigliano, per farlo però deve sistemare una questione, anzi due. Patrizia e Michelangelo.
La speranza che volesse aiutarli c’era davvero, almeno fino a quando Michelangelo non ha preso posto su quell’aereo. E’ bastata una sola inquadratura per capire che anche quel finale avrebbe contato un morto. Questa volta però la musica a segnare lo scorrere dei secondi non ha rimbombato nelle nostre orecchie, definendo chiaramente i due colpi di pistola che hanno messo fine a tutte le sofferenze di Michi prima, e di Patrizia poi. E’ bastato uno sparo per rivedere negli occhi di Gennaro tutto quello che aveva provato a nascondere per una stagione intera e che ora stava tornando a galla.
L’Immortale
Se la fine di Gomorra 4 premette quindi una guerra come quelle che ricordiamo dalla prima stagione, con tante vendette e tanti personaggi nuovi, uno tra tutti ‘U Maestrale; la promessa prima dell’uscita di Gomorra 5 è un’altra: Ciro torna davvero. A darne la notizia un breve spezzone pubblicitario che ci riporta là dove tutto si era concluso un anno fa, in mezzo al mare di Napoli dove ancora cade il corpo dell’Immortale. La promessa è quella di un film sulla vita di uno dei personaggi più amati della serie Sky che i fan potranno rivedere a Natale al cinema.