Gli Ultimi Saranno Gli Ultimi | trama e significato del film

"Gli Ultimi Saranno Gli Ultimi" è un film a metà strada fra la commedia ed il drammatico, con attori straordinari che permettono di riflettere su temi vicini a noi tutti

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“Gli Ultimi Saranno Gli Ultimi” è un film del 2015, a metà strada fra drammatico e commedia nel pieno dello stile cinematografico italiano per antonomasia. Diretto da Massimiliano Bruno e sceneggiato dallo stesso in compagnia di altre figure, inclusa l’attrice Paola Cortellesi che interpreta anche il ruolo di protagonista; il resto del cast è composto da Alessandro Gassman, Frabrizio Bentivoglio, Stefano Fresi, Iliaria Spada, Maria Di Biase ed altri. Il film è un adattamento cinematografico di un omonimo spettacolo teatrale in cui la protagonista era proprio Paola Cortellesi, che avendo partecipato fin dal principio alla scrittura dell’opera vi ha anche recitato in entrambe le sue versioni. Il film va in onda oggi 11 settembre su RAI 1.

TRAMA: Luciana e Stefano sono spossati, vivono nei paesino di Anguillara e cercano da anni di avere un bimbo. Lei è una lavoratrice umile, lui un uomo ricco di idee che non mette mai in pratica perché odia essere sottoposto ad un capo. Quando lei rimane incinta, il suo capo decide di non rinnovarle il contratto a tempo determinato, dando vita ad un problema molto grave alla famiglia. Nel frattempo, ad Anguillara si trasferisce un poliziotto veneto costretto a spostarsi lì per via di un procedimento di demerito: qui inizierà da un lato a subire le assurde peculiarità dei paesini e dall’altro a subire angherie da parte dei colleghi. Le storie di entrambi sono inaspettatamente destinate ad incrociarsi…

Gli Ultimi Saranno Gli Ultimi | significato

I temi analizzati in “Gli Ultimi Saranno Gli Ultimi” sono molteplici, e riguardano molti aspetti negativi che fanno purtroppo parte della mentalità italiana. Il tema principale sono i diritti delle donne lavoratrici, che in moltissimi casi si trovano davvero a perdere il posto soltanto perché incinte: una pratica orribile, che sminuisce incredibilmente il valore della donna come lavoratrice perché la considera dotata per sua natura di un potenziale handicap. La questione, tuttavia, non si ferma qui: la società da un lato costringe la donna a diventare madre per forza, perché “va fatto”, ma dall’altro la obbliga a rinunciare a moltissime cose quando diventa madre; si tratta di una doppia trappola, di un ruolo predefinito e confezionato da altri che viene automaticamente imposto ad ogni donna e dal quale difficilmente si può sfuggire senza attirare critiche, derisione e discriminazione, soprattutto se vive in un centro piccolo e dalla mentalità ristretta.

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I paesi sono, a questo punto, un’altra macrotematica del film: purtroppo i centri piccoli fanno sì che le persone possano confrontarsi con un numero esiguo di situazioni, generano loop in cui la gente si confronta sempre e solo con cose a lei famigliari, ed il risultato è l’assenza di crescita, di evoluzione, di cambiamento. Tutto rimane uguale nel tempo, i cambiamenti veloci che si hanno in altre situazioni qui sono incredibilmente appiattiti. Si crea dunque una situazione in cui società, cultura e mentalità rimangono ancorate ad un’epoca che altrove è ormai superata da tempo: il risultato è che chiunque viva per un periodo in città si trovi o malissimo nella nuova sistemazione o incapace di farsi andare di nuovo bene il luogo natio. Per questo motivo, la persona o vivrà male il periodo in cui è costretta a restare lontana da casa o si troverà talmente bene fuori da non voler mai più rientrare, e desidererà quindi di poter tagliare via le proprie radici. C’è poi chi resta pur non trovandosi granché bene, perché troppo attaccato alla famiglia o perché ha paura di cambiare: si creano quindi disagi interiori come quello di Stefano, che a causa del vivere sempre immerso in una situazione del genere si trasforma in un essere lavativo e scioccato da tutto, incapace di reagire a degli stimoli.

Un ultimo tema, presente già nel titolo “Gli Ultimi Saranno Gli Ultimi”, riguarda qualcosa che è del resto insito in entrambe le tematiche analizzate finora: in Italia, e forse anche in altre parti del mondo, certe situazioni non cambiano mai. Spesso chi riceve soprusi continua a riceverli per sempre, chi vive nell’agio vede la propria posizione sempre stabile e non subisce la benché minima scalfitura: il tutto genera un immobilismo pauroso, un vero e proprio stagno in cui un singolo sasso farà quindi un rumore tale da destare uno scandalo enorme. In questo contesto cambiare le cose è molto difficile: certi concetti sono troppo ben radicati nella mentalità dell’italiano medio, e difficilmente sarà possibile metterli da parte.

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