Giordana Angi – Voglio Essere Tua | recensione album

"Voglio Essere Tua" è il nuovo album di Giordana Angi, uscito immediatamente dopo la fine della promozione del precedente. Ecco la nostra recensione del CD.

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Nel segno della grande tradizioni di Amici di Maria De Filippi, anche Giordana Angi pubblica il suo secondo album a pochi mesi dal primo, prima ancora della partenza dell’edizione successiva del talent. Il suo nuovo album si intitola “Voglio Essere Tua” e viene dopo la pubblicazione del meraviglioso singolo “Stringimi Più Forte” (QUI PER APPROFONDIRE), nonché nel bel mezzo di un forte chiacchiericcio relativo alla sua vita privata (QUI PER APROFONDIRE). Il progetto include 10 tracce, 9 da solista ed una in collaborazione con un altro artista venuto fuori dall’ultima edizione di Amici, il tenore Alberto Urso.

Ad aprire “Voglio Essere Tua” è proprio il duetto con Alberto, ma è purtroppo una falsa partenza: classica canzone all’italiana con bei vocals ma che non aggiunge altro, un testo abbastanza basic ed un’interpretazione poco sentita che si traduce in un mero esercizio di stile. La situazione migliora con i brani da solista, ma nemmeno più di tanto: lo straordinario primo singolo è assolutamente un unicum in un progetto che sembra essere stato fatto troppo di fretta, con brani che appaiono delle copie sbiadite delle varie “tipologie di canzoni alla Giordana” che abbiamo già ascoltato nel precedente lavoro.

Dopo un album di debutto straordinario, in cui trovavamo sia ballad meravigliose che up-tempo perfette, questo lavoro è un buco nell’acqua assolutamente inaspettato, la cui causa sembra essere più la fretta di mettere su un album in poco tempo che carenze artistiche. La sensazione è che la fretta di costruire il progetto sia stata tale da prendere le prime canzoni pronte che ci fossero a disposizione, brani con produzioni scarne e poco trasporto interpretativo, senza aspettare nemmeno lontanamente che Giordana avesse pronto del materiale a sufficienza degno della qualità mantenuta finora, di un nome che seppur in poco tempo è riuscito a farsi associare ad un certo livello di impegno.

Per fortuna, qualche altra singola traccia che si eleva dal livello generale c’è: “Sempre Pronti A Giudicare” è ad esempio una power ballad travolgente, emozionante, grintosa, capace di investire l’ascoltatore con una miriade di emozione che spiazza e stravolge, soprattutto dal momento in cui quello che la circonda è di un livello ben più basso. L’unico problema di questa canzone? Che finisce, lasciando spazio alla canzone peggiore dell’album, la pessima “Paura Di Morire Non Ne Ho”: un brano che poteva avere del potenziale, ma in cui si vede più che mai la fretta deleteria con cui è stato creato il progetto. Il livello risale all’improvviso con le ultime due tracce, ma una buona conclusione non basta per dare una valutazione positiva a tutto il progetto.

Per fortuna, di singole tracce con cui mantenere la qualità di Giordana in radio di sono, e questo è l’unico fattore che impedisce a quest’album di costituire un passo falso completamente fatale per la sua carriera: un simile calo che arriva al secondo album potrebbe essere un problema gravissimo, ma giacché la maggior parte del grande pubblico si limita ad ascoltare i singoli il salvabile riesce ad essere salvato.

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