È in voga associare vini e vinili, non solo per un gioco di parole ma anche per un’associazione emotiva e culturale. È un atto poetico e romantico offrire un calice di vino, mentre un vinile gira su un piatto vintage. Sorseggiare un rosso cabernet e abbinare il suono dinamico di un disco. Un 33 giri in solitudine per esprimere una passione, una propria poesia. Con il proprio partner per entrare in sintonia e aprire le porte al romanticismo. A Bologna la tradizione enofonica nasce nelle cantine, nelle osterie di fuori porta e del centro storico. Negli anni ’70 all’Osteria delle Dame presso via Castiglione, si esibiva Francesco Guccini. Un artista che ha sempre portato sul palco la cultura del buon vino. Sintonia che si riscontra nella musica jazz ma non solo. Qualcuno sostiene che per il blues è più adatta la birra ma chissà potrebbe dipendere dai gusti personali. Un buon bicchiere di vino e una bella canzone rendono l’essere umano migliore, ovviamente senza portarsi all’eccesso.
Francesco tornerà sul palco. Così sperano i numerosi fan. Dopo sedici album da Folk Beat n° 1 registrato nel 1967 alla produzione del 2012: L’Ultima Thule forse per scaramanzia non si vuole affrontare il progetto numero 17. Io (per gioco) avrei scommesso che avrebbe scritto Folk Beat n° 2, poi sarebbe partito a comporre altri 15 album. All’attivo ci sono tre raccolte e otto album dal vivo. Con i musicisti di grandissimo spessore Juan “Flaco” Biondini, Ellade Bandini, Pierluigi Mingotti, Antonio Marangolo, Roberto Manuzzi, Vince Tempera. Fra gli storici: Deborah Kooperman, Tiziano Barbieri, Jimmy Villotti, il grande Ares Tavolazzi già bassista degli Area. E’ bene ricordare che Guccini portò alla EMI il cantautore Claudio Lolli, scomparso il 17 agosto 2018.
Autore di libri: Croniche epafaniche, Dizionario delle cose perdure, Questo sangue che impasta la terra, Macaroni, Un disco dei Platters e tanti racconti che portano al pubblico la sua passione per l’Appennino Tosco Emiliano. Poi diversi titoli a quattro mani con il giallista Loriano Macchiavelli. Ormai è diventata famosa la collaborazione con Leonardo Pieraccioni e Luciano Ligabue che lo hanno consacrato come attore. Non si può dimenticare l’amicizia che lo legava a Bonvi che in comune avevano la passione per il disegno e il fumetto.
Un grande poeta, un artista poliedrico. Nelle arti in cui si è cimentato, ha saputo incantare il pubblico. Vi sono fan che lo seguono da sempre, che camminano per via dei Giudei a Bologna, che soltanto ieri, avevano un walkman e ascoltavano in musicacassetta il brano “Madame Bovary“. Invece oggi hanno scaricato i file di “Fra la via Emilia e il West ” e indossando un eskimo mentre si trovano al portico dei Servi per Natale. Oppure che mangiano un krafen fuori porta San Vitale, inseguendo un autobus tra via Paolo Fabbri e il centro.
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Con un pò d’ironia, Francesco tornerà sul palco, appena sarà pronto Folk Beat n° 2 oppure è solo una mia speranza.