Fiction Rai 1: riflettiamo con “Chiamami ancora amore”

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chiamami ancora amore

Si è da poco concluso in data odierna, 23 aprile 2021, l’incontro con il cast, regista e autore della nuova fiction Rai 1. Si tratta della serie “Chiamami ancora amore” prodotta da INDIGO FILM in collaborazione con RAI FICTION che andrà in onda in prima serata su Rai 1 da lunedì 3 maggio. Ma di cosa parla e cosa ne pensano gli attori? Vi propongo qui di seguito il resoconto dell’incontro.

Come una fiction Rai 1 può farci riflettere?

Come si fa ad amare così tanto e a sbagliare tutto lo stesso? Solo chi ami può distruggerti. Solo la persona a cui hai rivelato le tue debolezze e i tuoi errori, a cui hai chiesto aiuto e ne hai dato, solo quella persona può davvero rovinare la tua vita. Anna ed Enrico si sono molto amati. E poi si sono molto odiati.

Dopo undici anni di matrimonio e un figlio, si separano. La loro separazione diventa ben presto una guerra distruttiva, col risultato che i servizi sociali sono costretti a intervenire per valutare la loro capacità genitoriale. Come è possibile che una coppia che è così complice e affiatata non riesca a risparmiarsi umiliazioni e vendette?
Come può un amore così grande sfociare in un odio tanto cieco?
Toccherà a un assistente sociale andare in fondo alla loro storia, ripercorrendola
dall’inizio fino a scoprire il vero motivo dello scontro. Questo è quanto ci racconta la fiction Rai 1. Una serie adatta a tutti e che sicuramente ci farà riflettere.


Chiamami ancora amore: le prime immagini, prossimamente su Rai 1


Cosa dice l’autore

Giacomo Bendotti, l’autore della serie fiction Rai 1, dichiara: “Dovrei mettere una telecamera nascosta qua dentro” pensai un giorno. Qua dentro era la cameretta di mia figlia, che aveva poco più di un anno. Ciò che volevo spiare era il comportamento della mia compagna, sua madre, per capire se sapeva giocare con lei. Fu un pensiero fugace, di cui mi vergognai un attimo dopo averlo formulato, ma era l’evidente frutto della difficoltà che stavamo vivendo, sopraffatti dalla stanchezza, dalla mancanza di sonno, dalle insicurezze di entrambi. Eravamo maldestramente alle prese con una complessità nata insieme a nostra figlia nell’istante stesso in cui le forbici stondate dell’ostetrica aveva reciso il suo cordone ombelicale. Quelle forbici a forma di scimitarra non avevano separato la madre e la neonata, che continuarono per mesi a essere un unico corpo. Separavano invece gli amanti. Noi due dovevamo fare spazio, nel mezzo, a una terza persona, che ci avrebbe definito per sempre come genitori e che ci avrebbe costretto a ridisegnare il nostro rapporto”.

La fiction Rai 1 “Chiamami ancora amore” nasce dal desiderio di raccontare quel passaggio delicato, che a volte dura settimane e a volte anni, ma che qualsiasi coppia con figli ha attraversato. È un momento di trasformazione e di conflitto. È il punto di
convergenza di due storie famigliari, di due diverse educazioni, di due separati
bisogni di affermazione e riparazione. È il momento in cui ci ritroviamo
inaspettatamente a rimproverare all’altro di essere come suo padre o sua madre. È
una prova che ci obbliga a rifondare il patto amoroso o a distruggerlo.
Ma Anna ed Enrico hanno deciso di distruggerlo. Anzi hanno deciso di distruggersi. Giacomo Bendotti durante l’incontro ha dichiarato di essere stato ispirato dal film del 1979 “Kramer contro Kramer”. Inoltre ha dichiarato di maneggiare, nella fiction Rai 1, un tema molto sensibile come quello dell’aborto ma ha ritenuto necessario raccontare della pillola RU.

Cosa ne pensano i due attori principali della fiction Rai 1

Durante l’incontro stampa della fiction Rai 1 con il regista Gianluca Maria Tavarelli, l’autore Giacomo Bendotti e i due attori principali sono state poste molte domande. Greta Scarano, che interpreta Anna, è stata quella che ha ricevuto più domande ma comunque con il solito filo conduttore. Quale? La maternità. Più volte le hanno chiesto se nella vita reale pensa di diventare madre. L’attrice, che l’abbiamo vista già in altre serie come “Montalbano” e “Speravo de morì prima”, ha risposto che diventare madre non è al primo posto nella sua vita. Quando ha iniziato la sua carriera aveva già escluso questa possibilità in quanto il suo obiettivo principale è quello di realizzarsi come persona e al momento un figlio, nonostante abbia 34 anni, non rientra nei suoi piani. Anche perché la serie le ha confermato che essere madre di questi tempi è veramente dura in quanto ti trovi da sola.

Ha dichiarato inoltre che per interpretare Anna è entrata in punta di piedi nel personaggio proprio perché non avendo figli non sapeva bene come trasmettere le giuste emozioni. Il suo scopo è quello di trasmettere al meglio il personaggio che interpreta. Ma guardando l’anteprima direi che c’è riuscita egregiamente.

Per Simone Liberati il personaggio che interpreta, Enrico, gli ha lasciato una grandissima esperienza e tantissimi errori ma che vengono considerati come parte integrante dell’essenza esistenziale. Secondo lui, come anche secondo Greta, non esiste l’anima gemella ma esistono le affinità. Per lei il personaggio le ha lasciato il riuscire a restare in coppia. Come interprete il suo dovere è indagare in fondo nel personaggio. Nella serie la cosa importante è mostrare e trasmettere la pura verità senza filtri.

Cosa dichiara il regista

Il regista della fiction Rai 1 Gianluca Maria Tavarelli dichiara: “Nell’affrontare la regia di “Chiamami ancora amore” ho immediatamente realizzato che la strada che volevo percorrere per raccontare questa storia fosse quella di non spettacolarizzare il testo. Volevo che la macchina da presa seguisse i nostri protagonisti in modo semplice e naturale. Volevo che lo spettatore fosse sempre addosso e insieme a loro, in tutti i momenti delle loro vite. Per questa ragione nella serie non ci sono quasi movimenti di macchina, carrelli o dolly, la macchina è sempre a mano e segue i personaggi in modo quasi documentario. E anche la luce
non è mai troppo “costruita” o leccata è sempre molto naturale. Ho evitato qualsiasi
tipo di ripresa che potesse essere eccessivamente artefatta o elaborata e potesse
dare una sensazione di eccessiva finzione.

Durante il montaggio anche l’utilizzo dei droni è risultato scollato dal racconto, come se l’eccessiva bellezza di alcune riprese e di alcuni panorami ci allontanasse dalla verità della storia, dalla sua normale quotidianità.
Riducendo al minimo l’impatto che la macchina da presa ha con l’attore, diventava
fondamentale che anche il più piccolo ruolo fosse scelto con estrema cura.
Ed è in quest’ottica che il lavoro di ricerca e selezione degli interpreti è determinante. Oltre ai nostri due protagonisti, Greta Scarano e Simone Liberati, e a Claudia Pandolfi, anche tutti gli altri personaggi non dovevano mai perdere di credibilità come fossero sempre perfettamente inseriti nel tessuto narrativo del racconto, che insieme ai nostri protagonisti “vivessero” con intensità le varie vicende della nostra storia. Dai ruoli più grandi a quelli più piccoli troverete sempre un’estrema verità e realtà.
Dalla visione di questa serie spero che trarrete la sensazione di essere immersi
“nelle vite degli altri”, vite, che per molti versi, sono identiche alle nostre”.

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