Ted Bundy, uno dei serial killer più iconici della storia criminale degli States torna sullo schermo. Il film, diretto da Joe Berlinger, è in programma per quest’anno e si chiamerà Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile. Un titolo abbastanza lungo, ma chiaro e riassuntivo di una figura complicata e sfaccettata come quella che fu Bundy.
La pellicola ha debuttato al Sundace Film Festival ricevendo recensioni molto positive.
Distribuito da Notorious Pictures, il film biografico ha una star conosciuta quanto discussa. Zac Efron – l’ex star Disney – si è infatti trovato al centro di svariate critiche che lo avrebbero riconosciuto come troppo attraente per interpretare una persona così crudele e negativa.
Una delle ragazze sopravvissute alla furia omicida di Bundy, Kathy Kleiner Rubin, ha dichiarato in sua difesa, durante un’intervista a TMZ: “Per me non è un problema se le persone guardano il film, basta che capiscano che non era una persona normale. Credo sia necessario mostrarlo esattamente nel modo in cui era, non si tratta in realtà di glorificarlo. Quando dicono cose positive e meravigliose su di lui è esattamente ciò che le persone vedevano, quello che Bundy voleva che si vedesse.”
Ma chi fu esattamente Ted Bundy?
Statunitense e autore di almeno 30-35 omicidi accertati – più di 50 sospettati – a giovani donne americane tra gli anni ’74 e ’78. Uomo affascinante, capace di ottenere la fiducia delle sue vittime, ma al tempo stesso astuto, attento e studioso.
Netflix ne ha da poco dedicato un documentario: Conversazioni con un killer: Il caso Bundy da cui si evince la sua astuzia nel raggirare la legge. Bundy viene descritto come un bambino timido, introverso, sempre indietro a livello sociale ma avanti a livello di studi: ottiene infatti la laurea in psicologia.
Grazie a questi studi ha potuto frequentare caserme di polizia per seguire determinati casi, e in queste occasioni ha avuto modo di scoprire la disinformazione e la mancanza di comunicazione che separava tra di loro i casi dei vari stati.
E da qua l’idea di colpire in più luoghi, riuscendo sempre a scamparla, anticipando le mosse dei poliziotti e potendo fare affidamento sull’assenza di Internet e del concetto di serial killer.
Non si riusciva insomma a capire che era sempre la stessa persona ad agire.
Riesce a scappare due volte, una durante il processo. Ma nel 1989 la sua corsa arriva alla fine: viene condannato alla sedia elettrica nello stato della Florida.
Fino alla fine della sua vita sosterrà sempre la sua innocenza.
Quello di Joe Berlinger vuole dunque essere un ricordo delle azioni di Bundy non una celebrazione dei suoi crimini; come afferma anche Zac Efron.
La storia viene raccontata attraverso la fidanzata Elizabeth Kloepfer (Lily Collins – figlia del cantante Phil Collins) che per prima si renderà conto della relazione tra il suo uomo e tutti quei terribili omicidi; continuando comunque a negare quella che era ormai una chiara realtà.
Tra i personaggi potremmo trovare anche John Malkovich (da Johnny English a Educazione Siberiana) nei panni di Edwart Cowart, giudice del processo contro Bundy nel 1979 e concluso con la condanna a morte.
Verrà distribuito da Netflix negli Stati Uniti e in alcuni territori internazionali a seguito di un recente accordo di circa 9 milioni di dollari. Prima dell’uscita sulla piattaforma è prevista per il prossimo autunno un’uscita nelle sale.