Everything Everywhere All at Once: la recensione

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Everything Everywhere All at Once è un film del 2022 prodotto dalla A24. È la pellicola che ha sfidato la Marvel. Il vero avversario di Dottor Strange. Un assurda storia che contro ogni pronostico ha stregato l’America rivelandosi il più grande successo dello studio cinematografico. Il successo però ,sebbene improbabile, si può dire meritato. Nonostante condivida l’idea di base del film sul Dottor Strange (il Multiverso), questo riesce dove la pellicola di Raimi fallisce. Senza l’imposizione dall’alto della casa di Topolino, Everything Everywhere All at Once fa un po’ quello che vuole. È un film completamente sconclusionato, fuori di testa. Ad ogni nuova scena non sai cosa aspettarti. Una libertà creativa che si apprezza sotto ogni punto di vista.

Everything Everywhere All at Once è il vero multiverso della follia

Everything Everywhere All at Once e il film di Raimi possiedono un soggetto pressocchè identico. C’è un nemico che minaccia il Multiverso e i protagonisti “saltellano” tra le loro versioni alternative per salvarlo. Ci sono similitudini su più livelli. Ma oltre alla differenza di budget, divergono per il tono e la libertà creativa. Il film del Dottor Strange, nonostante si veda la mano di Raimi, è visibilmente depotenziato. La Disney ha tirato il freno a mano sulla creatività del regista de La Casa. In Everything Everywhere All at Once questo non accade. Si vedono le cose più assurde e folli. Capita una cosa strana e ,subito dopo, il film rilancia con un’altra cosa ancora più strana. Niente vincoli. Questo è davvero un film folle. Un vero Multiverso della follia.

Un racconto a briglie sciolte

Everything Everywhere All at Once è un viaggio matto. Se si guarda il nucleo narrativo di base è una storia semplice. Un racconto da commedia classica. È un film che parla di riconciliazione famigliare. Niente di più normale. Peccato che il film nel suo sviluppo sia tutto meno che normale. Vedrete le cose più assurde susseguirsi senza soluzione di continuità. Si viaggia sul filo del nonsense, dove le cose che accadono non smettono mai di stupirvi. Guardando Everything Everywhere All at Once si ride, e non poco. L’ilarità nasce dalla sua libertà narrativa completa. Non si trattiene, si sbarazza delle briglie e viaggia libero. È un multiverso dove può accadere davvero di tutto. E quindi si ride. È un film alla “What the fuck” (termine inglese più che adatto). Vi domanderete di continuo: Cosa accadrà adesso?. Difficilmente saprete predire cosa vedrete.

Everything Everywhere All at Once è un film imprevedibile

Rispetto al film su Dottor Strange, Everything Everywhere All at Once possiede almeno un paio di marce in più. La prima cosa è che è un film stand alone. Non devi aver visto cinquemila cose diverse per capirne lo sviluppo. Il secondo pregio che lo conduce due passi avanti al film di Raimi è l’imprevedibilità. Dottor Strange, nonostante tenti di allontanarsi dal resto dei prodotti Marvel, è un film quadrato. Le scelte sono vincolate e abbastanza prevedibili. Raimi è sprecato. Con questo film invece non sai mai cosa aspettarti. È il motore che muove la baracca. Non vedi l’ora di vedere quale sarà la prossima trovata scema e spiazzante.

Everything Everywhere All at Once ha una regia ispirata

Un altro pregio di Everything Everywhere All at Once lo si trova nel comparto registico. La regia è frizzante, e ben rispecchia l’assurdità della pellicola. Anche nel primo quarto d’ora, relativamente normale, si nota una certa vivacità nella scelta delle inquadrature e nel ritmo del montaggio. Quando poi le cose folli iniziano ad accadere la cabina di regia propone uno stile altrettanto folle. Una nota di particolare merito va alle scene di combattimento. Si può dire con oggettiva certezza che raramente si vedono scene action di questo tipo. I combattimenti sono talmente paradossali e privi di logica da risultare geniali.

Altre differenze con Dottor Strange

Abbiamo detto più volte che Everything Everywhere All at Once è molto simile a Dottor Stange in the Multiverse of Madness. Un idea comune è quella di poter impossessarsi di una versione di se di un altro universo. Nella pellicola di Raimi il modo per farlo prende sfumature esoteriche vagamente horror. Per Everything Everywhere All at Once viene presa una strada diversa più in linea con il tono demenziale e sconclusionato del film. Qui i personaggi per attivare la connessione con il se alternativo hanno bisogno di alcuni trigger fisici. E qui vedrete un buon esempio di genialità comica. I trigger sono caratterizzati da azioni spesso deficienti. Non facendo spoiler vi basterà dire che rimarrete spiazzati. E vi dovrete tenere la pancia per le risate.

Un avversario in famiglia

Come in Dottor Strange anche qui l’antagonista è di famiglia. Ma se nella pellicola Marvel le azioni malvagie nascevano da lutto, qui parte tutto dal nichilismo. Everything Everywhere All at Once propone una visione distruttiva della realtà, dove il vero senso delle cose si risolve nel nulla. Anzi la verità, perdonate il piccolo spoiler, è una ciambella. Nulla ha significato nel multiverso. Ma l’unico modo per superare questa visione pessimista è la riconciliazione, l’amore. Il film è sconclusionato, folle, scemo. Ma non è privo di profondità.

Conclusioni

Everything Everywhere All at Once è un film geniale. Riesce dove Dottor Strange fallisce. Propone un Multiverso che è davvero folle. É un film libero da vincoli, frizzante nella resa e capace di sorprendere ad ogni inquadratura. È tutto meno che prevedibile. Più proseguirete con la visione più sarete presi dal nonsense e dalla natura sconclusionata di questa pellicola. Per cui non prendetelo come un film gemello del prodotto Marvel. È simile nei presupposti, ma nella resa è un’altra cosa. Una cosa decisamente più gustosa. Se la Disney avesse lasciato più spazio a Raimi la vittoria di Everything Everywhere All at Once sarebbe stata meno netta. Ma in questo caso vince a mani basse.

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