Eurovision e Coronavirus, come fare?

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Eurovison, come gestire il coronavirus

Gli organizzatori della Sessantacinquesima Edizione dell’Eurovision Song Contest, fissata per tenersi a Rotterdam, devono capire come gestire l’evento e permettere che si verifichi nonostante la pandemia di Coronavirus ancora in corso.

Come tenere l’Eurovision sotto Coronavirus?

L’anno scorso si è tenuta la prima edizione completamente telematica dell’Eurovision Song Contest nei primi giorni della pandemia di Coronavirus. Per la nuova edizione, però, gli organizzatori hanno deciso di puntare verso un approccio ben diverso. Un approccio che essi definiscono “determinato, seppur realistico”. L’evento è ormai ufficialmente fissato per il mese di maggio – nei giorni diciotto, venti e ventidue. Per gli organizzatori c’erano ben quattro differenti possibilità per portare avanti l’evento e permettere di realizzarlo in maniera funzionale e allo stesso tempo sicuro. 

L’elemento più complicato nel tenere sotto controllo l’Eurovision durante il Coronavirus è lasciare che l’evento musicale si tenga in maniera vivace e d’intrattenimento, in accordo con la tradizione, senza mettere a rischio di contagio artisti e personale. In risposta alla situazione l’EBU (European Broadcasting Union) è entrata in contatto con varie associazioni di trasmissione televisiva olandesi. Poiché dall’Olanda viene il precedente vincitore dell’Eurovision dal vivo, Duncan Lawrence. Non sarà tuttavia possibile tenere l’evento dal vivo – il cosiddetto scenario A – perché le condizioni di salute e sanità non sono ancora ottimali. Sono dunque previsti tre scenari. 

Tre scenari possibili

Lo scenario B cercherebbe di combinare Eurovision e Coronavirus in maniera più essenziale, riprendendo una dinamica non dissimile da quella di X-Factor Italia. L’evento si terrebbe tradizionalmente dal vivo, seppur mantenendo il distanziamento sociale di un metro e mezzo. Gli artisti che per qualunque motivo non riuscissero a recarsi a Rotterdam potrebbero comunque presenziare in modalità telematica. Lo scenario C vedrebbe invece tutte le performance registrate precedentemente e trasmesse dal vivo dinnanzi a un pubblico presente. Ancora oltre andrebbe invece lo Scenario D, in cui il palcoscenico dell’Ahoy e il pubblico dal vivo sarebbero completamente eliminati. Le performance sarebbero dunque telematiche e registrate in precedenza, trasmesso in modalità virtuale.

In tutti i casi le performance sarebbero nove: sei prove in costume, due semifinali e un Gran Finale. Le due semifinali si terrebbero il diciotto e venti maggio e il gran finale il ventidue maggio, con ventisei canzoni. L’ultimo Eurovision Song Contest, durante i primi mesi di Coronavirus, si è tenuto in modalità completamente telematica.

Qui per maggiori informazioni

Avete seguito lo scorso Eurovision? Qui per un piccolo promemoria.

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