Dune – Recensione della space opera di Denis Villeneuve

Tra intrighi politici e ordini religiosi arriva al cinema l'adattamento del capolavoro di Herbert diretto dal regista canadese

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Dune -

Sontuoso. Questo è il termine che meglio descrive Dune il nuovo kolossal di Denis Villeneuve in sala dal 16 Settembre. Una produzione immensa, ambiziosa e che ha puntato fin dal concepimento del progetto alla realizzazione di una vera e propria space opera capace di riportare sul grande schermo la grandezza del ciclo letterario. Fin dal 1965 con l’ uscita del primo romanzo, Herbert ha impostato le coordinate per quello che è diventato uno dei generi (letterari e cinematografici) più prolifici della storia. La fantascienza affascina e crea una mitologia capace di trasportare lo spettatore in un’ altra dimensione. Una realtà fatta di casate, lotte per il potere, profezie svelate e ambientazioni da pelle d’oca. Una fedelissima riproduzione su grande schermo della prima metà di uno dei romanzi fantascientifici più memorabili della storia della letteratura moderna.

Dune: un racconto politico?

Trasportare le vicende di Dune al cinema non è mai stato semplice. Nel 1984 David Lynch tentò l’ impresa, realizzando uno dei film meno memorabili della sua celeberrima carriera. La difficoltà che accompagna la realizzazione di una pellicola di questo tipo sta nella capacità di adattare al mezzo una mitologia e un sistema sociale ben definito. Fin dai primi minuti del film ci viene presentato un mondo nuovo (Imperium) con a capo l’ imperatore. Una figura invisibile e affascinante che, nell’ ombra muove i pedoni di una scacchiera composta da feudi e famiglie.

Josh Brolin (Gurney Helleck) e Timothèe Chalamet (Paul Atreides) in una scena del film

Al centro abbiamo la risorsa primaria di questo mondo, “La Spezia” (una droga rarissima) di cui è ricco un pianeta: Arrakis. L’ imperatore, ciclicamente, affida la gestione e la raccolta di questa risorsa ad uno dei casati più ricchi. Dopo anni di sottomissione alla violenta casata degli Harkonnen, l’Imperatore cede la gestione delle terre alla nobile stirpe degli Atreides. La trama, proprio come quella del romanzo, vede al centro Paul Atreides (Timothèe Chalamet), figlio del Duca Leto Atreides (Oscar Isaac) e della strega Bene Gesserit Lady Jessica (Rebecca Ferguson). I sogni premonitori di Paul percorrono tutta la pellicola, andando di pari passo con la complessa situazione politica che porterà ad una violenta congiura contro il casato. Una guerra che vedrà contrapposti Harkonnen e Atreides e che si concluderà inevitabilmente nel sangue.

Una pellicola che si prende i suoi tempi

Dune non corre. Si prende il suo tempo per introdurre casate, personaggi, ordini, elementi religiosi e filosofici. Costruisce una complessa architettura filosofica e politica che ci darà modo, sicuramente, di capire meglio gli eventi del seguito (praticamente già annunciato). L’ obiettivo di Villeneuve è quello di realizzare un film d’autore ad alto budget capace di ricostruire il contesto che il romanzo vuole trasmettere. Dagli intrighi politici, passando per la questione economica legata alla spezia, fino ad arrivare alla polemica ambientale tanto cara alla cultura dei Fremen, Dune in 155 minuti delinea e disegna i piani su cui si muoveranno nell’ immediato futuro i nostri personaggi.

I discorsi didascalici risultano essere necessari per raccontare nel miglior modo possibile una realtà così sfaccettata. Un film che bisogna assimilare e analizzare e non limitarsi ad una visione statica e asettica. I piani narrativi che percorrono i personaggi sono tanti, ma tutti inevitabilmente intrecciati. Ciò rende Dune una space opera (proprio come il romanzo) incredibilmente complessa che non può essere analizzata dopo una visione superficiale.

L’ importanza del comparto tecnico

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Una scena del film

Il ritmo impostato da Villeneuve per Dune non è particolarmente veloce, ma neanche lento. Gli eventi e le tematiche fanno sempre in modo che lo spettatore mantenga alta l’asticella dell’attenzione. Da questo punto di vista aiuta moltissimo anche l’ impressionante resa visiva della pellicola. La palette cromatica del film aiuta il pubblico a recepire più velocemente l’ importanza delle ambientazioni per la narrazione. Il deserto di Arrakis, le scure ambientazioni dell’ interno del palazzo introducono e contestualizzano le scene. Impressionante l’ utilizzo degli effetti speciali in particolare per quanto riguarda i vari tipi di navicelle spaziali e gli “scudi” utilizzati dai vari personaggi. A farla da protagonista in Dune sono anche gli affascinanti costumi che riescono a trasmettere a pieno l’ identità delle singole casate e che, mai come questa volta, risultano essere fondamentali ai fini della trama.

Dune: il prodotto di un lavoro armonico

Nel corso degli anni abbiamo imparato a conoscere il grande talento di Hans Zimmer. Dal Re Leone, passando per Il Gladiatore, fino ad Inception, il compositore, nel corso degli anni, ci ha regalato centinaia di colonne sonore che hanno segnato la storia del cinema. La soundtrack di Dune è qualcosa di totalmente diverso. Cori, percussioni, ritmi da epica moderna che danno modo al film di esprimere il suo massimo potenziale. Ciò che rende Dune unico è la completa armonia di tutte le parti. Dal comparto tecnico, passando al lavoro musicale fino alla recitazione, tutto è perfettamente bilanciato. Tutto ha l’ obiettivo di creare qualcosa di grande.

Il problema sorge nel momento in cui si cerca di valutarlo come un film a se stante. Parlare della pellicola come un film “completo” potrebbe risultare un pò forzato, prendendo in considerazione l’ ovvia natura introduttiva di questo primo capitolo. Il tentativo di Villeneuve (come già fatto con Blade Runner 2049 e Arrival) è quello di proporre un blockbuster d’autore. Un film ad alto budget ma concepito in maniera molto più artistica che commerciale.

Un cast di stelle al servizio di Villeneuve

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Oscar Isaac (Leto Atreides) e Rebecca Ferguson (Lady Jessica) in una scena del film

A rendere la confezione di Dune ancora più bella sono le eccellenti interpretazioni di tutto il cast. Stelle del cinema che hanno messo il proprio talento al servizio di un progetto rischioso quanto stimolante. Un eccelso Timothèe Chalamet delinea un Paul Atreides in costante crescita e che cerca di accettare la propria natura e il proprio posto nel mondo. Oscar Isaac e Rebecca Ferguson fanno un lavoro immenso nel delineare la figura di due genitori (Duca Leto e Lady Jessica) che sembra abbiano come unico obiettivo proteggere il proprio figlio. Entrambi riescono a cogliere i punti di forza dei propri personaggi e l’ importanza che hanno nella costruzione della personalità del giovane protagonista. Sorprendente anche Jason Momoa che, nei panni del maestro di spada Duncan Idaho, mette a segno una delle più grandi interpretazioni della sua carriera con un personaggio carismatico e profondo.

Nonostante il breve minutaggio ottimo anche Josh Brolin nei panni del braccio destro del Duca Gurney Helleck. Misteriosi e coinvolgenti invece i personaggi e le interpretazioni di Zendaya, Javier Bardem e Sharon Duncan Brewster rispettivamente nei panni di Chani, Stilgar e Liet-Kynes dei Fremen. Tre personaggi che, per tutta la pellicola, cercano di ricordare allo spettatore l’ importanza dell’ identità. Irriconoscibile invece Stellan Skarsgard nel ruolo di Vladimir Harkonnen, capo della violenta casata. Un personaggio votato all’oscurità, violento ed inquietante.

Un sequel assicurato

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Rebecca Ferguson(Lady Jessica), Zendaya (Chani), Javier Bardem (Stilgar) e Timothèe Chalamet (Paul Atreides) in una scena del film

In generale Dune sembra essere l’ennesimo tentativo di Villeneuve di proporre un blockbuster d’autore ricco di contenuti e che non si limiti ad una scatola vuota. La bellezza visiva accompagna una trama complessa e sfaccettata che cerca di introdurre lo spettatore all’ universo di Dune. Politica, religione, filosofia e famiglia si intrecciano in un racconto che si prende il suo tempo e cerca di delineare perfettamente il contesto. L’obiettivo di Villeneuve sembra quello di voler spianare la strada al sequel di quello che sarà, molto probabilmente, uno dei film più memorabili (mediaticamente e cinematograficamente) del 2021.


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Dune: dove vederlo?

Dune di Denis Villeneuve è disponibile in tutte le sale dal 16 Settembre.

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