Salve! In questo 5 dicembre ci occuperemo di un genere che generalmente non tratto nei miei articoli, tuttavia anche se essenzialmente profana, il personaggio di cui vado a parlarvi è molto più di un semplice musicista, o compositore. Lui è Wolfgang Amadeus Mozart.
Si è portati a pensare, o ci hanno sempre insegnato, che questo fosse il suo nome completo. In verità non è del tutto esatto: alla nascita, il 27 gennaio del 1756, venne battezzato come Wolfgang Johannes Chrysostomus Theophilus. Divenne Amadeus traducendo il significato di uno di questi nomi, Theophilus, il cui etimo letterale è “amato da Dio”. In latino, Amadeus.
Nacque a Salisburgo, secondogenito dopo una sorella di nome Anna. Ella stessa era una brava pianista, e anzi sembra il suo talento fosse meno riconosciuto di quello del fratello solo per via del suo sesso.
Fosse come fosse, il sangue era lo stesso del padre, violinista, e il giovane Amadeus suonava magnificamente violino e cembalo alla tenera età di quattro anni. Soltanto due anni dopo, a quanto pare, realizzò la sua prima composizione.
Insieme i due fratelli Mozart facevano concerti in giro per l’Europa, e anzi è documentato che Amadeus fece tappa anche alla corte di Vienna, dove conobbe una giovanissima – era nata nel 1755, un anno prima di lui – Maria Antonietta, che si stava preparando per il suo matrimonio con il Delfino di Francia. Pare, oltretutto, che avesse anche chiesto la sua mano, pur se in modo innocente, come i bambini che erano.
Troppi sono gli episodi che costellarono la carriera di Mozart, non tutti piacevoli. Ebbe delle sonore delusioni, non solo lavorative, soprattutto una volta tornato a Salisburgo dall’Italia, quando si mise al servizio dell’arcivescovo Colloredo. In quei tempi i musicisti erano considerati poco meno che artigiani, mai artisti nel vero senso del termine, e questo uomo di Chiesa non faceva eccezione. Si dice infatti che preferisse mandarlo altrove, libero di esibirsi dove gli piacesse piuttosto che godere del suo genio e della sua arte: e per questo motivo Mozart decise di liberarsene.
Dopo questa “fuga” si apre l’ultimo decennio della sua vita: in compagnia della neosposa Constanze Weber si stabilisce a Vienna, dove vive dando lezioni di pianoforte. L’incontro con il librettista Lorenzo Da Ponte sarà un punto di svolta nella sua carriera: con il suo contributo nasce la cosiddetta Trilogia Italiana, contenente Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte. Rigorosamente in lingua italiana.
Anche se mancante da tempo alla corte di Vienna viene chiamato per un concerto, a Francoforte, in occasione dell’incoronazione del nuovo imperatore Leopoldo II.
Il flauto magico, forse una delle più famose delle sue opere, viene presentata nel 1791, ma si tratta in sostanza di un Singspiel, ossia una sorta di ibrido fra canto e recitazione. Nella vita privata lui e la moglie hanno sei figli, ma soltanto due riescono a sopravvivere all’infanzia.
Mozart stesso è di salute molto cagionevole, vittima di diverse malattie nel corso della sua vita. Mentre lavora al suo Requiem, rimasto incompiuto, il 5 dicembre del 1791 all’una del mattino il genio precoce si spegne all’età di soli 35 anni. Le cause rimangono tuttora sconosciute, anche se per decenni si è speculato su eventuali avvelenamenti (Salieri era, fantasiosamente, ritenuto il maggiore responsabile). Date le scarse finanze al suo corpo non venne data dignitosa sepoltura, ma finì in una fossa comune.
La sua musica però continua ad incantare e affascinare, di pari passo con la fama di un mito che non conosce declino. Anche chi di voi non conosce la musica classica, infatti, sono certa riconoscerà le note del pezzo qui sotto.
https://www.youtube.com/watch?v=quxTnEEETbo