Ricade oggi il compleanno di tre importanti attori nordamericani che, in modo diverso, si sono resi protagonisti di importanti ruoli divisi tra cinema e serie tv: Robin Wright, Patricia Arquette e Taylor Kitsch.
Robin Wright
Nata a Dallas, Texas, nel 1966, compie oggi 53 anni, portati splendidamente. Attrice e regista statunitense molto apprezzata, in carriera, grazie alla serie televisiva House of Cards, di cui è stata co-protagonista, ha vinto: un Golden Globe (nel 2014 come “Miglior attrice in una serie drammatica”; più altre due nomination), un Satellite Award (nel 2014 come “Miglior attrice in una serie drammatica”; più altre due nomination), tre candidature agli Emmy e tre candidature agli Screen Actors Guild Awards.
L’attrice ha debuttato sul grande schermo nel 1986 ottenendo una particina in Hollywood Vice Squad, per poi apparire anche nel 1987 in La storia fantastica (di Rob Reiner). Nel 1990 lavora in Stato di grazia e nel 1992 in Toys – Giocattoli (di Barry Levinson). Successivamente recita in: Forrest Gump (Robert Zemeckis, 1994; probabilmente il suo ruolo cinematografico più importante, dove fu Jenny, il grande amore di Forrest, parte che le valse anche una candidatura ai Golden Globes nel 1995), 3 giorni per la verità (Sean Penn, 1995; regista col quale di lì a poco si sposerà), Moll Flanders (1996), She’s So Lovely – Così carina (Nick Cassavetes, 1997), Bugie, baci, bambole & bastardi (1998), Le parole che non ti ho detto (Luis Mandoki, 1999), e Unbreakable – Il predestinato (M. Night Shyamalan, 2000). Il nuovo millennio si apre con: La promessa (Sean Penn, 2001), Il castello (2001), White Oleander (Peter Kosminsky, 2002), The Singing Detective (Keith Gordon, 2003), Una casa alla fine del mondo (Michael Mayer, 2004), 9 vite da donna (2005), Complicità e sospetti (Anthony Minghella, 2006), La leggenda di Beowulf (Robert Zemeckis, 2007), Disastro a Hollywood (Barry Levinson, 2008), La vita segreta della signora Lee (Rebecca Miller, 2009), State of Play (Kevin Macdonald, 2009) e The Conspirator (Robert Redford, 2010). Nell’ultimo decennio, la Wright, sempre molto attiva al cinema, ha lavorato in: L’arte di vincere (Bennett Miller, 2011), Millennium – Uomini che odiano le donne (David Fincher, 2011), Two Mothers (Anne Fontaine, 2013), The Congress (2013), La spia – A Most Wanted Man (2014), Wonder Woman (Patty Jenkins, 2017), Blade Runner 2049 (Denis Villeneuve, 2017) e Justice League (Zack Snyder e Joss Whedon, 2017).
Come regista ad ora ha diretto 10 episodi (tra il 2014 ed il 2018) di House of Cards – Gli intrighi del potere, serie televisiva in cui lei ha avuto un ruolo primario anche da attrice.
Sul piccolo schermo l’attrice ha debuttato nel 1983 comparendo in due puntate di Yellow Rose (in cui ha interpretato Barbara Anderson). Il primo vero ruolo da protagonista lo ottenne però l’anno successivo, nel 1984, interpretando Kelly Capwell nella soap opera Santa Barbara, ruolo che interpretò fino al 1988 (e che le fruttò un Soap Opera Digest oltre a tre candidature all’Emmy; questo ruolo le offrì una popolarità a livello mondiale dal momento in cui la soap venne distribuita in oltre 42 paesi nel mondo intero ottenendo un grande successo). Nel 2005 recitò nella miniserie televisiva in due puntate Empire Falls – Le cascate del cuore, ed infine, dal 2013 al 2018, ha vestito i panni di Claire Underwood (moglie del politico Frank, interpretato da Kevin Spacey), co-protagonista nella serie tv House of Cards – Gli intrighi del potere (dal grande successo e che le ha fruttato premi e nomination varie).
Patricia Arquette
Nata a Chicago nel 1968, spegne oggi 51 candeline, anni anche per lei portati ottimamente. Attrice statunitense dall’importante carriera, ha all’attivo un Premio Oscar conquistato nel 2015 come “Miglior attrice non protagonista” per Boyhood (per lo stesso film, nello stesso anno, si è aggiudicata anche Golden Globe, BAFTA, Satellite Award e Screen Actors Guild Award), un Golden Globe (il secondo) nel 2019 come “Miglior attrice in una mini-serie o film per la televisione” per Escape at Dannemora, ed un Emmy, vinto nel 2005, come “Miglior attrice in una serie drammatica” per Medium (serie televisiva che l’ha consacrata e per la quale ha ricevuto molte nomination per i premi televisivi più importanti).
Esordisce sul grande schermo nel 1987 con Nightmare 3 – I guerrieri del sogno, ma è negli anni ’90 che diventerà addirittura un’attrice di culto recitando in film iconici come: Lupo solitario (Sean Penn, 1991), Una vita al massimo (Tony Scott, 1993; in cui interpreta Alabama, la prostituta protagonista della pellicola), Ed Wood (Tim Burton, 1994), Oltre Rangoon (1995), Strade perdute (David Lynch, 1997; nel doppio ruolo di Renee/Alice, uno dei suoi più celebri e amati), Stigmate (1999) ed Al di là della vita (Martin Scorsese, 1999). Ha lavorato anche in: Io e zio Buck (John Hughes, 1989), Marito a sorpresa (Leonard Nimoy, 1994), Amori e disastri (David O. Russell, 1996) ed Infinity (Matthew Broderick, 1996). Nel 2014, dopo qualche anno di troppo di eccessivo anonimato, torna alla ribalta con l’uscita del film Boyhood, pellicola che ha visto la Arquette ed il resto del cast impegnati nella lavorazione per 12 anni, dal 2002, cristallizzando i relativi percorsi di crescita anagrafica. Grazie a questo ruolo, come già menzionato, l’attrice viene pluripremiata ottenendo l’Oscar, il Golden Globe, il BAFTA, il Satellite Award, lo Screen Actors Guild Award e l’Independent Spirit Award.
La Arquette ha iniziato ha lavorare in tv già sul finire degli anni ’80, anche se è solo nel nuovo millennio che ha cominciato ad ottenere ruoli importanti, che l’hanno poi resa famosissima. Tra il 2005 ed il 2011 è stata la protagonista della serie televisiva Medium, in cui ha interpretato il ruolo di Allison DuBois, una sensitiva. Questo ruolo, che l’ha resa nota al grande pubblico, le è valso un alto numero di candidature a vari premi, vincendo nel 2005 i prestigiosi Saturn Award e l’Emmy Award. Nel 2013 entra nel cast della serie tv Boardwalk Empire – L’impero del crimine (in cui vi recita per 10 episodi) e nel 2015 è la protagonista (di tutti e 31 gli episodi) della serie CSI: Cyber nel ruolo dell’agente speciale FBI Avery Ryan. Infine, per il suo ruolo nella miniserie televisiva del 2018 Escape at Dannemora (in cui veste i panni di Tilly Mitchell), vince il suo secondo Golden Globe.
Taylor Kitsch
Nato a Kelowna, Canada, nel 1981, compie oggi 38 anni. L’attore canadese sin qui in carriera si è districato abbastanza equamente tra cinema e televisione.
Ha ottenuto il suo primo ruolo cinematografico nel 2006 in Snakes on a Plane. Nello stesso anno recita anche in The Covenant e Il mio ragazzo è un bastardo. Negli anni successivi, inizialmente in ruoli secondari e poi quasi sempre in parti primarie, recita in: X-Men le origini – Wolverine (Gavin Hood, 2009), John Carter (Andrew Stanton, 2012; in cui finalmente veste i panni del protagonista), Battleship (Peter Berg, 2012; film ispirato al celebre gioco della Hasbro in cui lui è ancora protagonista), Le belve (Oliver Stone, 2012; sempre col ruolo di protagonista), Lone Survivor (Peter Berg, 2013), The Grand Seduction (Don McKellar, 2013), American Assassin (Michael Cuesta, 2017) ed in Fire Squad – Incubo di fuoco (Joseph Kosinski, 2017).
Il successo iniziale per Kitsch arriva nel 2006 grazie alla serie High School Team (Friday Night Lights in originale, in cui vi recita per ben 68 episodi fino alla fine della serie, nel 2011), interpretando la parte dell’eroe della squadra di football del liceo Tim Riggins, convincendo sia la critica che il pubblico. Nel 2014 recita nel film TV The Normal Heart diretto dal Re Mida della televisione Ryan Murphy; mentre nel 2015 è tra i protagonisti degli 8 episodi della seconda stagione dell’antologica True Detective, purtroppo fallimentare rispetto alla fantastica prima annata. Infine nel 2018 ha recitato in Waco, miniserie composta da 6 episodi, in cui ha ricoperto il ruolo del protagonista David Koresh.
Buon compleanno Robin, Patricia e Taylor!