Francavilla al Mare, provincia di Chieti, una cittadina di poco più di 25.000 abitanti, si rende di nuovo protagonista nella scena metal, grazie al TikiTaka Village.
Dallo scorso anno il centro sportivo è al centro dell’attenzione dei metallari per via delle serate dedicate, per l’appunto, al genere metal.
Il boom avvenuto con il Frantic dello scorso agosto, che ha portato grandi nomi della scena musicale sopra citata, e nel mese di novembre con la serata dedicata ai Pandemia, sta portando la struttura a livelli molto alti di qualità.
Anche venerdì 16 febbraio la qualità sonora dei gruppi non è stata da meno, tre gruppi si sono alternati sullo stage invernale (più raccolto rispetto a quello estivo): i BloodTank giovani appassionati di death metal old school; i Resumed molto tecnici con uno stile non da pogo ma apprezzabile per le sue note coinvolgenti; ed infine i Distruzione, gruppo storico italiano con alle spalle 27 anni di esperienza.
La serata inizia con i giovanissimi BloodTank, provenienti da quel di Pescara, e come accennato in precedenza, è un gruppo giovane formato nel 2011 da Diego (batteria) e Marco (voce e basso) e ultimo arrivato Luca con la chitarra.
Pur essendo ‘troppo’ giovani per ricordarsi gli esordi del death metal puro, quello che viene definito old school, i tre ragazzi dedicano il loro tempo alla ricerca e studio di tale genere.
Una line up essenziale ma con un solido carattere.
Durante la performance si sente tutto l’impegno e lo studio che i ragazzi impiegano in questo progetto.
Hanno riscaldato alla grande la serata e, come spesso accade, il primo gruppo fa da warm-up, lo starter per surriscaldare il pubblico.
Il brano ‘Inside the War’, personalmente parlando, è quello che più ronza in testa anche quando il concerto è finito.
Marco è impressionante per come riesce a trasformare la sua voce normalissima in un ruggito pazzesco.
Il gruppo che si è esibito successivamente sono stati i sulmontini Resumed, molto tecnici con una formazione di 4 elementi: due chitarristi, una bassista ed ovviamente il batterista.
La loro è stata una piacevole esibizione goduta fino in fondo, il loro death metal tecnico con una vena progressive, anche se non ‘pogabile’, o comunque non ignorante a tal punto da farti pogare, ha fatto ugualmente muovere i colli con l’headbanging. Questo modo di suonare focalizza l’attenzione sullo strumento, si riesce a godere di più da questo punto di vista.
Infine i Distruzione, una band storica nell’underground metal italiano, gli anni di esperienza si vedono tutti, grandi padroni dello stage e non, ‘pazzi’ scatenati che si buttavano nella mischia ‘pogante’.
La loro caratteristica, che quasi ‘fa strano’, è il cantato in italiano, anche se con il growl difficilmente si distinguono le parole.
Il cantante ha una voce che qualcuno ha paragona a quella del master LG Petrov (Entombed, Entombed A.D., Firespawn). La capacità di intrattenere il pubblico è paragonabile a quella di un grande attore teatrale.
La line up della band è piuttosto corposa: due chitarre, un basso, un cantante ed un batterista dal ‘tupatupa’ aggressivo e potente.
Ciò che ha catturato l’attenzione, oltre al cantante ed al chitarrista che si sono lanciati in mezzo al pubblico, è stato il batterista: aveva un tocco che si definirebbe ‘poco delicato’.
In gergo si direbbe che ha dato delle mazzate pazzesche, ha maltrattato lo strumento come si deve, la quantità di sudore che è riuscito a cacciare durante il concerto non l’ avrei personalmente cacciata neanche dopo un’ora di cardiofitness.
Gente pogante, un piccolo wall of death, i metallari surfanti e tanti ‘scapocciamenti’. Una serata di sfogo, divertimento e qualche chilo perso.
Il tutto accompagnato da birra ed arrosticini che non guastano mai.
Piccolo discalimer per i ‘non addetti ai lavori’
Il tupatupa è riferito al ritmo della batteria, in questo caso dei BloodTank e dai Distruzione.
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