Death Valley è un film action horror diretto da Matthew Ninaber e distribuito dal servizio ad abbonamento di Midnight Factory. Ci troviamo davanti un prodotto che ha poco di nuovo da raccontare sia nella forma che nei contenuti. Un horror d’azione che attinge a piene mani da un immaginario già ben sedimentato nel panorama cinematografico. Ritroviamo evidenti influenze da titoli importanti e che hanno fatto la storia del cinema. Ma Death Valley è anche un ovvia dichiarazione d’amore del suo autore per i videogiochi survival horror, dal quale riprende altrettante situazioni e meccaniche. Insomma un prodotto derivativo che sa costantemente di già visto. È un titolo comunque dignitoso, seppure pecchi di mancanza di personalità. Può andare bene ai fan di questo tipo di horror, che amano rivedere per la milionesima volta la stessa situazione. D’altronde al pubblico piace vedere sempre le stesse cose.
Death Valley: tra Resident evil e Alien
Death Valley è un horror che di originale ha ben poco. Qualsiasi aspetto di questa pellicola richiama meccaniche e contenuti che si sono viste in mille altri prodotti venuti prima. Questo horror ha la struttura da horror survival. I suoi elementi guardano, anzi forse è meglio dire saccheggiano, da quelle situazioni narrative trite e ritrite ma che funzionano sempre. Bunker sotterranei, virus contagiosi, creature mostruose ed aggressive. Luoghi angusti e claustrofobici. Una lotta alla sopravvivenza. Prendete un qualsiasi Resident Evil, che sia film o videogioco, o un Alien e vedrete che gli elementi sono gli stessi. Queste componenti sono frequentissime in questa tipologia di horror, e si ripetono ogni volta in maniera simile con poche variazioni. Qua le variazioni sono ridicolmente inesistenti, visto che che si aggiunge al calderone anche un accenno de La Cosa. Insomma c’è un po’ di tutto qua dentro.
Death Valley: un film videogame
Death Valley è forse più vicino ad un videogioco che ad un film. Si vede che nasce da una vera passione per un certo tipo di prodotto videoludico. Questo film è frutto spudorato di un certo tipo di immaginario. Il regista ama in maniera evidente i giochi action survival horror e decide di riproporne le meccaniche. Niente variazioni. A lui piacciono quelle, quindi perché cambiarle? Se la mancata originalità conduce il film all’anonimato, diamo almeno una pacca sulla spalla al regista. Poteva mettere un po’ di ciccia, ma lui ha preferito una semplice dichiarazione. Mi piace questo, sono meccaniche e narrazioni che funzionano sempre. Perchè cambiare? Avremo quindi sparatorie, fughe nei condotti di areazione, assalti dall’alto, jumpscare prevedibili. Anche il design dei mostri è un deja vu. Un mix di uno zombie, un clicker di The Last of Us e il mostro senza occhi del Labirinto del fauno.
Conclusioni
Death Valley è un film stantio. Non ha nulla da dire di nuovo. È più che altro una dichiarazione del regista che ammicca e ci proclama i suoi gusti cinematografici e videoludici in maniera didascalica e certosina. Oggi è difficile trovare prodotti che raccontino cose nuove e fresche. Ma è possibile variare un po’. Qui si varia poco. Guardare questo è come guardare un Dog Soldiers, un Resident Evil o un Aliens. Ma questi citati sono meglio. Tuttavia se ,come chi sta scrivendo, amate magiare sempre lo stesso piatto, aggiungete alla vostra filmografia un altro mattoncino (arancione e forato come tutti gli altri). Ma se siete in cerca di novità o un di un certo brio, andate a cercare altrove.